MASTROIANNI Senza pace

La figlia Chiara accusa il Festival di Venezia: «Non mi hanno invitata» La figlia Chiara accusa il Festival di Venezia: «Non mi hanno invitata» MASTROIANNI Senza pace PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Gli organizzatori della Mostra di Venezia? «Goujats», cafoni. Il filmtestamento di Marcello Mastroianni, girato dalla sua ultima compagna, Anna Maria Tato? «Parziale e infedele». I giornali italiani? «Ignobili». E' indignata Chiara Mastroianni, figlia dell'attore e di Catherine Deneuve. Ha scoperto dalla stampa che la 54" Mostra del cinema di Venezia avrebbe reso omaggio al padre: nessuno l'ha avvertita, né invitata. Un affronto che apre vecchie ferite e allarga la frattura tra la famiglia di Mastroianni e Anna Maria Tato. «Ho trovato gli organizzatori della Mostra un po' cafoni - si sfoga Chiara Mastroianni in un'intervista pubblicata ieri dal quotidiano francese Liberation -. Non mi va di fare quella che recupera i cadaveri. Ho orrore della gente che, dopo la morte di qualcuno, tenta di accaparrarselo, di vivere per procura. Ma trovo strano che la Mosto non si sia comportata come si fa di solito in queste occasioni: si invitano almeno i parenti, le persone rappresentative della vita di chi si vuole onorare. Ho trovato tutto questo bizzarro e sgradevole. Ero in' collera, ma, più ancora, ero triste». L'agente della Mastroianni ha comunque chiamato l'organizzazione per saperne di più. Da Venezia è arrivata una lettera con la notizia dell'avvenimento e un modulo di richiesta d'accredito. «Non ho risposto e non ci sono andata - dice Chiara a Liberation -. Non posso credere a una dimenticanza o a una gaffe della Mostra: vedo una scelta precisa Anche il silenzio di Felice Laudadio, il presidente, così pronto a reagire o ad arrabbiarsi, mi pare eloquente. Non posso che interpretare come un segnale il fatto che non abbia mai tentato di contattarmi». Chiara Mastroianni lamenta di «trovarsi nella situazione di un bambino nato da padre ignoto che deve convincere gli altri di questo scoop: "Sono la figlia di Marcello Mastroianni"». E la colpa, si intuisce tra le righe, non è solo degli organizzatori di Venezia. Chiara critica anche il film di Anna Maria Tato, «Mi ricordo, sì io mi ricordo», un lungo racconto autobiografico dell'attore - quattro ore nella ver sione integrale, una e mezzo in quella ridotta - integrato da brani delle sue più grandi interpretazioni. «Un film parziale e infedele», secondo la Mastroianni. «Non ho spirito di appropriazione, ma la pellicola occulta intere parti della vita di mio padre: essenzialmente mia madre, mia sorella Barbara, sua moglie Flora e me, cosa che è in ogni caso losca. Mio padre è diventato quel che è stato solo grazie a se stesso. Nessuno, dico proprio nessuno, ha il diritto di appropriarsene». L'ultima bordata è per i giornali italiani, accusati di aver montato «divagazioni ignobili» sulla sua rinuncia (Chiara era incinta di nove mesi) a partecipare ai funerali a Roma. «In Francia sono stati molto più rispettosi con me: questo resta fortunatamente un Paese più decente in un simile campo». Non è la prima volta che Chiara Mastroianni accusa la Tato di voler usurpare l'immagine e la figura del padre. In una recente intervista al Corriere della Sera, Chiara spiega- va il veto alla vendita alla Rai della versione fumata della pièce «Le ultime Lune» come reazione alla «pretesa» della Tato di «essere l'unica ad avere titoli per la tutela dell'immagine. Noi fighe le contestia¬ mo questo ruolo e sosteniamo il nostro diritto a intervenire anche in questo campo. E' un contenzioso che va molto oltre l'aspetto economico e sul quale deciderà il tribunale». Il 12 dicembre scorso, una settimana prima di morire, Mastroianni fece inserire nel testamento una clausola con cui affidava il diritto di protezione e utilizzo della propria immagine alla Tato. La clausola conferisce alla regista il diritto di autorizzare la diffusione, integrale o parziale, di film, estratti, interviste, pubblicità, fotografie, libri e in generale di ogni opera teatrale cinematografica, televisiva e letteraria che riguardi Mastroianni. La notizia venne diffusa dalla Tato in un'intervista alla rivista americana «Variety», e suscitò la reazione della famiglia dell'attore, in particolare della moglie Flora, l'unica donna che Mastroianni abbia mai sposato. In un'intervista a Gente, Flora Carabella ha avuto parole molto dure nei confronti della Tato, rivelando il suo stupore dopo aver letto sui giornali che il marito era morto nella sua casa di Parigi: «Non sapevo che Marcello avesse preso a Parigi un'abitazione sua. Io e mia figlia Barbara sapevamo che abitava in albergo. Tempo fa, quando stava ancora bene, andammo a trovarlo proprio in albergo: Marcello diceva di vivere là, ho sempre chiamato quel numero e mai in una casa privata. Mi viene da pensare che la casa dove è morto non sia la sua ma di Anna Maria Tato. (...) Di una cosa sono sicura: se Marcello avesse capito che quelli erano i suoi ultimi giorni, non sarebbe andato in quell'appartamento». Ben altre parole riservava la Carabella, sempre nell'intervista a Gente, a Catherine Deneuve, «una donna molto simpatica e molto disponibile», e a Chiara: «Quando nacque mi affezionai a lei. Mia figlia Barbara e Chiara sono amiche. L'amicizia che mi legava a Marcello era più forte di tutto: eravamo come un grande clan». Aldo Cazzullo «Sono stati un po' cafoni a escludere mia sorella Barbara e me dalla Mostra» «Il film della Tato, parziale e infedele. Nasconde parti intere della sua vita» nvitata» o, parziale onde sua vita» troianni. Nella tra è ritratta, da n il papà ui accanto on il padre malato, so di Cannes Chiara Mastroianni. Nella foto a sinistra è ritratta, da piccola, con il papà Marcello; qui accanto è sempre con il padre già molto malato, l'anno scorso al Festival di Cannes