la Francia esulta per il miglior Bordeaux dei secolo
la Francia esulta per il miglior Bordeaux dei secolo PARISE Molto sole, poca pioggia, nel Bordolese era dal 1893 che non si cominciava a vendemmiare così presto la Francia esulta per il miglior Bordeaux dei secolo Condizioni climatiche eccezionali, se dura sarà un'annata favolosa PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Erano 104 anni che a Bordeaux non si cominciava a vendemmiare così presto. Il 18 agosto i primi grappoli biondi riempivano le ceste: un Sauvignon eccezionalmente precoce. E da una settimana nei vigneti dell'Haut-Brion, piantati nel Cinquecento, appartenuti al ghigliottinato conte di Fumel, quindi all'astuto Talleyrand, si raccoglie l'uva rossa che dà, secondo il guru americano Robert Parker, un vino «dagli aromi sontuosi e soavi, riccamente fruttati, dal sentore di terra fresca». I vigneron promettono «un millèsime de legende». E gli esperti confermano: l'annata 1997 si annuncia in riva alla Garonna la migliore del secolo. Considerati i progressi nelle tecniche di vinificazione e imbottigliamento, chi potrà permettersi un Pomerol Chàteau-Pétrus o un Saint-Emilion Chàteau-Cheval-Blanc berrà il più grande vino di tutti i tempi. Mai, dal 1893, nel Bordolese la vendemmia è stata tanto anticipata. Nel 1990, considerata una grande annata, si era iniziato a raccogliere i grappoli il 4 settembre. Nel 1961, addirittura il 12. Non tutte le zone sono allo stesso punto: le piogge di luglio e di questi ultimi giorni hanno fatto qualche danno qua e là. Per il «cépage» Merlot bisognerà ancora attendere a lungo. E il responso definitivo sulla qualità del vino si avrà soltanto quando sarà al sicuro nelle botti. Ma la cautela degli enologi non impedisce ai giornali di esultare. Così, se il 20 agosto France Soir ha dedicato le prime tre pagine alla «vendemmia del secolo», pure Le Monde preannuncia «un'annata eccezionale». E non solo i sommelier, ma anche gli investitori internazionali, da Taiwan a New York, si preparano a fare incetta di botti e bottiglie. Tutto è andato nel migliore dei modi, in quel Sud-Ovest che già Plinio il Vecchio nella «Naturalis Historia» indicava come la terra natale del vino. A maggio nelle vigne sono apparsi i primi fiori. Giugno è stato umido e fresco. A luglio qualche pioggia ha rinfrescato la terra ma non ha rovinato i grappoli. Agosto è stato secco e senza grandine. Le vigne più precoci sono quelle dei Graves, dove tradizionalmente la vendemmia comincia una quindicina di giorni prima: qui la terra sabbiosa si riscalda facilmente, e anche la vicinanza alla città di Bordeaux contribuisce a innalzare la temperatura. A Saint-Emilion si inizierà solo tra una settimana, e qualcuno fa notare maliziosamente come i primi vigneron a vendemmiare attirino telecamere e reporter, a beneficio del loro marchio. Prima della gelosia, però, viene la paura. Dal castello Mouton-Rothschild, dove si conservano il grande arazzo cinquecentesco della Vendemmia e le etichette disegnate da Dali e Braque, dal Cos d'E- stournel, stravagante copia ottocentesca del palazzo a forma di pagoda del sultano di Zanzibar, dal castello Siran appartenuto ai conti Toulouse-Lautrec, antenati del pittore, si scruta il cielo nel timore dei cumulonembi e dell'uragano fatale che potrebbe rovinare tutto. Qualche chilometro più a Sud, invece, si agitano ben altri passioni. A Yquem si consuma una faida familiare ben più affascinante di quella dì Dallas, considerato che in palio non c'è petrolio, ma il migliore dei Sauternes. La famiglia Lur-Saluces, proprietaria da due secoli dei magici vigneti, si è divisa. Il marchese Eu- gène, appoggiato dai piccoli azionisti, ha venduto il 55% al gruppo Moet-HennessyLouis-Vuitton. Il fratello, conte Alexandre, non si dà per vinto e rivuole il suo vino. A maggior ragione, l'annata «de legende» 1997. AMoCazzullo Gli investitori internazionali da Taiwan a New York, sono pronti a fare incetta di bottiglie Gli enologi non si sbilanciano ancora, le piogge degli ultimi giorni hanno fatto qualche danno 10 u & « &— SAUTERNES Viene dagli ocini (ritoccati dal «botrytis cinera», un fungo che comsuma l'acqua e presenza lo zucchero: vino bianco di grande corpo. Leggendario lo ChateauYquem. POMEROL Ha un gusto profondo, sontuoso, molto alcolico. 11 migliore ò lo Chateau-Pétrus SAINT-EMILION Era il vino preferito dal Re Sole, che lo definiva il «nettare di Dio». Tra i più noti, lo Chòteou-Chevol filane HAUT-MEDOC E la zona che raggruppa sei comuni dove nasce il vino più prezioso: Saint-Julien, Pauillac, Moulis, Ustrac, Saint-Estèphe (i più aspri) e Margaux (i più aelicati, detti «vini femminili»). Tra i grandi nomi, ChdteauLofite, Mouton-Rothschild, Cosd'Estoumel e Chateau-Margaux ORAVES Devono il loro nome al suolo ghiaioso («gravier») da cui vengono. Sapori fruttati ma vigorosi.
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