IL TIR DEI FANTASMI di Pierangelo Sapegno

«Una decisione molto saggia» TT T^TTS UFT T? A XTl1 A CH1T TVTT JT\J IL TIR DEI FANTASMI NUDI AIMPERIA NCHE Amir aveva le scarpe bucate e ha chiesto di aspettarlo. Ha detto che aveva male, ma il suo amico Ermes non lo sentiva più. Si stropicciava gli occhi arrossati guardando le terrazze di ulivi e chiedeva se questa era l'Italia. Gli altri 46 camminavano in file disordinate sulla salita, un esercito di disperati con le scarpe bucate. Non avevano un bagaglio, non avevano una giacca, non avevano una borsa, un portafoglio, un documento, e molti non avevano neanche una lira. Però erano vestiti tutti uguali, con i calzoni marroni lisi sulle ginocchia, con le magliette a strisce orizzontali, tutti quei colori opachi, come stinti dalla fatica e dalla miseria. Chissà quanti ne arrivano ogni giorno come questi 48, catapultati da un altro mondo e da un altro continente, sbattuti in mezzo agli ulivi senza neanche un paio di mutande dietro e senza nemmeno una lira per comprarsele, chissà quanti ne arrivano senza passato e con quale futuro, partiti come nella Bibbia per un esodo che li porta via, soltanto via. «Lasciate tutto e andate». Poi hanno aperto i camion vicino a Dolcedo e li hanno scaricati. Non sapevano neanche dov'erano, hanno raccontato, e quando è venuta la polizia la gente li indicava dalle finestre per non lasciarli fuggire. Pierangelo Sapegno CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Dolcedo, Italia