Inzaghi, bomber fuorigioco «Avrò tempo per rifarmi» di Marco Ansaldo
Inzaghi, bomber fuorigioco «Avrò tempo per rifarmi» Inzaghi, bomber fuorigioco «Avrò tempo per rifarmi» TBILISI DAL NOSTRO INVIATO Bisogna riabituarsi al maglioncino e alla giacca pesante perché se l'estate non è finita a Firenze, a Tbilisi è un ricordo: i venti che arrivano dall'Est hanno rinfrescato l'aria, 15 gradi al pomeriggio e sono la metà di quanti la Nazionale ha sopportato domenica nel test con lo Scandicci. Ma agli azzurri questo clima va bene, ci si rigenera. Che poi, alla prima occhiata frettolosa, il posto sia grigio e triste non fa che accrescere nei giocatori la voglia che la partita arrivi presto per andarsene. «Davvero si gioca in uno stadio con più di centomila posti? E dove le trovano centomila persone?», ha commentato uno degli azzurri alla vista di strade deserte e palazzoni quasi inanimati. Tra quelli che si possono guardare attorno c'è Inzaghi. I tre gol nell'amichevole di domenica non cambiano le idee di Cesarone: dei cinque attaccanti Superpippo rimane quello con meno possibilità di giocare dall'inizio perché il et vuole una punta pesante (Vieri è avvantaggiato) al fianco di un fantasista che sarà Zola. Insomma la coppia che ci sarebbe piaciuto vedere in bianconero (Vieri-Inzaghi) pare che non si ponga neppure per l'azzurro. E Inzaghi può diventale una specie di mina vagante sulla strada del Mondiale. «A me basta aver confermato che m'intendo bene con Vieri - spiega lo juventino -, Del resto non avevo dubbi e penso non li avesse neppure Maldini che ci ha fatto giocare spesso nell'Under 21 : con Christian Ù mio compito è un po' diverso rispetto alla Juve dove faccio la prima punta, qui dobbiamo muoverci entrambi e lo facciamo con naturalezza. Le differenze sono minime». E' deluso che di tutte le soluzioni quella con lei in campo sia la meno attendibile? «Sto bene, segno anche nella Juve, è normale che vorrei giocare. Ma deve deciderlo Maldini». Per il et può essere un rischio escludere il capocannoniere dell'ultimo campionato, che è anche l'uomo del momento. «Non mi sembra che abbia di questi problemi e io non gliene creerò. Se non giocherò con la Georgia penserò alla partita con la Roma, che è altrettanto importante». Si dice che lei è giovane e che può aspettare. Che risponde? «Il discorso regge poco perché anche qui di giovani ce ne sono parecchi. Io ho 24 anni, sono alle soglie della maturità: ho giocato in C, in B, sempre segnando, ho fatto abbastanza gavetta da non sentirmi un ragazzino di cui non fidarsi. E se alla mia età sono diventato capocannoniere significa che qualche dote ce l'ho». La sua battuta dell'altro giorno, «non devo dimostrare niente a nessuno», è un po' presuntuosa non le pare? «Qualcuno ha scritto che manco Baresi si è mai permesso di dirla. Né io di pensarla. Se la mia valutazione dipende da come gioco le amichevoli siamo fuori strada». Altro si dice: Inzaghi non piace perché è egoista. E allora? «La gente ha dimenticato ad esempio quanti gol segnò De Vitis nel Piacenza sui miei passaggi. Servirebbe una rinfrescatina alla memoria. Sono egoista per quanto deve esserlo una punta, se devo rischiare il tiro al volo lo faccio. Ma se vedo un compagno piazzato meglio gli dò la palla». Insomma si descrive un Inzaghi che non esiste? «Sì. Come la storia che nella Juve torno poco a difendere e a pressare: ma se torno anch'io è finita, se mi chiedono di fare un certo lavoro deve essere quello. Noto che c'è molta severità nel giudicarmi, tutti parlano di me perché riesco a fare gol e l'immagine della Juve amplifica il messaggio. Ma penso a cosa succederebbe se non segnassi per sei mesi come succede ad altri che non ricevono mai critiche». E si arrabbia per questo? «Un po'. Mi dispiace. Ma adesso sono tranquillo: il posto in Nazionale non mi turba. L'unica cosa che conta è vincere con la Georgia, perché altrimenti dovremmo farlo per forza con gli inglesi». Marco Ansaldo
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