D'Alema premia laghi, il «manifesto» insorge

D'Alenici premia laghi, il «manifesto» insorge Fu nunzio in Argentina dal 1974 al 1980. Cerimonia a rischio per la crisi al Comune di Gallipoli D'Alenici premia laghi, il «manifesto» insorge «Cardinale coinvolto nella guerra sporca dei militari» CITTA' DEL VATICANO. Il manifesto si scandalizza: Massimo D'Alema dovrebbe consegnare sabato prossimo al cardinale Pio Laghi, Prefetto dell'Educazione cattolica, a Gallipoli, il suo seggio elettorale, il «Premio Barocco». Il «Premio Barocco» è attribuito in genere a personalità salentine che si sono distinte in qualche campo dell'umano scibile; e il cardinale Pio Laghi salentino non è, essendo di origini romagnole. Così come non è salentino il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer, compagno di premiazione del porporato. La motivazione esalta il «loro impegno nel campo dell'educazione». Ma il manifesto si indigna per addirittura due pagine perché il segretario della Quercia premierebbe (ma è tutt'altro che sicuro che il cardinale ci vada), secondo il giudizio apodittico del quotidiano comunista, «uno dei personaggi più contestati fra quelli che abitano le stanze vaticane», «irrimediabilmente coinvolto nella guerra sporca dei militari». Naturalmente l'obiettivo non è il cardinale, che nella sinistra più sinistra gode comunque di una fama pessima, ma il segretario del pds. Infatti, ricordando i crhnini commessi dai «generali», e le leggi successive tipo la «punto final» tese ad evitare la punizione dei militari, il giornale scrive: «Né perdono né oblio come chiedono i Menem, i Laghi e, premiandolo, anche i D'Alema». Pio Laghi fu nunzio in Argentina dal 1974 al 1980. Anni tremendi, specialmente tenendo conto che la conferenza episcopale argentina era fra le più tradizionaliste, e che uno degli obiettivi di Laghi era anche quello di operare un certo svecchiamento nelle nomine. I guai per l'ex nunzio cominciarono nel 1984, con la presentazione del «Rapporto Sabato» frutto di un'indagine svolta dalla Commissione sui Desaparecidos. Insieme al rapporto, la Commissione presieduta dallo scrittore Ernesto Sabato allegò una lista di 1351 persone in qualche modo collegate con le vicende di quegli anni. E nella lista vi era anche il nome di Pio Laghi. Dice il cardinale, in una lunga e dettagliata intervista a «Il regno», dei dehoniani di Bologna: «Poi Sabato e il presidente Raul Alfonsin, di comune accordo lo tolsero, considerando le due testimonianze a mio carico, poi ridottesi a una, inconsistenti». L'intervista è troppo lunga, evidentemente, da riportare. Ma è significativo che alcuni fra i vescovi considerati più di sinistra, in Argentina, come monsignor Novak e monsignor Hesayne, e molte altre personalità, parlino in difesa del cardinale, ricordando come cercò di aiutare perseguitati politici e famiglie di desaparecidos. «Sì, sono stati numerosi gli interventi a mio favore - dice il cardinale -. Ma il montare delle accuse e della loro enormità mi inquieta. Forse non sono stato un eroe, ma certo non sono stato un complice». Una «leyenda negra», nei con¬ fronti dell'ex nunzio, sul quale vengono fatte ricadere colpe e omissioni - queste sì reali - di una parte della Chiesa argentina dell'epoca? Parrebbe proprio di sì, anche se appare duratura, e può sempre venir bene in una bella polemica per attaccare chi, a sinistra, non ne tiene conto. «E' questo l'uomo che, per il suo impegno nel campo dell'educazione, D'Alema premiere dopodomani a Gallipoli?» si chiede nel pistolotto finale il manifesto. In realtà D'Alema si è già reso colpevole di ben due colloqui con il cardinale, nel mese di luglio, in tema - soprattutto - di scuola italiana (il governo stava preparando il disegno di legge sulle private). In tutto ciò, l'elemento forse più umoristico sta nel fatto che quasi certamente a Gallipoli il porporato non ci sarà, e non per colpa del manifesto. La situazione nella città pugliese non è tranquilla, da un punto di vista politico. La giunta ispiratrice della Commissione per il Premio Barocco è crollata, c'è un «commissario ad acta», e si andrà alle urne probabilmente a ottobre. Massimo D'Alema non ha fatto le consuete vacanze gallipoline proprio per non aggiungere, con la sua presenza, fattori di disturbo ad un clima tempestoso. Il ministro della Pubblica Istruzione Berlinguer riceverà la statuetta di legno d'ulivo simbolo del premio in una cerimonia a parte, non in quella ufficiale di sabato sera, a cui non potrà essere presente per impegni preesistenti. E il cardinale? Forse gliela porterà il segretario del pds in un terzo futuro incontro in Vaticano. Marco Tosarti Il cardinale Pio Laghi Prefetto dell'Educazione cattolica

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