Il conte Spencer lancia un'altra sfida

Dopo l'offerta della Regina. I giornali si impegnano a non pubblicare foto «rubate» dei principi Dopo l'offerta della Regina. I giornali si impegnano a non pubblicare foto «rubate» dei principi Il conte Spencer lancia un'altra sfida «Restituire a Diana il titolo di Altezza Reale? No grazie» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Appaiono le prime fotografie del tappeto di fiori sotto i quali è sepolta Diana, i fiori del pubblico fatti portare in barca da Charles Spencer nell'isolotto di Althorp Park; ma sull'onda dell'emozione popolare il giovane fratello della principessa insiste nel braccio di ferro con la famiglia reale, che replicando agli appelli popolari aveva ipotizzato di restituire a Diana il titolo di «altezza reale», toltole un anno fa al momento del divorzio da Carlo. «Diana non avrebbe desiderato cambiamenti di stile e di titolo rispetto a come era conosciuta al momento della morte», ha tagliato corto il conte. Ammette un portavoce delia regina: «Sì, è vero: Buckingham Palace lo aveva consultato». E' il secondo schiaffo in due giorni, dopo le accuse di sabato durante l'orazione funebre all'abbazia di Westminster. Sono giornate in cui, che piaccia o no ai Reali e a chi ricorda il Charles Spencer del passato, il fratello di Diana resta in primo piano. Facendosi fotografare fra i fiori della tomba, appunto. Aggiungendo fiele ai suoi rapporti con i Reali. Ma anche rivolgendosi al pubblico del più grande funerale che si sia mai visto, per dire il grazie della sua famiglia: «I fiori, le lettere, i telegrammi, decine di migliaia che sono stati, hanno rappresentato una fonte di conforto e di orgoglio per tutti noi. Ci hanno davvero aiutato a superare il lutto della sua morte». Ma l'Inghilterra ribolle ancora. Ieri la bandiera britannica, che da sabato sventolava a mezz'asta su Buckingham Palace, è stata ammainata; ma a migliaia, come nei giorni che avevano preceduto il funerale, gli inglesi sostano davanti a Kensington Palace per lasciare qualche fiore, messaggi d'amore per Diana, o semplicemente per firmare - le code sono sempre lunghe alcune ore - i libri delle condoglianze. I negozi fanno scarsi affari, per il senso di depressione che ha colpito l'intero Paese; e c'è già chi fa i conti, dicendo che nel mese di settembre i consumi diminuiranno dell'uno per cento in seguito all'«effetto Diana». Si sta facendo largo, a valanga, la proposta d'intitolare a Diana l'aeroporto londinese di Heathrow. L'ha colta al balzo il leader laborista William Hague, battendo una volta tanto sul tempo Tony Blair: «Heathrow - egli ha detto - è uno dei nostri principali cancelli sul mondo e altri Paesi come gli Stati Uniti e la Francia hanno dato ai loro aeroporti i nomi di grandi personalità pubbliche». Ma soprattutto, nell'Inghilterra che si risveglia ora dal grande rito del dolore collettivo, e che apprende quasi con sollievo che la collana di Bulgari con zaffiri e diamanti comperata da Dodi Al Fayed per la sua principessa non è stata rubata ma è stata ritrovata fra i rottami della Mercedes, in quelringhilterra si assiste, inatteso, all'esame di coscienza della stampa. Dopo le parole di Charles Spencer, che sabato aveva accusato i giornali di avere perseguitato Diana, alcune testate hanno annunciato ieri la loro intenzione di voltare pagina: niente più foto che «invadano la vita privata di William e Harry», ha promesso il «Sun»; niente più foto dei principi «in situazioni private», ha fatto eco l'«lndependent» che non è peraltro fra i giornali sotto accusa; nessuna foto scattata dai paparazzi, ha aggiunto il «Daily Mail», sarà acquistata senza l'esplicito benestare del proprietario del giornale, il visconte Rothermere. E tutti a leggere il ricordo di Diana scritto da Rosa Monckton, proprietaria di una gioielleria, moglie del direttore del «Sunday Telegraph» e per anni amica della principessa. «Aveva due personalità», ha scritto e tre giornali hanno già pubblicato: «Una buia, simile a un animale ferito e intrappolato; l'altra solare, che riempiva di euforia». E' un ritratto commovente, quello della vecchia amica: «Non era particolarmente intelligente, spesso sembrava ingenua, le era difficile accettare le critiche; ma aveva un'intuizione brillante, un'infinita capacità di amare e di identificare chi soffriva. Non era una santa: era vulnerabile e debole come tutti noi, anzi di più». [f. gal.] Il leader laborista propone di intitolarle l'aeroporto di Heathrow Un'amica la ricorda sui quotidiani «Vulnerabile e debole come tutti»

Persone citate: Charles Spencer, Dodi Al Fayed, Tony Blair, William Hague

Luoghi citati: Bulgari, Francia, Inghilterra, Londra, Stati Uniti