Bertinotti: senza di noi l'ulivo perderebbe 60 parlamentari di Fabio Martini

Bertinotti: senza di noi Pulivo perderebbe 60 parlamentari Bertinotti: senza di noi Pulivo perderebbe 60 parlamentari DI RIFONDAZIONE E' g ROMA " finita già da mezzora la conferenza stampa-parata con Bertinotti e Cossutta uno a fianco all'altro, platealmente d'accordo su tutto, «tranne che sulla erre moscia...». Ma spente le telecamere e spenti i registratori, Bertinotti si rilassa, chiacchiera con i suoi, offre una lettura meno ufficiale delle prossime battaglie: «Bisognerà aspettare ancora molto per capire che piega prenderà questa trattativa, sino alla fine di ottobre...». Così tanto? E Bertinotti: «Certo, bisognerà aspettare la proposta che il governo farà nella Finanziaria...», ma a questo punto il segretario diventa improvvisamente ironico: «Poniamo che la proposta del governo sia... 105. Bene, a quel punto il gioco delle parti vuole che il sindacato protesti, si indigni... anche se poi su un'offerta di 105, in realtà il sindacato non è d'accordo su... cinque!». Bertinotti sorride, nelle sue parole c'è un filo di paradosso, ma fino ad un certo punto. Soprattutto quando disegna lo scenario di fine ottobre: «Dopo che il governo avrà fatto la sua proposta, ci sarà la guerra nel sindacato tra "buoni ' e "cattivi", tra chi proporrà lo sciopero generale e chi gli scioperi regionali, Cofferati da una parte e D'Antoni dall'altra, un gioco delle parti già scritto...». E alla fine? Bertinotti è loquace, insiste: «Il sindacato cercherà di ridurre il danno». E Rifondazione sarà condizionata dal sì finale del sindacato? Anche stavolta Bertinotti è sul filo del paradosso, ma alla fine la dice tutta: «Noi al rimorchio del sindacato? E perché mai? Se non altro per biechi motivi di concorreh za, perché dovremmo lasciare al sindacato il ruolo di mediazione?». E allora eccolo il primo fronte di Fausto Bertinotti: il sinda cato. Ma per il leader di Rifon dazione sta per iniziare la sta gione più difficile, un autunno caldo durante il quale potrà accadere di tutto. Gli scenari di cui la segreteria di Rifondazione ha discusso a porte chiusis ■ sime sono almeno tre. Il primo: si trova un accordo con Prodi Ma a quel punto - sgombrato il macigno del welfare - non resterebbero grandi contenziosi e potrebbe aprirsi per Rifonda zione la questione se entrare o no al governo, con Cossutta e il suo gruppo assai più sensibili all'idea. Ma i capi di Rifondazione hanno preso in esame anche lo scenario più fosco: rottura con il governo ed elezioni anticipate. A quel punto ognuno va per conto suo, l'Ulivo da una parte e Rifondazione dall'altra. I capi di Rifondazione si sono fatti quattro conti e su 45 parlamentari - 35 alla Camera e 10 al Senato - immaginano di riportarne nel prossimo Parla¬ mento 30-35. Certo, nella conferenza stampa Cossutta ha detto che «in caso di elezioni tra scorporo e proporzionale noi perderemmo soltanto 5, 6 o 7 parlamentari». Ma l'arma più pericolosa nelle mani di Rifondazione è un deterrente che Cossutta spiega così: «Noi perderemmo poche unità, ma l'Ulivo senza l'apporto di Rifondazione perderebbe 50,60 parlamentari forse anche di più...». Come dire: caro D'Alema se rompi con noi e vai per davvero ad elezioni, fai perdere l'Ulivo e fai vincere il Polo. Certo, per ora alle elezioni anticipate non ci crede nessuno, ma Rifondazione ha già pronto lo slogan, il logo della campagna elettorale. Lo anticipa il solito Cossutta: «Diremmo che si è andati alle elezioni perché il pds voleva tagliare le pensioni...». Ma c'è un terzo scenario: Rifondazione rompe con il governo ma non si sciolgono le Camere e D'Alema trova un compromesso per la governabilità con Berlusconi. Bertinotti non dirà mai che questo è il suo scenario preferito, ma alcune sue mezze parole fanno venire il dubbio. Nel faccia a faccia con il segre¬ tario della Cgil Cofferati al Maurizio Costanzo Show, Bertinotti prima ha detto di «apprezzare Prodi per la correttezza istituzionale dimostrata quando ha detto che se la maggioranza si rompe, lui ne trarrebbe le conseguenze». Ma qualche attimo dopo sempre Bertinotti dice: «La crisi è probabile, alle elezioni credo meno...». Come dire: tra accordo ed elezioni c'è una terza via. Magari con Rifondazione all'opposizione. D'Alema ha sempre detto che lui non ci sta e ieri mattina, passeggiando per Montecitorio, il leader del pds scherzava così con alcuni deputati del suo gruppo: «Bertinotti fa la crisi? Non vi preoccupate, non accadrà nulla. Per il suo comportamento c'è un'altra chiave di interpretazione: è invidioso del successo de "La grande occasione" rispetto al suo...». E a chi scherzava su Berlusconi, D'Alema ha replicato: «Lui rientra nel disegno. Come editore dei due libri...». Fabio Martini «Sul welfare non ci importa se il sindacato farà un accordo con il governo Noi di sicuro non staremo a rimorchio» - Nella foto grande Fausto Bertinotti qui accanto Armando Cossutta

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