Il sindaco io proteggo venezia

Il sindaco Il sindaco «Io proteggo Venezia» VENEZIA. I sindacati? Fuori da San Marco. Niente manifestazione antisecessionista in piazza. Il sindaco Massimo Cacciari è inflessibile. «Ma come? Tu quoque?». Sembrava che parlassero i volti sorpresi dei tre segretari della triplice. Loro che erano pronti a convocare nel «cuore» della Padania 20 mila, forse 30 mila lavoratori, per fargliela vedere alla Lega chi ne porta di più in piazza e chi è la vera anima del popolo veneto. E questo qui, il sindaco rosso, che gli tarpa le ali prima ancora che sia annunciato il volo. Inutile protestare: la legge è uguale per tutti, dice in sostanza il sindaco filosofo. Niente alla Lega, niente a Cgil-CislUil, niente a nessuna massa che vada a calpestare quelle pietre, già compromesse da un millennio di palafitte smosse dalle acque e da qualche decennio di turismo selvaggio. Un'ora di colloquio fra Cacciari e i vertici regionali del sindacato non è bastata a far recedere il primo cittadino dalla sua posizione intransigente. «Del resto, lui la politica la fa proprio proteggendo e sviluppando la sua città», dicono dall'ufficio di Gabinetto. Niente ideologie né condiscendenze, neppure per gli amici, dunque. E dunque, niente autorizzazione al comizio del 20 settembre davanti alla Basilica. «E' una questione di opportunità - taglia corto il sindaco - se non la dò a uno non la dò neanche all'altro». D'altronde, non è soltanto un suo puntiglio: Cacciari intende attenersi a un ordine del giorno approvato giusto due settimane fa dal consiglio comunale, in cui si invita la giunta a non concedere l'uso della piazza a manifestazioni di massa che ne possano compromettere le strutture, o che possano danneggiare l'immagine di Venezia. Non si tratta di un obbligo esplicitamente disposto da una delibera dell'amministrazione, ma il sindaco è intenzionato a rispettare l'ordine del giorno. I sindacati puntavano a ottenere l'uso di San Marco come spazio simbolico per la manifestazione «per un'Italia unita, federale e solidale», che si terrà in contemporanea a quella di Milano. Le alternative, come Campo San Polo o Riva degli Schiavoni, che riescono a contenere poco più di 10 mila persone, meno di quanto preventivato, diverrebbero una soluzione di ripiego, in tutti i sensi. Ma il sindaco filosofo ne ha anche per la Lega, che ha annunciato l'installazione di un gazebo speciale in piazza Ferretto a Mestre, per bruciare le tessere confederali: «In piazza Ferretto ci sono lavori in corso. I gazebo non ci possono andare. Se lo fanno senza permesso, chiamo i carabinieri». Mario Lolle

Persone citate: Cacciari, Mario Lolle, Massimo Cacciari, Riva, Schiavoni

Luoghi citati: Italia, Milano, San Polo, Venezia