Somalia un secondo diario d'accuse

Somalia, un secondo diario d'accuse Inviato da un militare al procuratore intelisano, il memoriale riporta nuovi casi di violenze Somalia, un secondo diario d'accuse E l'Unità anticipa la lista degli ufficiali coinvolti ROMA. Esiste un secondo diario sui fatti di Somalia. Ed è già nelle mani del procuratore militare Antonino Intelisano che sta svolgendo l'inchiesta sul comportamento dei nostri soldati nell'ambito della missione «Ibis» a Mogadiscio nel 199394. La procura conferma che un militare avrebbe inviato a Intelisano questo altro memoriale e che vi sarebbero registrati nuovi casi di violenze. Ma di testimonianze, scritte o verbali, ce ne devono essere diverse. Tanto è vero che già all'inizio dell'estate erano stati iscritti al registro degli indagati diversi militari per i reati di stretta competenza della procura militare. Al centro delle indagini, in questo momento resta il primo memoriale, quello scritto dal maresciallo dei carabinieri paracadutisti Francesco Aloi. La commissione governativa d'inchiesta, presieduta da Ettore Gallo, il 18 settembre ricomincerà i suoi lavori. Ma prima di incontrare Aloi e di esaminare il famoso diario, farà altro lavoro istruttorio. Aloi ha chiesto di essere sentito dalla commissione prima possibile. Ma Gallo frena: «Prima di andare a contattare denuncianti e testimoni, che sono già all'esame del magistrato, ci dev'essere una intesa preventiva. Altrimenti sarebbe irriguardoso». La commissione, in verità, non ha ancora deciso come procedere in atte¬ sa di capire se «ci sia sufficiente serietà in queste nuove emergenze o non siano tutte chiacchiere». La prima riunione sarà «propedeutica». E ieri il quotidiano l'Unità ha anticipato i nomi di almeno una decina tra colonnelli e capitani che il memoriale Aloi chiama in causa. Chi viene accusato di essere stato presente a stupri, chi di essere stato trovato con droga, chi avrebbe partecipato in prima persona a violenze. Un diario molto accurato. Il maresciallo, registrando gli accadimenti dell'epoca, segnava con pignoleria i nomi degli ufficiali presenti o informati dei fatti. Questo non significa però che gli ufficiali medesimi siano stati automaticamente iscritti al registro degli indagati. «Ad oggi non ci sono nomi di ufficiali iscritti sul registro degli indagati», si limita a dire Intelisano. E domani? Chissà. Gli accertamenti sono in corso. Intelisano sta interrogando a ritmo serrato i testimoni. Peraltro, alcuni fatti tra quelli riportati da Aloi erano già a conoscenza della procura militare per altre vie. Indubbiamente è una prova a favore della credibilità del diario. Ma l'indagine dirà se è tutto vero oppure no. Da registrare, intanto, la veemente reazione di alcuni tra gli ufficiali tirati in ballo dal maresciallo. Il colonnello Leonardo Leso, comandante del reggimento dei paracadutisti carabinieri «Tuscania», ha preannunciato un'azione penale. Leso intende querelare «a tutela della propria onorabilità e del buon nome dell'unità al suo comando, gli autori delle calunnie e quanti se ne fanno portavoce». Chiederà i danni morali e materiali. «E que¬ sta è l'intenzione di tutti gli ufficiali carabinieri chiamati in causa», preannuncia. Nel suo caso, il diario sostiene che Leso era «costantemente informato» di quanto accadeva nel contingente italiano. La procura militare è comunque molto cauta nel trattare la questione. Gli accertamenti procedono, nonostante l'estate, di buon ritmo. E Intelisano vuole vederci chiaro: perché è evidente che, se si provasse che buona parte della gerarchia militare era a conoscenza delle violenze (e Aloi chiama in causa molti ufficiali dei carabinieri, tutti in posizione di comando a Mogadiscio), ben difficilmente si potrebbe sostenere la tesi dell'estraneità dei vertici all'imbarbarimento della truppa. Secondo l'ex parlamentare, ed ex ufficiale di marina Falco Accame, poi, è impensabile che di questo clima non fossero a conoscenza i nostri servizi segreti militari. «I responsabili di Sios e Sismi andrebbero convocati dal Parlamento». Francesce Grignetti

Luoghi citati: Mogadiscio, Roma, Somalia, Tuscania