La difficile eredità di Nirmala

La difficile eredità di Ninnala IL FUf URO DELL'ORDINI La missionaria che succede a Madre Teresa dovrà affrontare il radicalismo indù e rassottigliarsi delle donazioni La difficile eredità di Ninnala Mille trappole per la nuova superiora CALCUTTA DAL NOSTRO INVIATO Al centro della navata, chiusa nella sua vetrina di cristallo, Madre Teresa in questo quarto giorno della sua morte è ormai un monumento di carne grigia consegnata al dolore pubblico, in rispetto delle norme che la nuova civiltà dei mass media impone anche ai cadaveri. I giorni passano tutti uguali, qui a Calcutta. Anche oggi piove di brutto, e pioveva di brutto ieri e l'altro ieri. E come ieri e l'altro ieri, anche oggi una coda di gente si allunga di fronte al portale della chiesa di Saint Thomas. Le storie dei santi, a raccontarle, e a capirle, chiedono la fede. Il povero cronista che è senza fede naviga fradicio di pioggia nelle strade di Calcutta, e osserva questa piccola folla muta che oggi, come ieri, come l'altro ieri, chiede soltanto di pagare' un tributo di riconoscenza a Madre Teresa, l'ultimo tributo possibile. . Lui, il cronista, che un ombrello zoppo ripara a stento dal diluvio che ci cade addosso, teme di non capire. Ma la piccola folla che non si cura della pioggia ha un dovere da compiere. «Per essere qui io ho dovuto chiedere un permesso al mio padrone», dice Sami Ninnai, che lavora in una conceria e ha la testa e la camicia che grondano acqua. Il cronista chiude il proprio ombrello zoppo, e se ne va in silenzio. Forse non capisce, o forse si vergogna anche del paracqua. La storia pubblica dì Madre Teresa è tutta qui, in questo circolo virtuoso che la sua fede riusciva a disegnare sempre e dovunque. Nel mondo d'oggi la fede mostra qualche difficoltà a ritrovarsi, anche le cronache dei giornali stentano a riconoscerla; eppure la folla muta che s'allunga di fronte a Saint Thomas, un suo passaggio in quel circolo virtuoso va a prenderselo di sicuro. Sami Nirmal è indù, crede nei suoi dei, non sa nulla di un uomo nato qualche millennio fa in Palestina e che si chiamava Cristo; ma ugualmente è venuto a salutare la vecchia suora che la morte ha colorato di grigio. Sami è un uomo di fede, il cronista lo testimonia. Ma Sami, quando arriva nella navata di Saint Thomas, saluta un tempo, una storia, che sono finiti per sempre. L'avventura terrena di Madre Teresa si chiude ora dentro la bara che sabato verrà calata nella cripta della Casa delle Missionarie della Carità; quello che resta, dovrà fare a meno della sua presenza straordinaria, di quel carisma capace di portare nei cerchi della virtù anche Satanasso, se Satanasso aveva dei quattrini, da spillargli per aiutare i poveri, i disperati, i senzafamiglia. E questo che resta è un'organizza zione forte quanto un governo multinazionale, con un bilancio di milioni di dollari, 5000 suore, < 550 istituti che in 115 Paesi ope rano e aiutano migliaia e migliaia di miseri della terra. Le Missionarie avevano già scelto chi sarebbe succeduta Madre Teresa; la domanda ora è se l'eredità soprawiverà alla morte, e come noprawiverà. La nuova superiora, Ninnala Joshi, ha 62 anni e sembra la sorella del la vecchia monaca che sta nella bara di vetro: è piccola come lei, minuta, con mille rughe in viso, e come lei esprime dolcezza, umiltà, e forza insieme. Ma suor Ninnala è una storia ancora tutta da inventare, mentre le 5 mila suore, i 550 istituti, i 50 mila assistiti, continuano a chiedere soldi, fondi, aiuti, cure. La carità costa, è un pozzo senza fondo. Riaperto il suo ombrello zoppo, il cronista gira per Calcutta a raccogliere notizie, informazioni, dati. Va nelle banche, all'università, ai vescovado, va nei palazzi del potere, incontra altri missionari; cerca di capire. E capisce che, per quanto brava e coraggiosa e armata di fede possa essere suor Ninnala, questo che comincia ora è davvero un momentaccio per le eredi di Madre Teresa. Dice il banchiere: «Uno stand-by, una sospensione, nel flusso degli aiuti è certo. Chi dava, ora aspetta, vuol capire». Dice il sociologo: «L'iden¬ tificazione di Madre Teresa con il suo lavoro era totale. Lei era diretta, conquistava e affascinava l'interlocutore; ma la personalizzazione mediatica nuocerà al suo legato». Dice il missionario indiano: «Nel tempo d'oggi, la parola e la mano tesa non bastano. Noi ci proviamo, ma