«Papà ha un regalo per voi» poi le uccide

Roma: le ha colpite mentre donnivano sull'auto stringendo le bambole appena ricevute Roma: le ha colpite mentre donnivano sull'auto stringendo le bambole appena ricevute «Pupa ha un regaio per voi»: poi le uccide Un ex poliziotto ammazza lefigliolette e si spara ROMA. Un uomo tranquillo. «Un pezzo di pane», addirittura, nei ricordi dei vicini di casa. Una bomba a orologeria, carica di dolore, che è improvvisamente esplosa nella notte tra domenica e lunedì. Così un uomo, un ex poliziotto, ha sparato tre colpi della sua «38», nel silenzio di una stradina di periferia: uno alla figlia Veronica, 4 anni, l'altro alla figlia Valentina, 7 anni. Il terzo l'ha riservato a sé. Angelo Sinisi, 46 anni, è stato trovato riverso, al posto di guida della propria auto, lunedì mattina. Sui sedili posteriori i cadaveri delle sue due bimbe. Sono le 11 quando al «113» arriva la chiamata, anonima, di un uomo, forse il cliente di una prostituta: in via del Cappellaccio... dove c'è il viadotto della Magliana... proprio vicino al Tevere. Tre cadaveri, un uomo e due bambine. E sangue sui sedili. Gli agenti della Mobile accorrono, con un gran brutto presentimento e una sensazione di ghiaccio nelle vene: la sera prima, una lo- ro collega aveva denunciato la scomparsa dell'ex marito e delle due figliolette che era andato a prendere per la rituale visita della domenica. Possibile che...? La prima volante copre il percorso fino alla zona segnalata a tutta velocità. Imbocca la stradina, in mezzo agli alberi: un luogo appartato. L'Alfa 164 verde è parcheggiata di lato, sotto il viadotto. Il timore si trasforma in tragica certezza alla vista dei corpi. E' lui l'ex marito scomparso, sono loro le bambine che non potranno tornare a casa, dalla loro madre. Ora gli agenti si mettono subito al lavoro, le indagini, per un caso in cui la dinamica si offre con drammatica evidenza, sono coordinate dal capo della Mobile D'Angelo e dalla dottoressa Monaldi: la strada viene bloccata al traffico, si eseguono i rilievi di rito, si chiama il magistrato di turno che si occuperà del caso, Andrea De Gasperis. Si perquisisce l'auto, si setaccia la casa dell'ex colle¬ ga, in via Simone Martini, alla inutile ricerca di un biglietto, di una frase lasciata dal parricida suicida che possa spiegare come l'uomo sia giunto al punto di non ritorno e perché abbia deciso di portarci anche le due figlie. Sul posto, intanto, arriva la baby sitter delle bambine, sconvolta. La madre è straziata dal dolore e.intorno a lei si chiude il manto protettivo dei colleghi e dei parenti. Gli agenti sanno che Angelo Sinisi era stato uno di loro, poi, un anno e mezzo fa aveva lasciato il lavoro, era andato in pensione: prima aveva fatto parte della squadra Mobile, ma negli ultimi anni era impiegato nella squadra della Scientifica. Guardano le due bimbe, gli agenti: le piccole hanno una bambola per una. Forse un ultimo regalo prima della follia del loro padre? Una cosa si augurano: che lui le abbia uccise mentre dormivano, forse dopo averle portate a fare un lungo giro in auto perché il ronzìo del motore e il movimento della mac¬ china le facesse, lentamente, scivolare nel sonno. Non aveva dato segni di squilibrio, in passato, Angelo Sinisi. «Se non fosse stato così commenta una sua collega -, il giudice non avrebbe permesso che visitasse le bambine dopo la separazione dalla moglie». Una separazione, avvenuta sette mesi fa, alla quale Sinisi non voleva rassegnarsi. Continuava a fare pressioni sulla moglie, voleva convincerla a tornare a vivere nella casa di via Martini, dove ormai era rimasto solo. La ex moglie, Rosaria Scuderi, 34 anni, agente di polizia, anche lei impiegata nella squadra Scientifica, non cambiava idea. Per lei, l'incompatibilità di carattere con l'ex marito non era questione sanabile e dunque non aveva avuto dubbi nel rimanere ferma sulle proprie posizioni. Aveva subito qualche discussione, pensando che, col tempo, l'uomo si sarebbe rassegnato e tutti avreb¬ bero ritrovato la serenità. Deve averlo pensato fino a sabato sera, Rosaria Scuderi. Alle 21 era a casa, pronta ad accogliere le sue bambine che avevano trascorso, come facevano ormai da sette mesi, la domenica con papà. Chissà dove le avrà portate, si sarà chiesta mentre aspettava, chissà se si sono divertite? Poi il tempo aveva preso a rallentare all'improvviso. Le 21 erano passate, poi anche le 22. Minuti interminabili. Al telefono Angelo non rispondeva. In strada non si vedeva ancora la sua auto, per le scale non si udivano ancora le voci delle due piccole. Poco prima delle 23, Rosaria Scuderi, con il cuore pesante è corsa al vicino commissariato San Paolo. Si è presentata ai colleghi: «Devo denunciare la scomparsa delle mie figlie. Sono uscite questa mattina. Con il loro padre». Daniela Daniele Le bambine avevano quattro e sette anni Avevano trascorso l'intera domenica con lui secondo i turni del giudice sa / Anche la moglie lavora nella polizia La coppia si era separata sette mesi fa ma lui non si era mai rassegnato all'addio Né sull'auto né a casa sono stati trovati messaggi per spiegare il gesto di follia I vicini di casa: «Era un pezzo di pane» sa /

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