Il bambino è poliglotta per natura di Ezio Giacobini

Il bambino è poliglotta per natura Il bambino è poliglotta per natura Può imparare senza sforzo AREA DI BROCA CORTECCIA MOTORIA CORTECCIA SOMATOSENSORIALE PONIAMO che una famiglia torinese con un bambino di quattro anni debba spostarsi per ragioni di lavoro a Pechino. Dilemma dei genitori: mandare il bambino ad una scuola materna di lingua cinese o ad una di lingua italiana? Risposta: dal punto di vista linguistico la scelta non ha nessuna importanza. Frequentando un asilo cinese e usando l'italiano in casa, dopo un anno il bambino parlerà correntemente sia il cinese sia l'italiano. Complichiamo un tantino la situazione supponendo che la madre non possa stare a casa e che sia necessario assumere una governante per le ore libere. Purtroppo la governante parla solo l'inglese. Conseguenza: a sei anni il bambino parlerà correntemente il cinese e l'italiano e in più comprenderà ottimamente anche l'inglese. Spiegazione: il cervello di un bambino di intelligenza normale (senza alcun dono particolare per le lingue) è in grado di apprendere fino a tre lingue diverse nel periodo dai 3 anni ai 7 anni senza molti sforzi. Di fatto non è difficile imbattersi in casi del genere in un mondo che vede spostamenti sempre più frequenti per motivi di lavoro. Se pensiamo che solo il 10 per cento degli italiani (contro il 70 per cento degli scandinavi e degli olandesi) parla correntemente una se- Le lingue straniere finiscono in zone diverse del cervello secondo l'età di chi le studia conda lingua europea, ci rendiamo conto non solo della carenza delle nostre scuole ma anche della miopia dei genitori italiani. Che molti svizzeri siano veri trilingui può essere verificato semplicemente acquistando dei francobolli in un ufficio postale svizzero usando a piacere (o alternandole) una delle tre lingue ufficiali del Paese e aggiungendo talvolta anche l'inglese. Ma come può il cervello umano apprendere, assorbire e conservare tutti questi vocaboli? In quali parti del cervello sono rappresentate e collocate le linge apprese o contemporaneamente o in tempi diversi della nostra vita? Vengono stratificate nel cervello come fette di salame in un panino oppure sono totalmente separate? Per una separazione spaziale parlano le osservazioni fatte su persone che avendo acquisito prima una lingua materna e poi una seconda lingua locale (che hanno usato per tutta la vita), in caso di un danno (traumi, tumori, embolie) disimparino la seconda e ritornino a parlare la prima. Altri casi sono quelli di pazienti a cui venne rimossa una parte del lobo temporale del cervello in seguito a terapia chirurgica per casi particolari d'epilessia e che passino ad usare la lingua secondaria invece della primaria. Nei poliglotti la stimolazione elettrica di zone corticali può sopprimere temporaneamente l'uso di una singola lingua. Nel corso di una traduzione si possono registrare spostamenti dell'elettroencefalogramma ad aree diverse del cervello a seconda della lingua utilizzata dall'interprete. Solo metodi come la risonanza magnetica funzionale o la tomografia ad emissione di positroni permettono di determinare la relazione spaziale tra la lingua materna e una seconda lingua nella corteccia cerebrale. Un gruppo di neuroscienziati della Cornell University e del Centro Sloan- Kettering di New York, usando tali metodi, hanno esaminato sei soggetti bilingui tardivi (ad esempio italiano-tedesco) con acquisizione della seconda lingua da adulti e sette soggetti bilingui precoci (acquisizione della seconda lin- LOBO PARIETALE GIRO ANGOLARE LOBO TEMPORALE AREA UDITIVA PRIMARIA gua nell'infanzia contemporaneamente alla prima). Ad essi venne chiesto di svolgere dei test linguistici in due lingue, ad esempio la descrizione di avvenimenti svoltisi durante un periodo particolare del giorno precedente alternando le due lingue. Si potè così dimostrare, con la risonanza magnetica funzionale, che nella corteccia del lobo frontale nella regione sensibile al linguaggio, esiste una netta separazione tra la seconda lingua acquisita tardivamente e la lingua materna. Nel caso in cui le due lingue siano state imparate contemporaneamente e precocemente esse sono rappresentate nelle medesime aree dello stesso lobo frontale. Esiste inoltre una seconda rappresentazione spaziale delle due lingue in una stessa area AREA VISIVA PRIMARIA appartenente al lobo temporale. Questi risultati fanno pensare che esistano funzioni e ruoli diversi riservati a zone corticali separate e distinte che possono essere attivate diversamente a seconda dell'età in cui si impara la lingua e che dipendono dalla sequenza secondo la quale esse vengono apprese. Ezio Giacobini 44,6 LE CAUSE DELL'INSONNIA SECONDO I PAZIENTI DATI IN % 32,3

Persone citate: Kettering, Sloan

Luoghi citati: New York, Pechino