INTERVISTA L'ECONOMISTA DEL POLO

«Non siamo Io Croce Rosso INTERVISTA L'ECONOMISTA DEL POLO «Non siamo Io Croce Rosso » PROFESSOR Antonio Marzano, come economista di Forza Italia cosa pensa di Berlusconi quando dice: «Se il governo non aumenta la pressione fiscale, sullo Stato sociale si può trattare»? «In linea di principio non ho nulla da obiettare. Ma comunque, per prendere una decisione su un tema così delicato come il Welfare si dovranno riunire i gruppi parlamentari di Forza Italia, e allora vedremo». Professore, la vedo un po' perplesso. 0 sbaglio? «Beh, certo, ci sono dei vincoli a questa trattativa». Quali? «Sono almeno tre. Cominciamo dal primo. Esiste un vincolo costituzionale: noi siamo l'opposizione, questo è il nostro ruolo in un sistema bipolare. E questi non sono tempi da compromessi. Perché mai allora - mi chiedo - dovremmo annacquare questo ruolo?». Il secondo vincolo... «Il secondo vincolo è di tipo politico. Noi abbiamo ricevuto un mandato dai nostri elettori, di cui dobbiamo tenere conto. E questo mandato non prevede che si debba correre in "soccorso" di un governo in difficoltà. Chiaro? Se Prodi è in grado di fare ciò che promette lo faccia, altrimenti abbandoni e si dimetta. O no? Il terzo limite poi è di natura storica. Bisogna ricordare che il nostro governo di centro-destra fu fatto cadere proprio sulla riforma delle pensioni. Fu in quella circostanza che maturò il "ribaltone"». E a questo punto voi meditate la vendetta. «Non si tratta di prendersi rivincite perché sarebbe una meschina soddisfazione, ma le cose che le ho detto sono fatti che non si possono trascurare». Dunque chiusura su tutti i fronti? Il gesto distensivo di Berlusconi non conta? «Io le ho detto quali sono i limiti "strutturali" all'apertura di una trattativa con il governo. Ciò non toghe - come ha detto anche Berlusconi - che esistono dei punti fermi che noi poniamo e se il governo volesse condividerli, allora si può anche vedere una qualche possibilità d'intesa, ma senza mischiare i ruoli». E quali sarebbero questi punti irrinunciabili? «Anche qui sarò schematico: sono almeno quattro. Il primo: niente rinvìi. Non c'è nulla di peggio della melina, del tirare per le lunghe. Quindi no all'ipotesi di una trattativa fino al 31 dicembre». Meno che mai allora alle deleghe, dato che andrebbero a finire all'anno nuovo. «E questo è proprio il secondo punto: no alle deleghe. Non solo per il motivo che lei ha accennato, ma anche perché Scalfaro non vorrà concedere deleghe al governo in una materia come questa, dal momento che non la concesse neppure al governo Berlusconi. Non vorrà mica usare due pesi e due misure, ci mancherebbe!». E il terzo punto? «Mi ricollego a quanto ha detto Berlusconi: niente tasse né per ripianare il bilancio previdenziale, e neppure mascherate dietro formule eufemistiche del tipo "contributi di solidarietà". In una parola: basta chiedere soldi agli italiani. Infine, ultima questione: no agli aumenti contributivi per le imprese, perché questo signifi cherebbe aumentare di fatto il costo del lavoro e in epoca di disoccupazione galoppante serve il preciso contrario. Per lo stesso motivo ci opporremmo ad un au mento dei contributi previden ziali per il lavoro autonomo». Insomma, un accordo si può trovare o no? «Se di volta in volta il governo sposa le tesi che sono nel nostro programma... chissà. Altrimenti chi ce lo fa fare?». Raffaello Mascl L'econo mista e deputato di Forza Italia Antonio Marzano

Persone citate: Antonio Marzano, Berlusconi, Professor Antonio Marzano, Scalfaro