Sommossa serba contro la Nato

Le truppe Sfor tentano di occupare un commissariato a Brcko, la città fedele a Karadzic insorge Le truppe Sfor tentano di occupare un commissariato a Brcko, la città fedele a Karadzic insorge Sommossa serba contro la Nato In Bosnia, attaccati anche i carabinieri ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Una folla scatenata ha attaccato all'alba di ieri la stazione delle Forze internazionali di polizia a Brcko, la città a Nord della Bosnia attualmente controllata dai serbi, ma contesa tra la Federazione bosniaco-croata e la Republika Srpska. Migliaia di civili serbo-bosniaci hanno assediato la sede dei poliziotti dell'Iptf, lanciando sassi e bombe molotov. Per mettere in salvo i 58 agenti che sono rimasti asserragliati per dieci ore nella stazione, sono intervenuti i soldati americani della Sfor, ma intanto la rivolta contro le forze dell'Orni e della Nato è esplosa a Bijeljina e a Pale, dove migliaia di persone si sono sollevate contro quelle che ormai chiamano «le forze di occupazione», e due militari americani sono rimasti feriti. I disordini a Brcko sono esplosi in seguito all'occupazione di un commissariato di polizia da parte delle unità fedeli alla presidente Biljana Plavsic. La radio locale ha immediatamente chiamato la popolazione a difendere la città dai nemici. Negli ultimi giorni la lotta per il potere tra la lady di ferro di Banja Luka e i falchi di Pale, seguaci dell'ex presidente Karadzic, si è estesa alla regione di Brcko, sottile fascia di territorio a Nord del Paese che collega le due parti dell'entità serbo-bosniaca. Brcko, che prima della guerra era a maggioranza musulmana e croata, è passata nelle mani dei serbi, ma l'appartenenza finale della città verrà decisa da un arbitrato internazionale a marzo dell'anno prossimo, data prevista per il ritiro delle Forze internazionali dalla Bosnia. Ma ieri alcune migliaia di civili armati di bastóni, pezzi di legno, sassi e bottiglie incendiarie, hanno attaccato le Forze internazionali. I serbi affermano che sono stati i soldati della Sfor ad occupare la stazione della polizia locale, ma il portavoce della Sfor a Sarajevo, Chris Riley, ha negato ogni coinvolgimento delle forze dell'Orni e della Nato. «Abbiamo rafforzato i nostri contingenti a Brcko, Bijeljina e Doboj per impedire l'esplosione delle violenze». I soldati americani sono intervenuti per salvare gli agenti accerchiati. Due di loro sono rimasti feriti, ha detto Riley. «In due occasioni abbiamo usato le bombe lacrimogene», ha spiegato il portavoce della Sfor. Ma questo non ha impedito alla folla di rompere tutti i vetri del commissariato e danneggiare quindici veicoli dell'Orni. Di fronte all'assalto sempre più feroce, le forze dell'Orni e della Nato sono state costrette alla ritirata. Due poliziotti sono rimasti feriti quando i manifestanti hanno cercato di tirarli fuori a forza dal loro blindato. I dieci carabinieri stazionati a Brcko nel quadro delle forze dell'Iptf (ce ne sono 23 in tutto) sono tutti in salvo. In mattinata uno dei militari dell'Arma, a bordo della sua automobile, è sta- to circondato da una folla inferocita che ha cominciato a colpire il veicolo a bastonate. Soccorso dai suoi commilitoni, è uscito illeso dall'agguato. Da Pale, dove colonne di automobili sfrecciano per il paese sventolando bandiere nazionali e ritratti giganti di Karadzic, il rappresentante serbo della Presiden¬ za collegiale bosniaca, Momcilo Krajisnik, ha ammonito la Sfor a trattenersi da nuove azioni sul territorio serbo-bosniaco. «Da ospiti sono diventati padroni. La gente reagisce spontaneamente perché vede l'ingiustizia e il pericolo», ha detto Krajisnik. E ieri sera era annunciato un comizio di I un altro esponente politico della «cricca» di Karadzic, il ministro degli Esteri Aleksa Buha, a Sokolac, a poco più di 50 km a Est di Sarajevo, un'altra zona controllata dal contingente italiano della Sfor. «Gli Stati Uniti non tollereranno attacchi contro le forze di pace. Tutte le parti in causa devono sapere che non possono sfidare le truppe della Sfor. Si tratta di un messaggio serio del quale sarebbe meglio tener conto», ha dichiarato in serata il portavoce della Casa Bianca John Lockhart. A Banja Luka ieri la presidente della Republika Srpska, Biljana Plavsic, accolta dalle ovazioni dei suoi seguaci, ha fondato un nuovo partito, l'Alleanza popolare serba (Sns). Commentando gli scontri della giornata, la Plavsic ha accusato i suoi avversari di indebolire la posizione dei serbi nei negoziati. «Provocando la comunità internazionale e rifiutando di cooperare con la Presidente, peggiorano la nostra situazione». Ingrid Badurina La folla attacca con bastoni e sassi Due soldati americani feriti. La Casa Bianca: non provateci più BRCKO E' AL CROCEVIA DELLE FRONTIERE DI CROAZIA. SERBIA. REPUBL1KA SRPSKA E FEDERAZIONE CROATO-MUSULMANA. IL «CORRIDOIO DEL*LA POSAVINA» E' L'UNICO CONTATTO FRA LA ZONA DI BANJA LUKA E LE RESTANTI AREE SERBE NELL'OCCHIO DEL CICLONE BRCKO E' PRESIDIATA DALLE FORZE DI POLIZIA INTERNAZIONALE DELL'ONU [IPTF] CHE CONTANO ANCHE 23 CARABINIERI Un serbo-bosniaco lancia pietre contro i mezzi Onu Le forze di pace sono state costrette a ritirarsi

Luoghi citati: Banja, Bosnia, Croazia, Sarajevo, Serbia, Stati Uniti, Zagabria