«Il precursore? Manzoni »

«Il precursore? Manzoni RELIGIONE E POLITICA «Il precursore? Manzoni » De Rosa: i cattolici sono veri patrioti PROFESSOR Gabriele De Rosa, lei che è un illustre storico cattolico ed è stato senatore democristiano, come vede questa uscita di Prodi che collega unità nazionale e cattolicesimo? L'unità non è stata fatta proprio con l'opposizione della Chiesa e dei cattolici? «C'è stato un Risorgimento fortemente laicista e anticlericale e c'è stata una Chiesa antirisorgimentale. E questo è noto. Ma c'è stato fin dall'inizio anche un movimento forte e articolato dei cattolici liberali per l'unità d'Italia, e i nomi dicono tutto: Manzoni, Gioberti, Cesare Balbo, Gino Capponi, ma so¬ prattutto direi Antonio Rosmini». Tutti cattolici visti dalla Chiesa come fumo negli occhi. «Ma guardi che la Chiesa non sono solo il Papa, i vescovi e i preti. C'era e c'è sempre stata una Chiesa di fedeli che ha contribuito largamente all'unità d'Italia, che peraltro non si sarebbe potuta fare senza i cattolici, in un Paese come il nostro. E questa tradizione ha fatto scuola: eredi di quei cattolici liberali che hanno lavorato per l'unità d'Italia sono stati gli Sturzo e i De Gasperi, fedeli alla Chiesa ma autonomi e liberi nel costruire uno Stato unitario e democratico». Oggi invece questo Paese cat- tolico non lo è più, professore: ha senso richiamarsi alla religione come elemento di unità? «Contesterei la sua affermazione. Non è più un paese cattolico se andiamo a contare quelli che fanno la comunione, ma la storia d'Italia, la sua cultura, la sua civiltà nel senso profondo, sono impregnate dello spirito del cristianesimo». Sì, ma da qui a dire, come Prodi, che il cristianesimo è collante dell'unità nazionale, potrebbe sembrare un'esagerazione. «I cattolici liberamente impegnati nella vita pubblica hanno tràslato la virtù cristiana della carità nel valore civile della solidarietà, che è - ripeto - un valore civile, ma con radici profondamente cristiane, e con una valenza fortemente unitiva, in quanto postula la partecipazione di tutti e di ciascuna parte del Paese alla costruzione del bene comune». Un valore che però sta andando in frantumi, non crede? «Sta andando in frantumi proprio nel momento in cui la secolarizzazone spinta, fa mancare alla solidarietà collaborativa quell'humus cristiano in cui è cresciuta». Insomma una società meno cristiana è una società più egoista e quindi meno disponibile a compiere sforzi comuni. E' così? «Non voglio dire che senza il cristianesimo l'unità non reggerebbe, ma certamente questo vincolo spirituale, con tutto il corredo di valori che trasmette, si è configurato di fatto, storicamente, come un legame forte, capace di superare le differenziazioni economiche tra le varie parti d'Italia». Ma se era un valore così forte, perché non sta reggendo? Perché c'è bisogno che il presidente del Consiglio, il Papa, il capo dello Stato lo rievochino? «Perché a un certo punto della nostra storia recente, alcuni cattolici impegnati nella vita pubblica hanno sostanzialmente tradito l'originaria ispirazione solidarista e sociale propria del cristianesimo democratico, avallando scelte politiche a dir poco discutibili». E allora? «E allora molti cattolici democratici si sono sentiti gabbati, altri sono stati travolti dal processo di secolarizzazione, e quel vincolo solidaristico, dell'Italia "una di lingua di sangue e d'altare", per dirla con Manzoni, è stato messo a dura prova. Ha prevalso il criterio dell'interesse locale, del tornaconto soggettivo, in sostanza dell'egoismo. E' prevalso cioè il preciso opposto di quanto il cristianesimo propone nel suo più genuino messaggio di carità». Dunque Prodi ha colto nel segno? «Nella sostanza sì. Poi, beninteso, non basta appellarsi al cristianesimo per salvare l'unità. Ma questo è un altro discorso». Raffaello Masci Il filosofo: i nostri politici non sono autorevoli e allora sottobanco si rifanno all'autorevolezza della parola del Pontefice Lo storico: «La storia stessa dell'Italia la sua cultura e la sua civiltà nel senso profondo sono impregnate dello spirito del cristianesimo» Nella foto a sinistra Lucio Colletti A destra Gabriele De Rosa

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