«Se cade il governo, si vota»

«Se cade il governo, si vola» «Se cade il governo, si vola» D'Alema, ultimo appello a Rifondazione ROMA. Se Bertinotti provoca la crisi sulla riforma dello Stato sociale, l'unica strada sarà quella delle elezioni anticipate. Dopo la pausa estiva, a Botteghe Oscure si fa il punto della situazione e Massimo D'Alema, nel corso del comitato politico riunitosi ieri pomeriggio, si esprime esplicitamente e con durezza sulle conseguenze che verrebbero determinate se il segretario di Rifondazione comunista insistesse sulla posizione di rigidità. «Bertinotti - è uno dei passaggi dell'intervento svolto dal leader della Quercia - si deve mettere in testa che se continua a minacciare fino ad arrivare alla crisi di governo, si andrebbe automaticamente alle elezioni. Non ci sarebbe più spazio per riparare». D'alema avrebbe anche sottolineato che una soluzione di questo tipo si abbatterebbe negativamente su tutto il centro-sinistra. A suo giudizio, però, all'interno del prc non tutti si collocano sulla linea del segretario neocomunista. «Bisogna capire - avrebbe spiegato - se tra Cossutta e Bertinotti c'è veramente intesa. Il fatto che Cossutta non sia andato al vertice con Prodi mi fa venire qualche sospetto. Forse ha voluto marcare la differenza...». Le critiche contro Rifondazione comunista da parte di D'Alema, però, non si sono fermate qui. Anche il caso Mugello non è andato giù al segretario del pds. «Curzi contro Di Pietro - avrebbe ribadito D'Alema - è un errore gravissimo di Rifondazione. E' una cosa che mi spinge a intervnire personalmente, ad aprire le ostilità in prima persona...». Al termine della riunione, il capogruppo della sinistra democratica alla Camera, Fabio Mussi, conferma pubblicamente la posizione della Quercia. «Siamo nella fase in cui - ha osservato Mussi - c'è la possibilità concreta di completare l'opera di risanamento, di rilancio dell'occupazione e di uscire dall'emergenza per essere più forti in Europa e nel mondo». E poiché la trattativa tra sindacati e governo rappresenta un «passaggio complesso», l'esponente pidiessino ritiene indispensabile «seguire la linea tracciata dal dpef, votato anche da Rifondazione. Siamo preoccupati per questo continuo minacciare la crisi da parte di Bertinotti». «Ma Bertinotti si illude - ha avvisato Mussi - se pensa di minacciare la crisi e magari di arrivarci senza conseguenze. La via d'uscita sarebbe una sola: le ele¬ zioni subito». Secondo Mussi, però, «sarebbe una pazzia per il centro-sinistra arrivare a questa soluzione dopo aver fatto manovre economiche per 100 mila miliardi. Non sarebbe una cosa seria per la sinistra italiana non rendersi conto della necessità della riforma del wolfare». Il capogruppo della sinistra democratica vuole essere chiaro anche su un altro punto: «Non c'è la disponibilità a sostituire il prc con qualche pezzo del centro-destra», ma «siamo pronti a discutere per una soluzione comune. Il nostro non è un bluff. Nessuno pensi di giocare una mano di poker. L'apertura al Polo è solo uno spauracchio agitato da Bertinotti. In ogni caso quando non si vuole sostituire una ruota, il primo passo è non bucare quelle che ci sono». Lasciando Botteghe Oscure il vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni, ha voluto sottolineare che «sono state confermate le posizioni espresse negli ultimi giorni». Durante il comitato politico si è discusso anche della ripresa dei lavori della Commissione Bicamerale. D'Alema è tornato a illustrare il calendario dei lavori della commissione ribadendo di considerare insufficiente il progetto sul federalismo. Alla riunione, durata oltre tre ore, hanno partecipato anche i rappresentanti della cosiddetta «cosa2» tra cui Valdo Spini e Pierre Carniti. [Asca] Al comitato politico del partito «Bisogna capire se tra Cossutta e Fausto c'è davvero intesa» Il segretario del pds Massimo D'Alema

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