Sinn Fein, la prima volta al tavolo di pace

Sinn Fein, la prima volta al tavolo di pace Decisione storica del governo Blair: prendiamo atto che la tregua in Ulster è inequivocabile Sinn Fein, la prima volta al tavolo di pace 77 braccio politico dell'Ira tratterà con Londra egli unionisti LONDRA NOSTRO SERVIZIO Tirava un vento da pelare a Belfast, come se il tumulto di tutti alitasse sulla città. Marjorie Mowlam, ministro per il Nord Irlanda, è arrivata senza cerimonie per fare la storia: ha annunciato che il Sinn Fein, il partito di Gerry Adams, si è guadagnato un posto ai colloqui di pace perché l'Ira ha messo fine alle violenze un mese e mezzo fa. Ma le passioni e le paure in Ulster ribollono sotto la superficie della tregua: David Trimble, leader del maggiore partito unionista, non sa ancora se prenderà parte alle trattative, perché non crede che i repubblicani abbiano dato garanzie sufficienti per il disarmo dei terroristi. E dice che gli ripugna il pensiero di sedersi allo stesso tavolo con gente «che ha sangue sulle mani». Il ministro Mowlam ha detto: «Possiamo sempre indugiare sulla storia. Possiamo sempre andare a guardare nel passato. Dobbiamo capire il passato e imparare le sue lezioni, ma santo cielo, non dobbiamo viverci». E' una chiara preghiera agli unionisti affinché mettano da parte sfiducia e ostilità. Mowlam ha aggiunto che spera ardentemente di poter chiamare «storica» la giornata di ieri, ma prima ci sono ancora molti progressi storici da fare. Era dal 1921, cioè dall'indipendenza irlandese, che il governo inglese non considerava il Sinn Fein un partner politico alla pari. I repubblicani esultano. «E' meraviglioso, un'opportunità unica in questo secolo», gioisce Martin McGuinness, numero 2 di Gerry Adams. Sarà lui il negoziatore capo del suo partito a Stormont. D'altra parte, i colloqui saranno difficili anche per il Sinn Fein, che dovrà sottoscrivere subito, il 9 settembre, i sei princìpi non violenti delineati dal senatore Mitchell nel gennaio '96, qualche giorno prima che l'Ira ricomin¬ ciasse a seminare bombe. Per ora i repubblicani hanno ottenuto da Londra una condizione considerata essenziale: nessuno ha dato loro una data per cominciare a consegnare le armi. «Possiamo solo fare un atto di fede che questo succederà», dicevano fonti governative questa settimana. Una commissione internazionale dovrà supervisionare il disarmo durante i colloqui che avranno inizio il 15 settembre. E' proprio questa la nota più dolente per gli unionisti: alcuni di loro premono per stare alla larga dal tavolo di pace finché non avranno la garanzia che l'Ira comincerà a smantellare il suo arsenale. «Non dimentichiamo - ha detto Trimble - che uno dei princìpi di Mitchell è il decommissionamento delle armi, ma il Sinn Fein ha già detto che non consegnerà un solo proiettile. Deve onprare tutti i princìpi di Mitchell prima, durante e dopo i colloqui di pace». Tra questi princìpi, spiccano l'impe¬ gno ad usare mezzi esclusivamente democratici e pacifici; il disarmo totale verificabile da una commissione indipendente; la rinuncia all'uso della forza. Nel frattempo, prima di decidere, Trimble incontrerà il primate cattolico irlandese, arcivescovo Sean Brady Ma gli unionisti hardcore del reverendo Ian Paisley hanno già annunciato che a Stormont non metteranno piede. Sono furibondi: per loro il governo inglese si è mosso «con fretta oscena» per arrivare all'annuncio di ieri. Il governo di Dublino si rallegra: il primo ministro Bertie Ahern ha dato il benvenuto all'«opportunità storica» che viene con la decisione di ammettere il Sinn Fein alle trattative. Il ministro degli Esteri Ray Burke ha invitato a usare «coraggio, fantasia e compromesso se vorremo raggiungere un accordo duraturo». Maria Chiara Bona zzi

Luoghi citati: Belfast, Dublino, Londra, Nord Irlanda, Ulster