«Qui è una lotta continua»
«Qui è una lotta continua» «Qui è una lotta continua» La rabbia dei parenti: vietato uscire NAPOLI. «Le avevamo raccomandato di non uscire fino al nostro ritorno dalle vacanze, lunedì. Ma lei era così: amava la sua indipendenza, la sua libertà». Nell'ingresso dell'ospedale, il figlio di Elena Schiani, Alberto Maratta, 62 anni, docente universitario alla facoltà di Ingegneria, assieme alla moglie Maria Gabriella Rollo insegnante in pensione: sono appena arrivati in città da Positano dove si trovavano in vacanza. A casa sono rimaste le nipoti della donna uccisa, due ragazze di 14 e 25 anni. Li ha avvisati un vicino dell'anziana vedova, uccisa da uno scippatore, e adesso sono qui e cercano di trattenere le lacrime. Il loro dolore è composto, ma la rabbia affiora nelle parole della nuora: «In questa città ogni giorno bisogna lottare, non si è liberi neppure di uscire: anche le strade del centro fanno paura. Mia figlia ci ha chiesto di comprarle il motorino e io penso con terrore a che cosa potrebbe capitarle». «Io stessa insiste la donna - sono stata scippata due volte: sul tram mi hanno strappato persino una medaglia di mio padre che aveva fatto la Resistenza». Ad attenuare lo sfogo, il commento amaro del figlio: «Napoli è come tutte le città». E lui a raccontare che la madre aveva già subito due scippi. «Alcuni anni fa - spiega - un rapinatore la seguì all'uscita dalla banca dove aveva prelevato la pensione. E non molto tempo fa, mentre stava venendo a pranzo da noi, un malvivente le strappò il Rolex che aveva al polso, mentre lei stava scendendo dall'auto». «Ma nonostante questo - spiega il figlio - non aveva paura. Le piaceva uscire, andare a fare la spesa. Era una persona con tanti interessi». Non era certo l'età a fermare Elena Schiani. Il ritratto delineato dai suoi famigliari è quello di una donna attiva e autonoma, curata nell'aspetto, «ancora molto bella», come sottolinea la nuora. Una donna legatissima alla città in cui si era trasferita a 18 anni da Sanremo, dov'era nata. «Amava moltissimo Napoli ed era contenta di vivere qui». [m. e]
Persone citate: Alberto Maratta, Maria Gabriella
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