UNA SCUOLA CHE FUNZIONI di Lorenzo Mondo

«Sul welfare non ci importa se il sindacato farà un accordo con il governo Noi di sicuro UNA SCUOLA CHE FUNZIONI ze. Se non è uno scherzo, l'argomento avrà pur qualche peso. Non si può ovviamente addebitare al ministro l'emorragia degli insegnanti, che si ripeterà in modo massiccio nel prossimo anno. Un si salvi chi può dovuto alle preoccupazioni per il più generale riassetto dello Stato sociale, ma anche alle frustrazioni di una categoria che, oltre ad essere sottopagata, vede messi in discussione i propri strumenti correttivi e valutativi, si trova sbalestrata in ipotesi di riforma dalla quale è rigorosamente esclusa. Apprendo ad esempio che, tra i 44 esperti chiamati dal ministro a studiare le prospettive della pubblica istruzione, figurano professori universitari, magistrati, giornalisti, musicisti e un solo insegnante in servizio, perdipiù a titolo di rappresentante.della Legambiente. E' qui che occorre muoversi con maggiore oculatezza e sensi- bilità, accantonando demagogia e pressappochismo per rianimare la funzione del docente senza il quale non si danno positive evoluzioni della scuola italiana. Tenendo conto inoltre che a sostegno delle trionfalistiche fughe in avanti, già avventurose in campo militare, non vale l'affermazione che «l'intendence suiyra». Quando è proprio sul funzionamento delle cose ordinarie, la normale amministrazione, il discorso delle cattedre e dei soldi, la puntualità delle lezioni e la congruità dei risultati che si gioca in prima istanza l'attendibilità di un sistema scolastico che si vuole competitivo. In un mondo a frontiere abbassate, dove non si supera la sindrome del «Calimero d'Europa», come si esprime immaginosamente il ministro, con artificiosi sbiancamenti. Facciamo in modo, di grazia, che la scuola non funzioni come le poste e le ferrovie. Sarebbe già molto e ci aiuterebbe a confidare, con animo sgombro, nei progetti epocali. Lorenzo Mondo

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