«Questo è l'ostacolo più alto ma riuscirete a superarlo» di Fernando Mezzetti

«La mia firma valeva miliardi» «Questo è l'ostacolo più alto ma riuscirete a superarlo» ANALISI IL DIRETTORE DEL FMI GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Italia bocciata in ex potente compagnia, con Germania e Francia, tutti e tre fuori dei parametri di Maastricht? Enzo Grilli, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, nell'ambito di un convegno internazionale dell'Aspen apertosi ieri, smorza gli allarmismi suscitati dalle indiscrezioni dei giorni scorsi sul rapporto semestrale del Fondo stesso sull'economia mondiale che sarà reso ufficialmente noto tra una decina di giorni. Propone invece una lettura di quel documento totalmente diversa da quella trapelata, con particolare apprezzamento per i successi raggiunti, specie in Italia, «senza che vi siano state forti reazioni sociali». Ma ammonisce che «l'ultimo pezzo di strada da compiere è il più difficile». Velata allusione alla riforma del Welfare State, in cui però preferisce non inoltrarsi. «Il Fondo non boccia e non promuove, fa solo analisi. Ma se proprio si vuol parlare in questi termini, diciamo allora che la nostra valutazione costituisce più una promozione che una bocciatura per questi Paesi. Secondo le nostre analisi, questi Paesi sono vicini al 3 per cento del deficit di bilancio rispetto al prodotto interno lordo. Ma il rapporto dice anche che se si guarda al deficit relativamente al ciclo economico, la situazione è notevolmente migliore. Un ciclo economico basso riduce le entrate, e incide sulla spesa perché aumenta le spese sociali. Se si eliminano questi effetti, tutti i Paesi europei, tranne la Grecia, avranno meno del due per cento di deficit». Ma quali saranno, secondo il Fondo, gli effetti del ciclo nel '98? Grilli risponde: «Secondo le analisi fatte, l'aggiustamento nei vari Paesi c'è stato, ed è stato moto forte. Quindi, tutt'altro che bocciatura, diversamente da ciò che è stato pubblicato sulla base di fughe di notizie, incomplete, male interpretate. Il ciclo economico si sta riprendendo. Nel 1998, in termini di impulsi endogeni, sarà tutto molto più semplice che nel 1997. Ciò che il nostro rap- porto enfatizza è che la sfida è rendere permanenti e saldi nel tempo questi aggiustamenti. Dal documento emerge che le maggiori economie europee si sono aggiustate in modo molto consistente. Sul fronte dei prezzi, tranne la Grecia, siamo a una inflazione del 2 per cento. C'è con¬ vergenza di risultati economici. Con le correzioni del ciclo, siamo a un deficit del 3 per cento, e ancora meglio per l'anno prossimo». Grilli, 53 anni, è dal 1995 uno dei direttori esecutivi del Fondo monetario. Genovese purosangue, laureatosi nella sua città, è da 25 anni in Ame¬ rica, dove insegna alla Johns Hopkins University , ed è anche stato consulente del nostro ministero del Bilancio. E' a Genova per il convegno Aspen, presieduto da Carlo Scognamiglio, sulla partnership euro-mediterranea due anni dopo la riunione intergovernativa di Barcellona. Gioca in casa ma vorrebbe tenersi fuori, essendo qui in veste di direttore del Fondo monetario. E tuttavia non si può ignorare il discorso specifico sull'Italia. Che cosa dice su di essa il rapporto del Fondo? «Il 1988 è previsto come un anno positivo per il nostro Paese, con ripresa economica e raggiungimento dell'equilibrio di bilancio. E' un anno in cui l'Italia rientra nel gruppo dei primi Paesi europei. La stabilità dei prezzi c'è, la competitività c'è, la fiducia in investimenti e consumi è in atto. La difficoltà è un ultimo tratto di strada da compiere, che è un tratto comune con Francia e Germania. L'ultimo gradino è sempre il più alto. Ma se solo 5 anni fa ci avessero detto che avremmo compiuto tutto questo cammino, nessuno ci avrebbe creduto. Ed è stupefacente che ciò sia avvenuto senza forti reazioni sociali». Per «ultimo gradino» lei pensa alla riforma del Welfare State? «E' una domanda retorica. Lo sapete tutti». Che cosa direbbe a Bertinotti? «Non mi sogno di dirgli nulla. Lui fa il suo mestiere di politico». Fernando Mezzetti Enzo Grilli, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale

Persone citate: Bertinotti, Carlo Scognamiglio, Enzo Grilli, Johns Hopkins