Hpi fa rotta su Valentino Trattative per l'acquisto di Ugo Bertone

Hpi fa rotta su Valentino Trattative per l'acquisto Il Gft produrrà anche per Fusco Hpi fa rotta su Valentino Trattative per l'acquisto La casa di moda fattura circa 1500 miliardi ed è fortissima pure sui mercati orientali Maurizio RomitiMILANO. Eccolo il vero terremoto nel modo della moda, in attesa delle prossime mosse di Armani e della quotazione della maison Versace. La Hpi, la holding di partecipazioni industriali nata dalla scissione della Gemina, sta trattando l'acquisizione della maison Valentino, una delle cattedrali del «made in Italy». Nell'attesa, attraverso il Gft, ha messo a segno un altro colpo da novanta: il gruppo produrrà e distribuirà la prima linea di Fusco, un altro dei giganti dell'alta moda italiana. E' una conferma della qualità produttiva del gruppo ma, soprattuto, della sua capacità di proporsi come protagonista anche nel settore della distribuzione, estremamente difficile in quella nicchia di mercato. Ma torniamo a Valentino. Il rapporto tra il «divino», il sarto che ha saputo vestire i miti di questo secolo (si va da Sofia Loren a Jackie Kennedy Onassis, da Liz Taylor ad Ava Gardner per finire con Lady Diana), e il Gft risale al '79. Da allora il gruppo produce, su licenza, varie linee dello stilista: la «boutique», il «prèt-à-porter», «Miss Valentino» e «Valentino uomo». In tutto, circa 200 miliardi sui 1400 miliardi del fatturato di gruppo a fine '96 (per il '97 le previsioni parlano di 1500 miliardi, di cui il 40% sui mercati del Far East). Anche per questo motivo la Hpi, proprietaria del Gft, parte in prima fila nelle prospettive di riassetto finanziario del gruppo. Valentino e Giancarlo Giammetti, amministratore delegato e socio del «Valentino group» (i due controllano rispettivamente il 65 e il 35%) non hanno mai fatto mistero del problema della successione. «Valentino ed io - ha dichiarato Giammetti in un'intervista del marzo scorso al "Sole 24-Ore" - abbiamo creato questo business dai primi Anni Sessanta ed è una necessità umana non gettarlo al vento o metterlo in mani sbagliate». I due protagonisti della creazione dell'impero non hanno l'età (Valentino Garavani ha 65 anni, Giammetti 60) per sostenere programmi e investimenti a lungo termine e, quel che più conta, non hanno eredi diretti in grado di gestire un gruppo di quelle dimensioni e complessità. Valentino ha un nipote, Piero Villani, ingegnere, 44 anni, che si occupa dei sistemi informatici del gruppo ma non ha alcuna velleità creativa e gestionale. Di qui la necessità di costruire un ponte sul futuro per la «casa» che ha saputo contribuire al mito di Farah Diba e, soprattutto, di Jacqueline, la «First Lady» che ha assicurato il decollo del sarto che ha fatto la sua gavetta, giovanissimo, a Parigi sotto la guida di Jean Dessés e Guy Laroche. A questo scopo i due hanno affidato un mandato delicato a Claudio Costamagna di Goldman Sachs, che ha portato a termine un progetto di riordino finanziario del gruppo, in vista di un matrimonio conve- niente per tutti. Non è un percorso facile, come dimostra il fatto che in passato è già fallita (per motivi di prezzo) l'unione con Bulgari. Difficile da battere, secondo gli analisti finanziari, sarebbe anche la via della quotazione in Borsa perché, a differenza di altre griffes, come Gucci o Armani, la maison Valentino ha conservato la struttura della casa di moda, dove si segue più di tutto la parte creativa e non, come è accaduto da Armani, Gucci o Versace, la via di una struttura industriale più consolidata. Eppure i pretendenti non mancano. Non è un mistero che i colossi del lusso francese, a partire da Lvmh, hanno corteggiato a lungo lo stilista. Ma, dopo mesi di confronto serrato, a questo punto sembra favorita la pista di Hpi, anche perché, dopo il fallito matrimonio con Marzotto, la holding di via Turati non ha smesso di perseguire l'obiettivo della creazione di un polo industriale e finanziario del «made in Italy» di cui gU accordi con Valentino e Fusco non sarebbero che i primi pilastri per costruire, fmabnente, un'azienda globale in uno dei pochi settori in cui il «made in Italy» detta legge. Ugo Bertone Maurizio Romiti Lo stilista Valentino Garavani

Luoghi citati: Lvmh, Parigi