Maldini muove le sue torri
Nazionale: il et non ha Nazionale: il et non ha ancora sciolto i dubbi sull'attacco da schierare domani in Georgia Maldini muove le sue torri Vieri risale posizioni su Casiraghi TBILISI DAL NOSTRO INVIATO Non c'è partita sulla quale Cesare Maldini non spalmi la nutella del dubbio, a costo di imbrattare le vigilie di equivoci oscuri, di sterzate maliziose, di omissis mirati. E dal momento che questa con la Georgia si annuncia cruciale e infida, eccolo rintuzzare la curiosità dei cronisti così in terra come in cielo, a Coverciano domenica, e a diecimila metri di quota ieri, «alla vostra sinistra Istanbul», in piena rotta verso Tbilisi. Cesare appartiene alla scuola di Nereo Rocco, e per il Paron la pretattica era una via di mezzo fra il dovere (di sbagliare il meno possibile) e il piacere (di fregare il meglio possibile il prossimo suo, avversario o cronista che fosse). Senza secondi fini che non contenessero l'imperativo, più voluto che voluttuoso, di alzare polvere, e con essa, la soglia della tensione, interna ed esterna. L'ultima tentazione si chiama Christian Vieri. Vieri al posto di Casiraghi, una torre per un'altra. «Ho' qualche dubbio lì davanti», brontola il et, ed è questa l'unica crepa che offre ai nostri scalpelli. Probabile/ma non sicuro, che oggi comunichi la formazione. «Prima di tutto, voglio dare un'occhiata agli avversari. Mi avevano detto che Kinkladze, il loro gioiello, era rotto, e invece figura regolarmente nell'elenco consegnato alla Fifa». Arrigo Sacchi ragionava, esclusivamente, all'interno del suo catechismo, infischiandosi di quello che succedeva sotto le tende dei rivali di turno, più sensibile ai loro allenamenti, addirittura, che non alle uscite ufficiali, per le quali scomodava i collaboratori più zelanti. Maldini no, Maldini viene da un altro calcio e, per questo, forgia le sue strategie su quelle del Napoleone - piccolo o grande, non importa - che la sorte e il calendario gii hanno collocato all'orizzonte. «Gioca chi è più in forma e chi meglio si sposa alle caratteristiche della Georgia», insiste, non prima di aver confessato che domenica, nella partitella con lo Scandicci, «Conte a sinistra l'ho trovato spaesato, tanto che, per sbloccarlo, ho dovuto trasferirlo a destra». Il et aggiunge che chiederà conforto ai medici, posto che il grosso della guarnigione si è presentato non al massimo, e il caldo torrido dei giorni fiorentini potrebbe aver prosciugato ulteriori energie. Vieri o Casiraghi, dunque, E Nesta o Cannavaro. «Christian - dice il et - l'ho seguito e fatto seguire in Spagna. Sta bene. Ma anche Casiraghi, se non sbaglio, ha "cambiato", entrando al posto di Signori, la partita con il Napoli». Obiezione accolta solo in parte: con l'Atletico, e per l'Atletico, Vieri ha infilzato l'Inter e contribuito a tenere in scacco il Real al Bernabeu. Cesare avanza un passetto dopo l'altro, non proprio a fari spenti, ma quasi. Vincere in Georgia significherebbe poter poi pareggiare con l'Inghilterra a Roma. «Ma se dico che voglio vincere, faccio la figura dello sbruffone, e allora preferisco giocare di sponda, e dire che cercheremo di fare del nostro meglio». E' umiltà o furbizia? Ora che Roberto Baggio è stato ufficialmente insignito del ruolo, e del rango, di suggeritore-rifinitore part time, la posizione di Zola sembra inattaccabile. Sembra. Inzaghi insegue l'attimo a suon di gol. E così, fra labili tracce e indizi appena sussurrati, la vigilia di GeorgiaItalia ci riporta a quella, straordinaria, di Wembley, quando apprendemmo direttamente allo stadio che da battitore libero avrebbe giocato Costacurta, e non Panucci, come almeno a noi pareva di aver capito. A Chorzow, contro la Polonia, le orme maldiniane portavano verso Padovano ma anche in direzione di Vieri, fresco e glorioso firmatario della millesima rete in Nazionale. Alla fine, giocò Vieri, ma chissà che cosa sarebbe successo se Padovano non si fosse strappato nel battere l'ultimo rigore dell'ultimo allenamento. A Lione, prima di Italia-Brasile, era tutt'altro che palese il ricorso a Lombardo quale filo spinato sui sentieri di Roberto Carlos. Le formazioni di Cesare sono esplorazioni febbrili, difese e mascherate, spesso, fino al gracchiare dello speaker. «Lasciatemi pensare», sorride. Anche le scelte hanno un'anima. Roberto Beccantini L'altro ballottaggio è Nesta-Cannavaro Incertezza su Conte non ha l i i a a i . , a Sancora sc Maldini (sin.) ha il dilemma del centravanti da affiancare a Zola Sotto, Pippo Inzaghi: «Non creerò alcun problema al et, comincerò già a pensare all'importante trasferta della Juventus a Roma»
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