Incentivi per l'edilizia garantiranno le banche

Incentivi per l'edilizia garantiranno le banche GLI AIUTI ALLA CASA Incentivi per l'edilizia garantiranno le banche ROMA. Dopo l'auto, la casa. Superato il punto morto di alcuni giorni fa, sembra vicina a concludersi la discussione nel governo sugli sgravi per rilanciare l'edilizia. I contribuenti potranno dedurre dall'imponibile escale una parte delle spese sostenute per lavori di ristrutturazione. Però - per evitare di dare il via a un mercato di false fatture - dovranno dimostrare di averle sostenute davvero, quelle spese. La soluzione la si sta cercando in un accordo con le banche: sarebbero loro a certificare che un versamento di denaro è avvenuto davvero. Nei giorni scorsi, c'erano stati momenti di contrasto forte tra Paolo Costa, ministro dei Lavori pubblici, e Vincenzo Visco, ministro delle Finanze. L'idea degli sgravi è venuta personalmente da Romano Prodi, ma Costa si era affrettato a far preparare dai suoi tecnici un progetto che alle Finanze non è piaciuto per niente. Ora, con l'intervento di Palazzo Chigi - oltre a Prodi si è impegnato anche Walter Veltroni - le posizioni si sono avvicinate. Per l'appunto ieri Costa ha smentito i dissensi e ha riconosciuto che i dettagli tecnici del provvedimento tocca a Visco stabilirli. L'idea sulla quale c'è l'accordo è di tentare di ripetere 1'«effetto auto». Gli incentivi alla rottamazione hanno stimolato l'economia, non solo cancellando ogni perdita di gettito fiscale nel settore, ma aumentandolo attraverso una maggior crescita dell'economia. Naturalmente ora molti settori produttivi si sono messi a chiedere sussidi vantando di poter ripetere su scala minore ciò che è successo per l'auto. Ma nel governo c'è l'orientamento di fermarsi a due: solo l'edilizia dà una ragionevole prospettiva di ricadute positive sull'economia superiori al costo degli sgravi. Visco, che all'inizio resisteva, ha poi posto due condizioni. La prima è che il provvedimento si possa prevedere a costo zero con analisi non campate in aria; la seconda è che non si aprano varchi all'evasione. Nei giorni scorsi i tecnici avevano discusso se la presentazione della fattura (che spesso in casi di ristrutturazione non esiste nemmeno, perché si fa tutto in nero) fosse una garanzia sufficiente. C'erano dubbi. Ora è spuntata la nuova ipotesi della certificazione bancaria del pagamento, a cui come si poteva atten¬ dersi le banche riluttano. «Incentivare la manutenzione e non la costruzione», come diceva ieri Costa, è l'obiettivo del governo. Non servono nuove case, serve rendere migliori quelle che ci sono. Alle Finanze c'è qualche dubbio che gli sgravi possano davvero provocare una massiccia emersione di lavoro nero; si punta piuttosto sullo stimolo a iniziative nuove. La forma tecnica - è stato deciso - sarà quella della deduzione di imponibile. Ancora da stabilire è per quale quota (i Lavori pubblici hanno proposto un quarto) le spese vive di manutenzione edilizia potranno essere dedotte. Dove invece il dissenso resta, è sugli incentivi al mercato degli affitti, idea questa dei Lavori pubblici prima con Di Pietro e poi con Costa. Visco continua a sostenere che i soldi non ci sono e che gli effetti sarebbero dubbi. [s. 1.] Il ministro dei Lavori Pubblici Paolo Costa

Persone citate: Di Pietro, Paolo Costa, Prodi, Romano Prodi, Vincenzo Visco, Visco, Walter Veltroni

Luoghi citati: Roma