Gli Usa puniremo chi ci attacca in Bosnia

L'inviato di Clinton duro coi serbi, la Nato annuncia raid contro i media che aizzano la folla L'inviato di Clinton duro coi serbi, la Nato annuncia raid contro i media che aizzano la folla Gli Usa: puniremo chi ci attacca in Bosnia Bomba alla stazione di Banja Luka, un morto e 2 feriti ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Una bomba è esplosa nel tardo pomeriggio di ieri nella stazione ferroviaria di Banja Luka, la roccaforte della presidente serbo-bosniaca Biljana Plavsic. Ieri sera il bilancio era di un morto e due feriti. Di certo si tratta di un attacco al cuore dell'Arnministrazione della Plavsic nell'ambito della feroce lotta per il potere tra la lady di ferro di Banja Luka e i seguaci dell'ex leader serbo-bosniaco Karadzic. All'indomani degli scontri di Brcko in cui la folla inferocita ha attaccato le truppe della Sfor e la polizia internazionale, nella città è ritornata la calma, ma ci sono voluti gli elicotteri dell'Orni per trarre in salvo gli ultimi tre poliziotti dell'Iptf rimasti accerchiati dai serbo-bosniaci. In condizioni drammatiche, con l'aiuto dei soldati americani, da Brcko è stato evacuato tutto il personale dell'Orni, 90 osservatori e 257 soldati della Sfor. Il portavoce dell'Orni a Sarajevo ha dichiarato che 40 autoveicoli dell'Onu sono stati danneggiati e una settantina completamente distrutti. E' stata inoltre rasa al suolo la stazione della polizia internazionale. Nella notte tra giovedì e venerdì due esplosioni hanno danneggiato la sede del partito socialista e la redazione di un giornale di opposizione a Doboj. «Sono fiero del comportamento dei serbi a Brcko e spero che si comporteranno così anche in futuro». Momcilo Krajisnik, il rappresentante serbo nella presidenza collegiale bosniaca, non ha nascosto la sua soddisfazione per «il coraggio» mostrato dal suo popolo. Krajisnik ha parlato ad un comizio di fronte a migliaia di sostenitori di Karadzic, l'ex presidente accusato di crimini di guerra dal Tribunale internazionale dell'Aia che continua a dominare la scena politica serbo-bosniaca. Insieme al primo ministro di Pale, altro esponente dei falchi fedeli a Karadzic, Krajisnik si è recato ieri a Belgrado dove ha incontrato il presidente jugoslavo Milosevic. Nell'ennesimo tentativo di costringere il presidente jugoslavo a mantenere gli impegni firmati da Dayton, a Belgrado è ritornato l'inviato speciale del presidente Clinton per la Bosnia, Robert Galbard: «I duri serbo-bosniaci che sono stati la mente dell'aggressione alle truppe della Sfor verranno puniti perché la comunità, internazionale non può tollerare che essi si comportino come fuorilegge», ha detto dopo un colloquio, che evidentemente non lo ha soddisfatto, con Milosevic. E il supermediatore americano Richard Holbrooke, autore degli accordi di pace di Dayton, ha ammonito a sua volta che «i sostenitori della linea dura devono sapere che la Nato prenderà tutte le misure necessarie per impedire la violenza». Anche l'Unione europea ha condannato gli attacchi contro le truppe della Sfor che «non verranno più tollerati». E il segretario generale della Nato, Solana, ha convocato il Consiglio atlantico e dopo la riunione ha annunciato che i reparti dell'Alleanza «sono fin da ora autorizzati a usare la forza contro i media che incitano all'odio nei confronti delle truppe internazionali». Nelle ultime settimane la radio e la televisione di Pale hanno continuato a chiamare i soldati dell'Orni e della Nato «le forze di occupazione», paragonandole alle truppe naziste. Ingrid Badurina L'atto terroristico per colpire la Plavsic Nella rivolta di Brcko distrutti 70 veicoli dell'Alleanza Militari Usa bloccano col filo spinato la folla ostile di Brcko

Luoghi citati: Belgrado, Brcko, Dayton, Sarajevo, Usa, Zagabria