L'anno comincia a settembre di Giorgio Calcagno

prestiti 'personali Un'agenda per cambiare la consueta abitudine del Capodanno L'anno comincia a settembre POVERO San Silvestro, vittima di tutti gli equivoci. Non è vero che aveva convertito Costantino, come si è creduto fino a Dante. Non è vero che aveva ricevuto dall'imperatore il titolo per fondare lo Stato della Chiesa, come abbiamo scoperto solo undici secoli dopo. E adesso stanno per levargli anche l'ultimo titolo, di guardiano dell'anno che si chiude. Non si chiude affatto, dice chi sa, e con buon fondamento. Il 31 dicembre è un giorno come gli altri, nel corso dell'inverno; siamo ingenui noi a sturare bottiglie e sparare botti sull'happy end per qualcosa che non finisce e non inizia. Quelli di Class, che se ne intendono - il nome non è acqua hanno allegato l'agenda dell'anno nuovo al numero di settembre; chiamandola, a scanso di equivoci, «Settembrina». E l'esempio sta già trovando buon seguito. L'anno che conta, quello che stacca veramente un ciclo temporale da un altro non è l'anno fissato astrattamente dal calen¬ dario, su una data eccentrica, arbitraria e perfino storicamente dubbia: il 1° gennaio è entrato nell'uso generale solo da tre secoli. L'anno vero sfugge ai calcoli degli astronomi, ma è ben presente a chi vive guardando la terra, il corso della vita, lo scorrere delle stagioni. E l'anno, per tutti, comincia proprio a settembre. C'è stato il sonno dell'estate, arriva il mattino dell'autunno, con il suono magari fastidioso della sveglia, che riapre i cancelli delle fabbriche, i portoni delle scuole, il Totocalcio, il Genio Civile. Il 1° settembre, dice l'Almanacco di frate Indovino, che alle stagioni è sempre stato attento, si festeggiano Sant'Egidio, Sant'Ottaviano, Santa Verena. Certo, San Silvestro ci sembrava più chic, con tutta quella Veuve Clicquot che si spargeva sui pavimenti. A Santa Verena potremo stappare al massimo una barbera non ancora novella. Ma se lo dice Class... Giorgio Calcagno

Luoghi citati: Sant'egidio