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Nasce il nuovo polo del Made in Italy RIFORMA DEL WELFARE L'ECONOMIA GUIDA LA POLITICA OGNI tanto, l'economia si prende le sue rivincite sulla politica: fino a non molti anni fa, nel mese di settembre il progetto di legge finanziaria veniva stiracchiato da ogni parte pur di riuscire a salvare gli equilibri delle maggioranze di governo. Ora si direbbe che succede il contrario: si stiracchiano i rapporti tra le forze politiche con l'obiettivo di salvare in ogni modo il progetto di legge finanziaria che rappresenta la chiave per superare l'esame dell'ingresso in Europa. Le scadenze della legge finanziaria dettano, invece di subire, i tempi della politica e accelerano l'evoluzione dei rapporti tra i partiti, dentro e fuori l'attuale maggioranza. E abbiamo così, negli ultimi giorni, un crescendo di cene più o meno importanti e di interviste più o meno eccellenti, di dichiarazioni, botte e risposte, di «ipotesi scolastiche» di governo. Il problema sottostante è molto chiaro: maggioranza e opposizione devono prima di tutto convincersi, convincendo contemporaneamente decine di milioni di italiani, che il sistema del Welfare, e in particolare la sua componente pensionistica, è insostenibile oltre che terribilmente iniquo. Non ci permette, così com'è ora, di entrare nella nuova Europa - e meno che mai nell'economia globale - ma, se anche ci facessero entrare senza riforma pensionistica, saremmo in pochissimi anni schiacciati da costi che stanno ormai diventando senza paragoni al mondo e condanneremmo i giovani a essere sfruttati dagli anziani, in quanto il loro superlavoro sarebbe indispensabile, con i contributi sul loro salario, per le pensioni dei loro padri. Nell'affrontare questo discorso occorre distinguere nettamente il piano morale da quello tecnico. Nessuno mette in dubbio la situazione non lusinghiera di chi, andando a lavorare a quindici anni, a cinquantanni ha già maturato un'anzianità di trentacinque, magari con lavori particolarmente faticosi (o, come è venu- Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 9 PRIMA COLONNA