LA PIETAS A OCCHI CHIUSI

LA PIETAS A OCCHI CHIUSI LA PIETAS A OCCHI CHIUSI TEMO che questo mascalzone di mondo sia pieno di affettazione», diceva Shakespeare, che conosceva bene l'Inghilterra e, a quanto pare, anche il resto dell'orbe. Leggo su un vecchio vocabolario: «Affettazione: soverchio artifizio». Soverchi artifizi mi pare tracimino da giorni dall'informazione su lady Diana. «De mortuis nisi bene», dicevano i nostri vecchi, giustamente compassionevoli anche verso ogni peccatore che avesse lasciato questo mondo. «De mortuis nisi bene», rispose, dopo il crollo del Muro di Berlino, il cardinal Ratzinger, a chi gli chiedeva che cosa pensasse allora dei regimi comunisti che egli, in un documento, aveva definito «la vergogna del nostro secolo». Dir bene dei morti è atto di pietas fin dal tempo degli dei pagani. Figurarsi in tempi cristiani, che hanno l'obbligo di trarre dal Vangelo la norma di perdonare settanta volte sette, o in tempo di fiorente laicità, come il nostro, che del peccatore ignora la figura. La pietas, nonostante le tremende raffigurazioni vendicative divine e le convinzioni popolali, è nel Dio della Bibbia. «La morte non è certo opera di Dio dice il libro della Sapienza - né egli gioisce che i vivi debbano morire». Ai morti possiamo dedicare crisantemi sulle tombe e campi di fiori sulle piazze di Londra, possiamo intonare un vecchio Requiem gregoriano in una chiesa di campagna e struggenti canti nello splendore gotico di Westminster, ma la pietas non può cancellare la memoria né confondere la mente. Né col pretesto della pietas, tramutata in retorica o in impazzimento informativo, è lecito produrre «artifizi» sui morti. «Soverchio artifizio» è per esempio quello di aver abbinato pacificamente e disinvoltamente come «due dame di carità», come «due sante», lady Diana e Madre Teresa di Calcutta, sia pure in una dotta disquisizione sulla figura della carità dal Medioevo ai nostri giorni. La vigilanza laica, che pretende sempre di preservare gli uomini dalle irrazionalità, sembra essere andata a rotoli sulle pagine dei giornali in questi giorni. Il che non significa che il buonsenso, quello laico o cristiano o semplicemente umano, non vi abbia fatto capolino, anche se si è dovuto andare a cercare in una rubrica semiseria, ma saggia, di questo giornale, come «Zap», dove Gramellini, scrivendo di lady Diana, ha visto finalmente «tanta tristezza zuccherosa in quest'immagine di santa laica, che ha vissuto innanzitutto per se stessa, fra agi e privilegi ^discutibili»; oppure si è dovuto andare a scovare nella onesta rubrica delle lettere di Oreste Del Buono, al quale «la cerimonia dell'imperiosa beatificazione della povera lady Diana è parsa addirittura sacrilega». Domenico Del Rio

Persone citate: Diana, Domenico Del Rio, Gramellini, Madre Teresa, Oreste Del Buono, Ratzinger, Shakespeare

Luoghi citati: Berlino, Calcutta, Inghilterra, Londra