Dini: oltre lo maggioranza sul Welfare

Per il ministro «alla fine il governo troverà una soluzione». Domani prima riunione Per il ministro «alla fine il governo troverà una soluzione». Domani prima riunione Dini: oltre lo maggioranza sul Welfare «Apertura» al centrodestra ROMA. Entra nel vivo la trattativa sulla riforma dello Stato sociale e sarà una battaglia durissima tra governo, sindacati e Rifondazione comunista, anche se in queste ultime ore di vigilia non manca un certo ottimismo. «Alla fine un accordo lo troveremo», afferma con sicurezza il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, sensibile ad intese anche fuori della maggioranza. «Su un tema così delicato, come è quello sulle pensioni - precisa - ci sono sempre rischi. Ma io sono convinto di uno sbocco positivo. Il governo ha l'obbligo di fare le sue proposte e di cercare le intese, come già fatto nel '95, in seno alla maggioranza e nel Parlamento, andando oltre la maggioranza, se necessario». Perché si tratta di un traguardo che riguarda «non solo la maggioranza, ma l'intero Paese». In sostanza, a giudizio di Dini (che ha parlato al Meeting dell'Amicizia di Rimini), «il completamento della riforma del Welfare State è fondamentale perché l'Italia raggiunga l'obiettivo di partecipare alla moneta unica fin dal principio. Si tratta di fare ancora piccoli aggiustamenti e di non versare lacrime e sangue». Comunque, la riforma del '95 (varata proprio dal suo governo) già conteneva «tutti gli elementi per mettere mano alle iniquità che il sistema presenta». In sintonia con Dini è il professore Paolo Onofri, consulente di Romano Prodi per la riforma del sistema previdenziale. «Sono ottimista e credo che tutti gli elementi in discussione siano costruttivi: segnalano atteggiamenti diversi su alcuni aspetti, ma obiettivi comuni alla fine di questa strada». Il dialogo con le parti sociali potrà sì incontrare diversi intoppi, soprattutto in tema di pensioni di anzianità, ma, a detta di Onofri, «non sono certo strade divergenti». E anche il leader della Cgil, Sergio Cofferati, crede nell'accordo e giudica anche positivamente l'apertura del dialogo tra governo e opposizione. A supporto di questo clima di fiducia c'è in pratica la schiarita tra governo e sindacati sui tempi della trattativa. Palazzo Chigi, per bocca del superministro dell'Economia, Carlo Azeglio Ciampi, ha mostrato infatti una certa disponibilità a superare la data del 30 settembre, purché i risparmi sulle pensioni (nell'ordine di 7-8 mila miliardi) siano scritti nella Finanziaria '98, con i relativi provvedimenti definiti attraverso un'apposita legge delega. Un'ipotesi che non dispiace a Cgil, Cisl e Uil, ma che è vista come il fumo negli occhi dal Polo. Una prima verifica sugli sviluppi della trattativa è comunque attesa per domani, con l'avvio dei confronti a livello tecnico tra governo e sindacati sulla riforma dello Stato sociale. Il primo riguarderà la separazione tra previdenza e assistenza, mentre nei giorni successivi si parlerà di ammortizzatori sociali, assistenza, sanità, mercato del lavoro, investimenti, formazione e fisco con la definizione del «riccometro». Quest'ultimo è ritenuto fondamentale dai sindacati, per evitare che del Welfare approfitti chi di¬ chiara un reddito inferiore al reale. Ancora ieri da parte dei rappresentanti dei lavoratori si è ribadita l'esigenza di un accordo «globale» e di una riforma che vada al di là della legge Finanziaria e non si esaurisca in un anno. I risparmi, secondo Cgil, Cisl e Uil, devono infatti riguardare l'insieme delle prestazioni del Welfare e non solo le pensioni, mentre per quanto riguarda la verifica degli scostamenti vanno corretti «fondo per fondo». In particolare, si chiede una verifica sui fondi dei lavoratori autonomi per i quali, se pure ancora in atti¬ vo, sono più bassi di quelli dei lavoratori dipendenti. Altro punto problematico è quello degli ammortizzatori sociali. I sindacati si oppongono alla richiesta della Confindustria di una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro. Gli imprenditori sono invece più perplessi sui cambiamenti della cassa integrazione, della mobilità e del prepensionamento, tutti strumenti che hanno consentito in molti casi la ristrutturazione aziendale. La discussione è aperta, con l'unico punto fermo da parte del governo di far partire la riforma il primo gennaio del prossimo anno. [r. r.l COSI' LA PREVIDENZA NEL 1996 1] PENSIONIE RENDITE 269.000 MLD +8,5% 2] ASSEGNIFAMI LIAR 1 6.00'0 MLD +3,9% 3] INDENNITA', MALATTIA, MATERNITA', INFORTUNIO 5.000 MLD -5,2% 4] INDENNITA'DISOCCUPAZ. E MOBILITA' 6.500 MLD +5,6% 5] ASSEGNI INTEGRAZIONE SALARIALE 2.700 MLD +6,5% LE PRESTAZIONISANITARIE NEL 1996 1] ASSISTENZA OSPEDALIERA 54.600 MLD +5% 2] ASSISTENZA EXTRAOSPED. 25.000 MLD +4,4% 3] ASSISTENZA FARMACEUTICA 10.500 MLD +9,5% Le variazioni percentuali si riferiscono al 1995 ................ Il ministro degli Esteri Lamberto Dini ieri al Meeting di CI a Rimini

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