I poteri di Draghi e i timori sbagliati
Il vero pericolo è la mancanza di responsabilità ANALISI /poteri di Draghi e i timori sbagliati E critiche al Direttore Generale del Tesoro (ed alla sua squadra dimostrano quanto l'Italia sia ancora lontana dal diventare un Paese «normale». Già, perché è a questa «normalità» che il Tesoro sembra lavorare. A far sì, cioè, che il Paese disponga di un settore pubblico ridimensionato ma dignitoso, di un mercato azionario che attragga gli investitori, di un sistema bancario che funzioni, di fondazioni bancarie che svolgano una qualche funzione economica e sociale e non siano solo impropri centri di potere (quanto coraggio ci vuole, da quest'ultimo punto di vista...!). Perché, dunque, tutte queste critiche? Senza voler pensare male (e facendolo, si rischierebbe di non sbagliare), si può dire che il nostro sistema tenda a sopporta- Mario Draghi re male le strutture che dispongono di forza e poteri decisionali superiori alla media (peraltro assai bassa). Ma i poteri «sostanziali» di cui gode il Direttore Generale del Tesoro non sono dissimili da quelli nelle mani dei suoi omologhi francese e inglese. In Gran Bretagna, alcuni alti funzionari dello Stato vengono significativamente definiti «permanent undersecretary», a dimostrazione del ruolo istituzionale che rivestono e della natura, certo non solamente tecnica, dei problemi che sono abilitati a trattare. L'Italia non è una «polis» dell'antica Grecia od un piccolo Cantone svizzero. Non lo è nel senso Il vero è la madi respo pericolo ncanza nsabilità che talune decisioni non si possono assumere convocando la gente in piazza. E non lo è nel senso che i mutamenti tecnologici, quelli normativi e l'allargamento dei mercati sottraggono inevitabilmente alcuni poteri e scelte alla tradizionale prassi decisionale dei sistemi liberali. Si pone pertanto un ovvio, duplice problema. Da un lato è necessario assicurare agli organi elettivi un adeguato controllo sui poteri esercitati da coloro che non traggono la propria legittimazione direttamente dalla volontà popolare. Dall'altro lato è altrettanto rilevante disporre di strutture flessibili, di «eccellenza» e non condizionate dalla continua ricerca del consenso (che, si badi, non significa in alcun modo indipendenza dal potere politico) per affrontare specifici problemi di grande rilevanza e complessità, in un Paese dove settori quali le imprese pubbliche e le strutture societarie e finanziarie accusano ritardi impressionanti. Sono stati decenni di assenza di esercizio del potere (nel senso migliore del termine) e la non assunzione di responsabilità da parte delle più elevate strutture della burocrazia statale a condurre l'Italia pericolosamente alla deriva. Sta in coloro che ancora seguono questo comportamento il vero pericolo per la democrazia, non nella capacità decisionale del professor Draghi. Alessandro Pansa isa^j Il vero pericolo è la mancanza di responsabilità Mario Draghi
Persone citate: Alessandro Pansa, Mario Draghi
Luoghi citati: Gran Bretagna, Grecia, Italia
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