PER NON AFFONDARE di Mario Deaglio
PER NON AFFONDARE DALLA PRIMA PAGINA PER NON AFFONDARE convenzionale. Il primo è la riunione che contemporaneamente si teneva a Bonn tra i capi di governo francese e tedesco, dalla quale emergeva, almeno formalmente, una linea di fermezza sulle politiche economiche e sui tempi di attuazione di Maastricht; sarebbe stato disastroso se, proprio nelle stesse ore, il governo italiano avesse ciato segni di cedimento. U secondo fattore è meno legato all'attualità ma di maggiore importanza strutturale. Per dirla con le parole del professor Onofri, presidente della commissione per la Riforma del Welfare, governo e parti sociali sono «condannate» a trovare un accordo coerente con l'ingresso in Europa. Su questa Europa si è scommesso troppo perché sindacati e imprenditori - e, più in generale, l'intero Paese - possano ora tirarsi indietro. Non è però solo l'Europa a spingere il presidente del Consiglio su una strada di fermezza, anche se l'uso dell'Europa come spauracchio si rivela, una volta di più, come il più efficace stimolatore di cambiamento in una società complessivamente chiusa e sonnacchiosa come quella italiana. Dietro alle schermaglie e alle strategie politiche vi è la semplice constatazione che, con un numero di pensionati pressoché uguale a quello dei lavoratori e destinato ad aumentare rapidamente nei prossimi anni, l'attuale sistema pensionistico non ha più alcuna possibilità di reggere. Indipendentemente dalla loro intrinseca bontà, e dalla veemenza con cui talora vengono avanzate, le rivendicazioni dei diritti pensionistici divengono sterili di fronte alla realtà delle cifre: i soldi per accontentare tutti non ci sono e ci saranno sempre meno. Questa realtà è scomodissima ma non può essere superata con semplici slogan o con mozioni degli affetti. Un Paese che si tirasse indietro ora, per paura di affrontare l'ultima parte del processo di riforma pensionistica iniziato con la legge Amato, rischierebbe di non essere più finanziariamente governabile. Una riforma del Welfare comprendente riduzioni pensionistiche può però rivelarsi più o meno dura e più o meno buona ma non sempre la riforma più severa è anche la più auspicabile. La logica sulla quale trovare un accordo, in una trattativa che sembra ormai destinata a procedere a tempi serrati, è quella in cui una parte degli inevitabili tagli pensionistici venga compensata mediante l'incremento di altre voci della spesa sociale, in particolare per quanto riguarda l'assistenza alle famiglie e all'occupazione. E' su questa linea che dobbiamo attenderci un confronto serrato ma rapidissimo, da concludersi in due-tre settimane; se ciò non dovesse succedere, la navicella del rinnovamento del Paese correrebbe il rischio di affondare. Mario Deaglio
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