Agguato in libano 4 israeliani arsi vivi
Polemica a Gerusalemme, la revoca del blocco di Betlemme è stata decisa dai militari all'insaputa del premier Netanyahu MEDIO ORIENTE Polemica a Gerusalemme, la revoca del blocco di Betlemme è stata decisa dai militari all'insaputa del premier Netanyahu Agguato in libano, 4 israeliani arsi vivi Furiosi raid aerei sugli sciiti per vendicare la strage TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Quattro militari israeliani sono arsi vivi ieri in un gigantesco rogo nel Libano meridionale poco dopo aver ucciso in un durissimo scontro a fuoco quattro guerriglieri sciiti dell'Amai. Altri sei soldati sono rimasti ustionati nel tentativo di sfuggire all'incendio sviluppatosi nel Wadi Zluki, una vallata molto stretta e coperta da una fitta vegetazione. «Si tratta di un episodio drammatico, mai ci era accaduto niente di simile in Libano» ha detto il generale Arniram Levin, comandante della zona militare settentrionale, in una conferenza stampa. I suoi occhi lasciavano comprendere le ore drammatiche appena vissute dai suoi uomini. La battaglia era iniziata in modo favorevole per gli israeliani che erano riusciti a sorprendere e a colpire un commando di guerriglieri sciiti che si apprestava ad entrare nella cosiddetta fascia di sicurezza per compiervi un attentato. Nel tentativo di mettere in fuga i guerriglieri i militari - membri della brigata Golani - hanno chiesto e subito ottenuto l'assistenza dell'artiglieria e dell'aviazione. Ma i razzi sparati dagli elicotteri hanno provocato un incendio che in un primo momento non metteva in pericolo i militari israeliani. «Aun certo punto - ha proseguito Levin - i piloti degli elicotteri si sono resi conto che il vento stava cambiando direzione e che il fuoco si stava avvicinando ai nostri ragazzi». Il comandante dell'unità israeliana ha così avuto ordine di sgomberare subito il terreno: ma era troppo tardi. Con loro orrore i militari israeliani si sono resi conto di essere in trappola nella stretta vallata ormai piena di fumo. Le fiamme raggiungevano le cime degli alberi e il vento le sospingeva in direzione dei soldati. Questi allora si sono liberati dei cinturoni per correre più veloci verso la salvezza. Ciò nonostante quattro di loro sono morti. «Era un inferno» ha detto in ospedale uno dei feriti. Dopo ripetuti tentativi di salvataggio, sei soldati sono riusciti a uscire dal Wadi Zluki: erano ustionati. Le condizioni di due di essi sono molto gravi, ha detto un portavoce militare. Sul fronte politico, la notizia del giorno a Gerusalemme è stata la rivelazione che la revoca del blocco di Betlemme, in Cisgiordania, è stata decisa mercoledì all'insaputa del premier Benyamin Netanyahu, con un apparente colpo di mano del ministro della Difesa Yitzhak Mordechai. L'episodio, riferito ieri dalla stampa israeliana, ha messo in luce le divergenze nelle relazioni con l'Anp da parte - da un lato - dell'ufficio del premier (che predica un atteggiamento rigido) e dall'altro dei responsabili della Difesa, inclini a un certo pragmatismo. Nei giorni scorsi, durante la sua visita in Estremo Oriente, Netanyahu non aveva lesinato le critiche nei confronti del presidente dell'Atro Yasser Arafat, che aveva abbracciato i leader politici di Hamas e della Jihad islamica proprio men¬ tre Israele gli chiedeva di compiere uno sforzo per debellare gli integralisti, responsabili fra l'altro della strage del 30 luglio a Gerusalemme. ((Arafat ha così dato un bacio mortale al processo di pace», aveva detto Netanyahu martedì a Tokyo. Il giorno successivo, a Seul, è tornato sull'argomento: ((A Betlemme - ha notato - manifestazioni violen¬ te sono state ispirate dall'Anp, e la chiusura della città è destinata a continuare», dato che Israele aveva ((informazioni concrete» su imminenti attentati. Tre ore dopo Mordechai ordinava invece la revoca della chiusura. Ieri Netanyahu ha spiegato di aver ricevuto un aggiornamento tranquillizzante. «Mordechai - ha precisato - aveva facoltà di revocare la chiusura». Fonti militari a Tel Aviv hanno osservato ieri che la cooperazione con i servizi segreti palestinesi sta migliorando grazie a incontri frequenti e discreti cui prendono parte emissari della Cia. A Betlemme gli agenti di Arafat hanno arrestato due estremisti islamici collegati all'attentato del marzo scorso in un caffè di Tel Aviv. A Gaza i servizi segreti palestinesi hanno confiscato materiale esplosivo consegnato ad artificieri israeliani perché li distruggessero. Israele, da parte sua, ha rilasciato dopo 40 giorni di detenzione il colonnello palestinese Munir Abushi. Aldo Baquìs I pellegrini stranieri affollano la Chiesa della Natività a Betlemme dopo la riapertura della città sigillata per un mese dai soldati israeliani
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