La scienza cerca il segreto della bellezza di Marina Verna

La scienza cerca il segreto della bellezza La scienza cerca il segreto della bellezza Biologi e fisici: è simmetria con un pizzico di caos EM una sorta di atto di fede che qualunque equazione descriva leggi fondamentali deve avere in sé anche grande bellezza», diceva Paul Dirac, il fisico che scoprì l'antimateria. Concetto che il matematico Poincaré spiegava così: «Le entità matematiche alle quali attribuiamo bellezza ed eleganza, che sono cioè capaci di destare in noi una sorta di emozione estetica, sono quelle i cui elementi appaiono organizzati con un'armonia tale che la mente può, senza sforzo, cogliere il tutto senza trascurare i dettagli. Questa armonia è al tempo stesso una soddisfazione dei nostri bisogni estetici e un aiuto per la mente, che lì trova la sua guida». Questa consapevolezza estetica non appartiene solo ai matematici e ai fisici. Anche i biologi sottolineano l'eleganza, quando presentano le loro teorie, e ad essa si affidano nell'impostare nuovi esperimenti. Per molti scienziati, l'eleganza formale è una prova-di verità: dietro ogni proprietà estetica c'è una legge di natura. In particolare, un filo conduttore considerato assai affidabile è la simmetria - o il suo contrario, cioè la rottura di una simmetria. In biologia, teorizza Randy Thornhill dell'Università del Nuovo Messico, la simmetria è un marcatore di fitness, cioè di buona salute. Non è un caso che le donne e gli uomini belli, dotati cioè di tratti simmetrici, siano i partner più ambiti. «La simmetria perfetta - dice Thornhill - è la meta ideale dello sviluppo. Ma il cammino è accidentato: gli organismi inciampano in malattie, condizioni fisiche avverse, tossine, mutazioni, incroci tra consanguinei. Tutti accidenti che portano lo sviluppo fuori dal retto cammino e producono asimmetrie del corpo e del viso. Noi abbiamo misurato un centinaio di nostri studenti: dita, piedi, caviglie, polsi o gomiti perfettamente simmetrici sono una rarità». Che l'aspetto estetico sia almeno in parte il riflesso della qualità biologica e genetica non è un'ipotesi nuova. Almeno per il regno animale. In un mondo pieno di parassiti e altri agenti patogeni che possono disturbare lo sviluppo, soltanto gli individui con i geni migliori riescono a sviluppare un corpo perfettamente simmetrico. E sono questi individui che, nei poco romantici termini evolutivi, diventano i partner più ambiti. Un bel «contenitore» è come un'insegna pubblicitaria che dica: ho geni buoni, un sistema immunitario forte, mangio bene e ovviamente ho un gran vigore sessuale. Ma il biologo Randy Thornhill, dell'Università del Nuovo Messico, ha scandalizzato la comunità scientifica dicendo che tutto ciò vale anche per gli uomini. Non solo: ha pure annunciato che la simmetria esterna potrebbe essere la prova di un perfetto sviluppo del cervello, l'indicatore di intelligenza e di particolari abilità cognitive. Su questo punto sta ancora raccogliendo le prove - ma non certo il consenso. Anche perché ci sono nuove ricerche che smontano l'idea che la simmetria sia una sorta di «marchio di qualità». Rufus Johnstone, zoologo all'Università di Cambridge, sostiene ad esempio che le forme simmetriche potrebbero semplicemente essere quelle più riconoscibili dai neuroni, quelle cui i nostri sistemi visivi rispondono meglio. La presenza della bellezza - e in particolare della simmetria in tutta la realtà fisica è stata a lungo studiata anche da Rothenberg, un epistemologo dell'Università di Harvard. Il senso del bello, ci ricorda, deriva dall'antichità classica: sono stati i greci a enfatizzare le forme ideali e a costruire opere d'arte dalle proporzioni simmetriche e perfettamente equilibrate. Questa tradizione, che ha resistito per due millenni, è stata però rifiutata nell'arte contemporanea, con un'intuizione che si è allargata alla scienza: oggi sappiamo che c'è un senso e c'è un ordine anche nel caos. «Simmetria e asimmetria - dice Rothenberg - sono l'una speculare all'altra. Anche psicologicamente: l'una induce equilibrio, l'altra squilibrio; l'una riposo e ordine, l'altra movimento e il senso di un incipiente disordine. Il processo creativo, si tratti di un'opera d'arte o di un esperimento scientifico, ha bisogno di entrambe». Rothenberg ha identificato un processo cognitivo che ha chiamato «processo gianusiano», da Giano, il dio bifronte. L'ha testato con prove sperimentali ed empiriche e l'ha così definito: «Concepire attivamente e simultaneamente una serie di opposti». Così, dice, si spiegherebbe la continua presenza di simmetrie nelle scoperte scientifiche importanti. Rothenberg identifica quattro fasi distinte, che in qualche modo si sovrappongono. La prima è quella che chiama «motivazione a creare»: molto forte nella ricerca scientifica, è l'impulso mirato a produrre qualcosa di importante, facendosi spesso guidare da sensazioni e obiettivi estetici. La seconda fase è la «separazione». Qui si mettono a fuoco e si identificano tutti gli elementi di cui tener conto. Lo scienziato abbandona tutte le conoscenze che ha accumulato fino a quel momento e cerca modalità nuove con cui affrontare il suo problema. La terza fase è quella della «opposizione simultanea»: coppie o serie di opposti vengono intrecciate in tutti i modi possibili, preparando il risultato creativo. L'ultima fase è la «costruzione della teoria»: I valori estetici nascosti dietro teorie, equazioni e organismi viventi riattualizzano vecchie filosofìe l'intuizione iniziale, sistematizzata, diventa esperimento, scoperta, teoria. Per le vecchie volpi occidentali, che al liceo hanno studiato Hegel, il gioco della tesi-antitesi-sintesi non è una novità. Ma è interessante vedere come, molto tempo e molti studi dopo, alcune intuizioni ritornino - e si dimostrino belle e vere anche in un altro contesto. Marina Verna Marilyn Monroe, una bellezza che nasceva dalla simmetria ma anche da lievissime anomalie dei lineamenti, che le conferivano personalità

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