occoree anche altro per smuovere la freddezza dei cuori». Dice il prete: «Ho fiducia nel Signore. Quando Madre Teresa ha cominciato, non aveva niente, solo le sue mani. Suor Ninnala ha tanta fede». Pare che la fede riesca anche a muovere le montagne. Qui, a Calcutta, molti di coloro che fanno la coda davanti al portale di Saint Thomas lo testimoniano. Ma alcuni segnali raccolti nei palazzi del potere fanno credere che la realtà preferisca mostrarsi diffidente. Già la scelta di suor Ninnala era un'indicazione: quando il «Concistoro» delle suore si riunì, a marzo scorso, tutti erano convinti che la scelta sarebbe andata su suor Priscilla, o suor Frederick, che da anni lavorano pubblicamente accanto a Madre Teresa, assistendola nel concreto dei problemi pratici del loro ordine; però le due «sister» meglio piazzate sono europee, bianche. La loro sconfitta era inevitabile. Da qualche tempo, infatti, l'Ordine delle Missionarie è sotto tiro, qui in India, perché il nuovo - e sempre più forte - fondamentalismo induista attacca con durezza ogni progetto e ogni istituzione che possano negare l'identificazione di questo Paese con la religione indù. Il Barathya Janata Party è ormai il primo partito del Parlamento indiano, e le sue organizzazioni mordono duro su ogni attività che presenti commistioni con influenze «straniere». Suor Ninnala è indiana, è nata 62 anni fa da una famiglia di bramini; il suo profilo anagrafico era inattaccabile, e concilia anche le diffidenze del Bjp con il desiderio del Vaticano di «indianizzare» la Chiesa locale. (Il Vaticano anzi, nella sua infinita saggezza diplomatica, ha deciso che a rappresentare il Papa ai funerali di sabato venga il cardinale Lourdeswamv, il cardinale non ha un altissimo profilo pubblico, ma ha un vantaggio inattaccabile: è indiano anchelui). C'è poi il problema della nuova identità da dare al lavoro umanitario dell'Ordine delle Missionarie. I santi vanno in paradiso, beati loro, e però sulla Terra i loro fratelli sono lasciati a sbrogliarsela da soli. Suor Ninnala e le sue sorelle contano molto sulla fede, e sui ritratti di Madre Teresa che accompagneranno sempre i loro istituti, i centri di assistenza, le case di ricovero. Ma Madre Teresa era una donna che si presentava al capo del governo dell'Assam e gli diceva senza giri di parole che lei aveva bisogno di un pezzo di tena, gratis, certo, per costruirci un ricovero di disperati; poi andava dai due più grandi mdustriali edili dell'Assam, e gli diceva che lei aveva bisogno che le costruissero il ricovero, gratis naturalmente. Il capo del governo concedeva gratis il terreno, i due industriali tiravano su i muri e ci mettevano anche i letti senza chiedere nemmeno una rupia. Suor Ninnala, così dolce, così indifesa (lei dirigeva la sezione «contemplativa», cioè quella delle suore-suore, dell'Ordine), se si presenta al capo del governo del Kerala, o dell'Uttar Pradesh, e gli chiede un terreno per farci un ricovero dei disperati, come finirà? Le suore della vecchia Casa di Nimar Hriday ora non vogliono incontrare i giornalisti, almeno fino a domenica. Sono raccolte nel loro dolore. Forse anche nel loro timore. La fede che muove le montagne deve anche poter pagare i conti di fine mese; non è detto che ci riesca. Nella piccola chiesa, accanto alla bara di vetro ora hanno messo due ventilatori potentissimi, per raffreddare l'aria. Qui ci sono 35 gradi e un'umidità al 96 per cento; sabato è ancora lontano. Ma la coda di gente è già in lunga fila alle prime ore del mattino. E molti hanno in mano un mazzolino di fiori. Il cronista ha chiesto quanto lo paghino; sono 15 o 20 rupie, qualcosa come 800 o 1000 lire. Pare nulla, ma in India c'è gente che con 1000 lue ci campa una settimana. E' poi la stessa gente che ha quei fiori per Madre Teresa, nella coda che aspetta di entrare a Saint Thomas. Il cronista osserva i misteri della fede. Mimmo Candito Un banchiere di Calcutta: «E' certo uno stop degli aiuti. Quelli che davano, aspettano Vogliono capire come cambierà l'istituzione» Continua senza soste la processione a Saint Thomas Molti poveri usano la paga di una settimana per comprare fiori LMtsrlzlnlpp Calcutta è in lutto per la morte di Madre Teresa e i suoi poster decorano uno degli «ostelli» per i poveri. NelPaltra foto, il dolore delle missionarie, raccolte in preghiera

Luoghi citati: Calcutta, India, Palestina