Una spia antisbarchi

Una spia antisbarchi Una spia antisbarchi Sulla Calabria un aereo speciale CROTONE. Da ieri notte anche un occhio elettronico vigila, dall'alto, sulle coste calabresi, ventre molle del dispositivo anticlandestini. E' un aereo che si leva da Catania e porta le insegne delle capitanerie di porto. Si stringono, quindi, anche se con ritardo, le maglie davanti alla fascia ionica della Calabria, sulle cui coste, nelle ultime settimane, «carrette del mare» scaricano i clandestini. La Calabria è diventata un'irresistibile calamita per chi organizza queste «spedizioni», dove i pacchi sono bambini, donne, uomini, stipati nelle stive. Questa mattina, permettere a punto gli ultimi dettagli del nuovo piano, arriverà in Calabria il comandante generale delle capitanerie di porto, l'ammiraglio Renato Ferrara, che con i responsabili delle strutture di Crotone (Santucci) e Reggio Calabria (Olimbo) valuterà e quindi deciderà. Non ci vuol molto a capire dove l'ammiraglio Ferrara, da Crotone, inci¬ derà con le sue direttive, dopo aver dato atto ai suoi uomini, così come agli altri che attuano i controlli (carabinieri, polizia e guardia di finanza), che combattono una battaglia impari. In primo piano c'è l'inadeguatezza dei mezzi che - dicono a denti stretti quelli che escono per mare di notte a pattugliare - sono numericamente ridicoli rispetto a quelli dislocati altrove. Il riferimento è alle coste pugliesi, dove la catena di motovedette, aerei, elicotteri, uomini a terra ha reso molto difficili nuovi sbarchi. Ma se la Puglia è l'emergenza più evidente, quella calabrese è la più ambigua: dei clandestini si parla solo quando sbarcano, magari a centinaia, come domenica scorsa ad Isca sullo Ionio, ma tutto finisce lì. E la situazione potrebbe dimostrarsi esplosiva a breve termine, se non si riuscirà a tagliare i legami tra questi mercanti di uomini e la criminalità calabrese. Questa potrebbe non essere ne- cessariamente la 'ndrangheta, che non ama mischiarsi oltre il «lecito» in affari - come appunto la tratta di clandestini - che, seppure lucrosi, rischiano di portare a un'ingombrante presenza di forze dell'ordine. E questo dovrebbe accadere quando le nuove disposizioni andranno in attuazione. Anche perché, per aiutare le «carrette», basta poco: appostarsi vici- no alle banchine per segnalare quando le motovedette escono in mare per i pattugliamenti. Basta solo un lampeggiante e ore e ore di pattugliamento rischiano d'essere vane, mentre le navi dei clandestini tornano al largo, magari per riawicinarsi alle coste greche in attesa di migliori occasioni. Diego Minuti L'ultimo sbarco di clandestini a isca in Calabria

Persone citate: Diego Minuti, Ferrara, Renato Ferrara, Santucci