Mombasa la fuga dei 60 mila

7 Si svuota il sobborgo di Likoni: è scaduto l'ultimatum di Arap Moi per la consegna delle armi Mombasa, la fuga dei 60 mila L'esodo nel timore di nuove violenze NAIROBI NOSTRO SERVIZIO Sulla costa kenyana, l'esodo di migliaia di persone, più di 60 mila, secondo alcune informazioni, continua dalla località di Likoni, alla periferia di Mombasa, centro turistico importante e teatro delle violenze etno-politiche iniziate il 13 agosto scorso e che hanno finora causato 47 vittime. «Il villaggio di Likoni è ormai deserto, migliaia di persone hanno abbandonato le loro abitazioni», afferma l'arcivescovo di Mombasa John Njenga. «Gli abitanti sperano di farvi ritorno quando la situazione sarà meno critica». Numerosi sono i residenti, in maggioranza donne e bambini, che stanno cercando rifugio dirigendosi a Sud verso la frontiera con la Tanzania, mentre altri hanno trovato posto nel cortile della parrocchia dei padri della Consolata a Likoni. «Abbiamo raggiunto la cifra di 2100 rifugiati che da ieri arrivano qui portando con sé i loro bagagli, causando difficoltà di alloggio e di spazio, troppo ristretto per accoglierli tutti», testimonia padre Raffaele Lombardo, della parrocchia di Likoni, «Comunque la situazione è tranquilla. Abbiamo bisogno di procurarci del cibo e lanciamo un appello alle Caritas internazionali, per far fronte alla situazione, anche se finora abbiamo ancora la somma di 500 mila scellini (circa 14 milioni di lire) dono del presidente Moi». Il presidente del Kenya Daniel Arap Moi, in visita a Mombasa nei giorni scorsi, ha lanciato un ultimatum (con scadenza prima il 30 agosto e poi estesa a data da definire), per la resa delle armi, 40 fucili automatici e munizioni rubate durante l'attacco al commissariato di polizia di Likoni, dove sette poliziotti sono stati uccisi. Ma nonostante le promesse rassicuranti del presidente del Kenya di giustiziare i colpevoli degli attacchi, gli abitanti di Likoni hanno preferito evacuare la zona in questi giorni per timore di un conflitto tra l'esercito e gli aggressori, allo scadere dell'ultimatum. Tra la popolazione di Likoni, una zona che conta circa 100 mila abitanti, alcuni hanno preferito far ritorno nei loro tenitori d'origine, in seguito alle violenze di cui principale bersaglio sono state le tribù originarie dell'entroterra kenyano. Finora più di 400 persone responsabili degli attacchi sono state arrestate, tra cui due personaggi militanti di spicco del Kanu, il partito al potere. Emanuel Maitha e Omar Mosumbuko sono stati processati nei giorni scorsi e imprigionati, perché accusati di essere tra i principali fomentatori delle violenze di Mombasa. Intanto in Kenya gli oppositori ed i principali capi religiosi continuano ad accusare il presidente kenyano Moi e il suo partito, il Kanu, per essere all'origine delle violenze pre-elettorali, in vista delle prossime elezioni generali nel Paese. Gli abitanti della provincia di Mombasa alle ultime elezioni del 1992 hanno in maggior parte votato per i partiti d'opposizione, e questo forse spiegherebbe 1'«interesse» particolare del partito al potere verso un territorio adesso politicamente ostile. Già nel 1991, dopo 26 anni di partito unico al potere, alla vigilia delle prime elezioni pluripartitiche, i conflitti etnici nella zona della Rift Valley (al centro della regione del Kenya) avevano causato migliaia di vittime e circa 200 mila persone erano fuggite dai luoghi degli attacchi perché sospettate di essere ostili al governo. Anche alcuni capi della Chiesa anglicana in Kenya hanno dato per scontato il movente politico, all'origine delle violenze di Mombasa. Intanto il presidente del Kenya continua ad accusare i partiti d'opposizione, i quali stanno lottando per ottenere le riforme della Costituzione prima dello svolgimento delle elezioni generali: sono infatti in programma nel Paese manifestazioni di protesta nei prossimi giorni. «Durante la celebrazione della messa domenicale - afferma l'arcivescovo John Njenga - chiedo ai fedeli di pregare per la pace, per la fine delle violenze, e in più una preghiera speciale sarà dedicata al governo e al Presidente, sperando che autorizzino le riforme costituzionali nel Paese». Luigia Spadano Gli abitanti temono di essere coinvolti in un sanguinoso conflitto tra l'esercito e i responsabili alla macchia dei recenti attacchi Colonne in marcia verso la Tanzania Oltre 2000 persone si sono rifugiate nella missione italiana che lancia un appello alla Caritas internazionale «Abbiamo urgente bisogno di cibo e di medicinali» Un giovane ucciso nei recenti disordini e a sinistra poliziotti mentre pattugliano Likoni Sotto, il maresciallo Francesco Aloi

Luoghi citati: Kenya, Nairobi, Tanzania