«Processate Craxi per evasione fiscale

«Processate Craxi per evasione fiscale Replica da Hammamet: non so di cosa parlano. I legali: è una persecuzione «Processate Craxi per evasione fiscale » Il pool: un miliardo e mezzo di tasse non pagate MILANO. Evasione fiscale. Una nuova richiesta di rinvio a giudizio per Bettino Craxi è arrivata ieri da Milano, dove il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio ha accusato l'ex leader del psi di non aver pagato tasse per oltre un miliardo e mezzo negli anni tra il 1990 e il 1992. E' la prima volta che nell'inchiesta mani pulite viene chiesto un rinvio a giudizio per un reato di carattere fiscale. Secondo l'accusa, Craxi non avrebbe indicato imponibili per 300 milioni di lire nella dichiarazione dei redditi dèi 1990, per 470 milioni in quella del '91 e per 800 in quella del '92. Dalle indagini del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle è emerso che si tratterebbe di soldi provenienti da investimenti realizzati su conti correnti aperti in banche estere e riferibili a Craxi. Si tratta, nella maggior parte dei casi, dei conti aperti da Giancarlo Troielli nella Ubs di Lugano e Chiasso, in Svizzera, e di nove conti correnti in banche di Hong Kong e di altri conti in banche in Liechtenstein e Nassau (Bahamas). Ma, sempre secondo l'accusa, Craxi non avrebbe dichiarato redditi provenienti anche da versamenti fatti da Francesco Pacini Battaglia nella Ubs di Zurigo e nella Shanghai Bank di Hong Kong. Gli investigatori, negli atti trasmessi al giudice Maurizio Grigo, si soffermano sul concetto di detenzione dei conti, sostenendo che anche se Craxi non ha materialmente avuto a disposizione il denaro delle tangenti, ha però ricevuto i benefici della detenzione e dell'investimento del denaro all'estero. Immediata la replica di Craxi e dei suoi legali. «Né nel 1990-92 né dopo - ha detto l'ex presidente del Consiglio - ho fatto investimenti di nessuna natura e, men che meno, su conti esteri che io non ho mai avuto. Né ho ricavato redditi di sorta che non abbia dichiarato al fisco. E' evidente che mi attribuiscono fatti con i quali non ho avuto alcun rapporto». Per II suo avvocato, Giannino Guiso, «l'accertamento e il presunto giudizio di responsabilità si fondano su vecchie illazioni scaturienti dal teorema "Craxi non poteva non sapere". E' un ulteriore atto di persecuzione che, ancora una volta, elegge Craxi come unico capro espiatorio di colpe non sue». [r. i.] L'ex segretario del psi Bettino Craxi

Luoghi citati: Bahamas, Hong Kong, Lugano, Milano, Nassau, Shanghai, Svizzera, Zurigo