Lieto fine dopo tanto spavento di Roberto Condio
Lieto fine dopo tanto spavento PALLAVOLO Europei: gli azzurri soffrono per un'ora e mezzo contro la Slovacchia Lieto fine dopo tanto spavento Bebeto s'infuria e Bellini guida la riscossa DEN BOSCH DAL NOSTRO INVIATO E' stato solo un grande spavento. Nulla più. Ma per un'ora e mezzo l'Italvolley ieri ha davvero temuto di aver incontrato in Olanda la sua Corea. La Slovacchia, espressione di una repubblica autonoma dal '93 con 5 milioni di anime e qualche migliaio di pallavolisti, fino all'I 1-8 del terzo set ha fatto tremare gli azzurri bicampioni del mondo e tricampioni d'Europa. O meglio, quella che era la sbiadita versione della squadra che ne ha preso la scomoda eredità. Poi, nel momento più critico, vedendo i suoi avviati verso una resa ben più clamorosa di quella offerta senza condizioni alla Jugoslavia, Bebeto si è incavolato di brutto. Ha chiamato il time-out, ha urlato in faccia per mezzo minuto ai sei che stavano in campo (Bellini, da poco entrato in regìa al posto di Meoni, Pasinato, Gardini, Gravina, Giani e Sartoretti) e come d'incanto i fantasmi sono diventati guerrieri. L'Italia ha messo insieme in un baleno i 7 punti che mancavano per vincere il set e ha poi spadroneggiato nel quarto. Morale: parziale di 22-5, lupi slovacchi ridotti a mansuete pre de e mani salde su un successo che ci riporta in vetta, sia pure in folta compagnia, a un girone sem pre più indecifrabile dopo che la Russia si è fatta superare al tiebreak pure dalla Germania. Dietro l'improvvisa metamor fosi degli azzurri c'è un altro mo tivo, tutt'altro che tecnico. Lo ri vela Davide Bellini, il palleggiatore di riserva che ha guidato la riscossa: «Non ne potevamo più di essere presi in giro da questi slovacchi: urlavano e ci sbeffeggiavano in continuazione. Se la sono cercata. I campioni, qui, siamo noi. E adesso che la squadra ha ritrovato in campo unità e serenità, lo dimostreremo fino in fondo». Lieto fine a parte, il primo collaudo del nuovo assetto scelto da Bebeto dopo la maledetta sfida con gli slavi non è dunque stato tranquillizzante. Con Giani e Sartoretti ricevitori al posto degli infortunati Rosalba e Pippi e con Pasinato tornato opposto titolare, l'Italia ha ricevuto ancora in modo insufficiente, ha difeso raramente, ha battuto con poco coraggio e in attacco ha raccolto meno (18 punti contro 19) che a muro, il fondamentale che ha regalato il break decisivo e che ha funzionato con più regolarità. Fino al fatale 11 -8 del terzo set, gli slovacchi hanno fatto un figurone. Buon collettivo senza stelle ma di mutuo soccorso, hanno perso allo sprint il primo parziale condotto fino all' 11 -10, poi hanno vissuto 50' di autentica grazia. Il perticone Kravarik e il massiccio centrale Nemec già li conoscevamo, ma hanno stupito le due ah: Pistovic, un piccolotto con le molle sotto i piedi, e soprattutto Jankovic, mancino che ha fatto il Fenomeno coma un altro pelato ben più famoso, alla ricerca magari di un ingaggio in Italia (a Den Bosch sono in caccia Cuneo e Macerata). Dopo tante sorprese, oggi finalmente si riposa. I più contenti siamo sicuramente noi. C'è da provare a recuperare Rosalba e Pippi (simili le distorsioni alle due caviglie e le possibilità di rivederli in campo: poche), ma c'è soprattutto da tentare un patto con la dea bendata: ieri anche Bovolenta era ko per un guaio all'anca destra e Meoni nel dopopartita ha avuto svenimenti per un calo di pressione. Bebeto, comunque, ha ritrovato il sorriso: «Il peggio è passato». Roberto Condio
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