Acqui la guerra delle ronde di Piero Bottino
Camicie azzurre a caccia di immigrati per denunciarli e intascare la taglia del sindaco Camicie azzurre a caccia di immigrati per denunciarli e intascare la taglia del sindaco Acqui, la guerra delle ronde Forza Italia copia i leghisti ACQUI TERME. Dopo le camicie verdi, le camicie azzurre; dopo la milizia «padana», quella «italoforzuta». Insomma: se voi suonate le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane. Non c'è mai niente di nuovo sotto il sole d'Italia. Così il coordinatore acquese di Forza Italia, Paolo Bruno (38 anni, commercialista, sposato, due figli) ieri ha potuto annunciare la nascita di un nuovo «corpo» di pronto intervento per identificare gli immigrati clandestini: «Ho già ordinato 50 camicie azzurre e altrettanti cappellini da fare indossare ai volontari. Le ronde cominceranno il 20 settembre». Sulle camicie ci sarà il simbolo di FI? «No, avranno il mio nome». E' dunque meglio precisare subito che, contemporaneamente, Bruno annuncia di essere il candidato sindaco di Forza Italia alle elezioni di novembre. Il suo nome girava da tempo, si attendeva il «sì» del Polo. Certo non sarà un assenso facile almeno per il Cdu, il cui segretario cittadino Francesco Cattafi nei giorni scorsi aveva parlato di extracomunitari irregolari impegnati nella vendemmia «per un tozzo di pane». E Bruno lo apostrofa: «Chi aiuta a vendemmiare sono amici e parenti dei proprietari, offende gli acquesi chi afferma il contrario». Ma il bersaglio grosso è il sindaco leghista Dino Bosio - che Bruno sfiderà a novembre - e la mozione votata dal «Carroccio» in consiglio comunale sulla «taglia» («Rimborso spese, prego» puntualizzano i bosiani) di un milione per ogni clandestino denunciato e rimandato a casa, iniziativa che ha spedito Acqui in prima pagina. «Ma quella è una "boutade" uno scoop elettorale, non credo che il sindaco metterà mai in pratica la sua promessa». Invece, le camicie azzurre? «La nostra è una risposta concreta. Il nostro motto è: fatti, non parole. Identificheremo i clandestini, li denunceremo alle forze dell'ordine e poi andremo in Comune a pretendere il milione per ogni denunciato, da devolvere ovviamente in beneficenza». E c'è anche lo sportello telefonico di «Acqui sicura»: il numero (0144/356966) della sede di Forza Italia a cui i cittadini «termali» si potranno rivolgere per «le proprie segnalazioni in tema di immigrati clandestini». Ma sul famoso milione per ogni «capo» di clandestino anche il sindaco Bosio comincia ad andarci cauto: «La nostra era una proposta provocatoria, un invito ad avviare un dialogo su un problema che si sta aggravando. Quella di Bruno è solo una trovata elettorale». Rilanciata la palla al mittente, aggiunge un perfido augurio: «Spero che il ministro Napolitano tratti le camicie azzurre come ha trattato quelle verdi». Acqui assiste a tutto questo divisa e anche un po' sconcertata: in un paio di giorni i partiti d'opposizione hanno raccolto in piazza 500 firme contro la taglia sui clandestini. Un numero «medio» in una città di 20 mila abitanti, solitamente distratti da altre cose (in questi giorni, la vendemmia): sono petizioni che non fanno notizia. Meglio le «camicie azzurre» per perseguire almeno uno degli obiettivi del programma di Bruno: «L'inserimento della città e delle sue terme all'interno di una serie di circuiti nazionali pubblicitari sia televisivi che della carta stampata». E Forza Italia? Berlusconi pianse in Puglia, con gli albanesi. Il senatore Marcello Pera, raggiunto al telefono, sull'iniziativa acquese si limita a dire: «Non ne so un accidente, ma dalla descrizione non mi sembra una grande idea. Di camicie in questo paese ne abbiamo già avute abbastanza. E poi smettiamola con questa mania degli abbigliamenti colorati per forza, in stile divisa. Sarebbe ora di vestirsi un po' più casual». Lui scherza, ma ad Acqui a novembre andranno a votare anche su questi candidati. Piero Bottino Camicie verdi della Lega: le ha schierate in campo anche il sindaco di Acqui
Persone citate: Berlusconi, Bosio, Dino Bosio, Francesco Cattafi, Marcello Pera, Napolitano, Paolo Bruno
Luoghi citati: Acqui, Acqui Terme, Italia, Puglia
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