VECCHI FANTASMI di Augusto Minzolini

«Così Previti pagò Squillante» VECCHI FANTASMI A LEGGIANO nell'aria, compaiono e scompaiono e, a seconda dei momenti,, si materializzano. Magari nei comportamenti di Fausto Bertinotti, che da un anno tiene in scacco il governo dell'Ulivo sulla riforma del Welfare State in quel ruolo di «oppositore nella maggioranza» lecito nei governi della prima Repubblica - cioè nell'era del proporzionale - ma paradossale nel bipolarismo. Ancora: resuscitano nelle prove di ribaltone in cui si esercita da mesi, sull'altro versante, un Clemente Mastella che in piena crisi di astinenza da poltrone non vede l'ora di mettere la pietra tombale sul Polo per essere libero di bussare alla porta di Romano Prodi e del ppi, in poche parole di fare il salto della quaglia. Sono i vecchi mali della politica italiana che tornano a galla. Il trasformismo, l'allergia al ruolo di opposizione. «Sono vecchi fantasmi - ha ammesso ieri mattina Massimo D'Alema lasciando Montecitorio sotto il sole di un'estate ancora calda -, rigurgiti del passato. Ma noi siamo qui a vigilare. Qui tutti debbono mettersi in testa che i cambiamenti si fanno alle elezioni, davanti agli elettori. In un Paese normale dopo il voto si governa con serenità. Quindi dopo il governo Prodi si andrà alle urne e basta». Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Clemente Mastella, D'alema, Fausto Bertinotti, Romano Prodi