Forza Italia minaccia di scaricare il ccd di Alberto Rapisarda

«La Bicamerale venga qui» Marini rilancia il dialogo con Casini: «Il suo disagio non è opportunismo» Polo, è Kora della resa dei conti Forza Italia minaccia di scaricare il ccd ROMA. Che il Polo sia morto lo dice con grande clamore Pierferdinando Casini, segretario del ccd, ma Buttiglione ora fa cautamente un mezzo passo indietro («frase immaginifica ma ingenerosa») e gli uomini del ccd si prodigano in spiegazioni e chiarimenti, come se temessero di averla fatta troppo grossa. Perché il bastone di comando ce l'ha ancora Silvio Berlusconi, e il presidente di Forza Italia non pare affatto spaventato dalla rivolta dei suoi alleati di centro. Per l'esattezza, i suoi collaboratori lo descrivono come furioso e intenzionato, questa volta, a non cercare troppo facilmente aggiustamenti e compromessi. La linea del Cavaliere (che continua a tacere) la illustra minacciosamente il suo consigliere. Giuliano Urbani: «D'ora in avanti facciano pure da soli. Vedremo che cosa sapranno fare». Scaricati da colui che vorrebbero scaricare? I ccd si trovano stretti in una tagliola dopo la loro sortita fatta in uno stile per nulla democristiano. Berlusconi è rimasto colpito dal fatto che l'offensiva, questa volta, sia partita dal «morbido» Casini. Ma se si è mosso addirittura Casini vuol dire che gli ex de schierati col Polo non ce la fanno più. «Se noi lasciamo il Polo così come è - spiega Angelo Sanza, del edu - la politica del Polo sarà gestita da Giuliano Ferrara che porterà Berlusconi all'intesa con Prodi molto velocemente. E, a quel punto, i liberaldemocratici saranno finiti perché Berlusconi massacrerà l'area che vorremmo rappresentare noi». Si spiega in buona parte così l'accelerazione della resa dei conti nel Polo che, così frettolosa, fa emergere in modo più evidente le contraddizioni dell'operazione. «Vorrebbero scomporre il Polo per ricomporlo più forte di oggi - osserva Urbani - ma vorrebbero anche promuovere il grande centro». Nel primo caso gli ex de lavorerebbero per rafforzare il bipolarismo, nel secondo, per affossarlo. Insomma, chiosa il liberale Stefano De Luca, «Casini pensa alla ricostituzione della de, magari sotto la guida di Sergio D'Antoni». L'altro ieri il segretario del ccd aveva detto che bisogna coinvolgere nel progetto di nuovo Polo «personalità istituzionali e non solo». Tra i primi va messo d'ufficio Francesco Cossiga che, a torto o a ragione, è indicato come l'ispiratore della «sommossa» contro Berlusconi, tra i secondi c'è parcheggiato da tempo il segretario generale della Cisl. Uomo ideale per guidare una formazione che ricongiunga gli sparsi pezzi di quella che fu la de. Di certo, il partito popolare sta osservando con grande interesse quel che fa Casini. Lo ammette l'ex segretario, Gerardo Bianco, preoccupato per il «ripiegamento socialdemocratico delpds». Lo dice anche l'attuale segretario, Franco Marini. «H dibattito al¬ l'interno del Polo riguarda tutto il quadro politico - ha dichiarato al Tgl -. A Telese ho visto un disagio reale del ccd. Non si può ridurlo ad un fatto di opportunismo. Probabilmente, le punte estreme di liberismo nel Polo, e in particolare in Fi, mettono in difficoltà una forza di ispirazione cattolica. Sono affezionato al liberismo, ma il dialogo con il ccd voglio tenerlo aperto». Dichiarazioni come questa non fanno che accrescere la dif¬ fidenza di Forza Italia. «Vorremmo capire cosa c'è dietro le parole di Mastella e Casini» chiede Enrico La Loggia, il quale ha parlato con Berlusconi che gli ha detto che «il metodo di Casini e Mastella non gli è piaciuto proprio». Anche se Berlusconi ci tiene a precisare che non ha definito lui «miserabili» i ccd nell'intervista a Panorama. «Io quella parola non l'ho usata - spiega ora il capo del Polo -. 0 meglio, quando mi hanno fatto la domanda sul conflitto di interessi non mi riferivo a Casini e Mastella, perché i loro nomi li ho letti solo dopo, inseriti nella domanda...». Rocco Buttiglione, segretario del edu, cerca di ristabilire un filo di dialogo con Berlusconi esortandolo a trasformarsi da sovrano assoluto del Polo in monarca costituzionale. Gianfranco Fini si atteggia a spettatore fuori dalla mischia, ansioso solo di vedere il centro del Polo pacificato, visto che «la destra c'è». Terapie? Due giorni di seminario a porte chiuse a Domodossola ad ottobre per ripensare l'alleanza del Polo. Ma non basta, dice Lucio Colletti, di Forza Italia: «Il Polo non sa più dove sta andando e dove vorrebbe andare e formule magiche non ne esistono. L'unica via sarebbe aprire un confronti senza peli sulla lingua». Alberto Rapisarda Qui accanto il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini Sotto il leader del Polo, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Domodossola, Roma