«I miei non volevano che sposassi il Senatùr»

«I miei non volevano che sposassi ii Senatùr» «I miei non volevano che sposassi ii Senatùr» MILANO. «I miei genitori erano soprattutto spaventati del fatto che non si sapeva bene che persona fosse, che non avesse, come si usa dire, né arte né parte», confessa Manuela Marrone, 43 anni, tre figli e un marito. Un marito, come dice lei, che i genitori guardavano con sospetto. Ma questo 14 anni fa, all'inizio della loro relazione, quando di Umberto Bossi parlavano ancora poco i giornali. E' la prima volta, che Manuela Marrone si confessa, racconta del loro rapporto: «Umberto non è una persona che parla tanto di emozioni, bisogna essere abituati a farlo, in una coppia basta che lo sappia fare uno dei due»». Lo fa, la moglie di Bossi, nel libro «Un cuore e due capanne» di Maria Silvia Sacchi, editore Marco Tropea. Il libro raccoglie le storie in prima persona di donne al secondo matrimonio. Come Manuela Marrone e come il leader del Carroccio, che in prime nozze aveva sposato Gigliola Guidali. «Sì, ma non è stato lui a chiedermi in moglie», ricorda lei, convolata a nozze solo tre anni fa, dopo due figli, davanti all'allora sindaco di Milano Marco Formentini: «Non avevamo mai parlato di matrimonio, per lui non è importante. E' stato Formentini che dopo aver prenotato la sala comunale ci ha detto: "Venite"». E loro vanno. E il matrimonio finisce in una cassetta video venduta alle feste della Lega insieme ai manifesti contro Roma padrona. Ma quello della cassetta Vhs - 20 mila lire, ce ne deve essere ancora qualcuna - è l'unico cedimento pubblico, rispetto a una vita privata che Umberto Bossi custodisce gelosamente. Un uomo tutta casa e gazebo, si direbbe. Con Pino Babbini prima e Aurelio Locatelli ades so, driver delle Thema e Croma blindate di Bossi, che ad ogni ora del giorno - e soprattutto della notte - devono condurre a casa il Guerriero padano, dopo gli interminabili comizi. Fossero anche 400 chilometri, dal profondo Nord alla villetta di Gemonio, due piani color ocra, con la palma e la vista sul lago. «Abbiamo solo questa casa, la stiamo ancora pagando, non ci serve di più», assicura lei. Manuela Marrone non si sente una vedova bianca, una donna abbandonata e immolata sull'altare della grande politica. Non si sente nemmeno una consigliera, di lei i giornali parlano poco. Spesso con un equivoco di fondo. Mille volte è stato scritto che lei è siciliana, che in fondo Bossi sposandola ha varcato il Rubicone della Padania. Vero a metà. Perché Manuela Marrone è milanese di nascita, come sua madre. Solo il padre è nato in Sicilia, ma tanto basta. Anche perché è la fede politica, quella che conta. «L'incontro con Umberto è stato un colpo di fulmine, soprattutto per le idee che esprimeva», rivela lei nel libro. E ancora: «Ho dato le mani, le braccia, il mio monolocale per il movimento e insieme alla crescita politica aumentava anche l'affetto per lui». Cresceva pure la famiglia, però. Negli anni i figli della coppia sono diventati tre. A loro si aggiunge Riccardo, 17 anni, figlio di Umberto Bossi e della prima moglie. Seguono Renzo di otto anni, Roberto Libertà di sei e Sirio Eridano, due anni, battezzato come la stella più luminosa e il Dio del Po. «Solo quando la nostra relazione era già iniziata, ho saputo che Umberto era stato sposato e che aveva un bambino piccolo», ricorda Manuela Marrone. «E' stato un momento difficile, sono stata tentata di mollare tutto», ammette. E invece no, il cedimento dura un momento. Poche righe più avanti nel libro, racconta della prima volta in cui era rimasta incinta. «Insegnavo in una scuola di suore, stavo andando a scuola, ho preso i libri e mentre stavo per uscire, gli ho detto: "Sono rimasta incinta"», racconta la moglie di Bossi. E rivela: «Per mio marito fare un nuovo bambino è stata un'esperienza durissima, i figli ti mettono davanti problemi che, fino a quando non ci sono, non te ne accorgi. Ma poi Umberto è stato presente al parto e mi ha detto che è stata un'esperienza meravigliosa». Di questi 14 anni accanto al segretario del Carroccio, Manuela Marrone non rinnega nemmeno un minuto: «Mio marito è orgoglioso dei suoi figli, sapevo che sarebbe andata bene, bisognava solo forzarlo un po'. Adesso Umberto si sente più sereno». Fabio Potetti UN CUORE ÉDUECArWNNE Qui sopra la copertina del libro di Silvia Sacchi A destra la moglie di Umberto Bossi Manuela Marrone ra««§m»ÌiiyÌliiÌÌÌÉl

Luoghi citati: Gemonio, Milano, Roma, Sicilia