Pensioni è subito scontro sulle dote

Si riprende lunedì. Prodi vuole chiudere a settembre. D'Antoni: «Dicembre è ancora buono» Si riprende lunedì. Prodi vuole chiudere a settembre. D'Antoni: «Dicembre è ancora buono» Pensioni, è subito scontro sulle dote Ciampi ottimista, Cofferati: Palazzo Chigi non cadrà ROMA DALLA REDAZIONE Primo incontro sulla riforma dello Stato sociale, primo contrasto. Ufficialmente, ieri sera a Palazzo Chigi si discuteva del calendario degli incontri. E mentre si è riusciti a trovare un accordo sulla ripresa della trattativa a partire da lunedì prossimo e sulle altre date degli incontri, è bastato toccare un argomento un po' più delicato, come le scadenze e i tempi complessivi, per far sorgere il primo scontro fra governo e sindacati. Se il governo per l'intera giornata, e anche durante l'incontro, aveva ribadito la necesità di giungere a una conclusione della trattativa entro la fine di settembre, il sindacato ha risposto che per una discussione di questa portata «non esistono scadenze vincolanti». Se ci sono le condizioni per chiudere prima, bene, altrimenti si andrà avanti, ha spiegato il leader della Cgil Sergio Cofferati, convinto comunque che «non c'è rischio di crisi di governo per il Welfare State». Così, secondo il leader della Cisl Sergio D'Antoni, il problema della scadenza è «del governo e solo del governo», perché «si tratta di questioni che riguardano i prossimi 1015 anni e dobbiamo prenderci tutto il tempo per arrivare a una conclusione positiva». Da parte sua - ha proseguito D'Antoni - il sindacato difende la riforma del '95: «Se i conti tornano, bene, se no vedremo il da farsi» e, comunque, «se l'esecutivo vuole far entrare in vigore le norme sul Welfare da gennaio '98 c'è tutto il '97 per discutere». Quanto al se- gretario della Uil, Pietro Larizza, ha esteso lo scontro anche al meccanismo del «pro-rata», che il governo intende estendere a tutti i lavoratori. «E' una soluzione che non garantisce l'equità», ha spiegato. Partenza tutta in salita, insomma, per la trattativa, ma questo non ha scalfito di un millimetro l'ottimismo del ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. «In qualche modo troveremo una soluzione», ha affermato. Ieri mattina aveva discusso della questione in un incontro di tre ore con il presidente del Consiglio Romano Prodi, poi ha chiarito quale sarà la strategia seguita dal governo nella trattativa. «Qui - ha spiegato bisogna far capire che nessuno intende tagliare lo Stato sociale: si tratta solamente di regolare, di modulare gli sviluppi futuri in modo da non trovarci in quelle condizioni critiche che, continuando così, appaiono inevitabili». Proprio partendo dalla necessità di porre rimedio ad imo squilibrio evidente, il ministro Ciampi si è detto fiducioso sulla possibilità di trovare un accordo: «Sono convinti tutti che c'è la necessità di affrontare questo problema in questa direzione, con una regolazione delle prestazioni. Sia chiaro - ha però precisato il ministro - che non ridurremo di una lira le pensioni ai pensionati». E questa fiducia ha permesso al ministro Ciampi di minimizzare anche l'allarme che qualcuno, oggi, ha letto in un'intervista del presidente Prodi. «Non aggraviamo le cose con pericoli inesistenti», ha risposto il ministro sorridendo con un'alzata di spalle. Quanto al calendario definito ieri, gli incontri riprenderanno a partire da lunedì alle 17, con la discussione sulla separazione tra assistenza e previdenza al ininistero del Tesoro. Martedì sarà la volta del tavolo sugli ammortizzatori sociali presso il ministero del Lavoro. Giovedì, in due incontri diversi, si parlerà di sanità e mercato del lavoro. Gli incontri riprenderanno poi la settimana suc- cessiva. Questo è l'unico risultato concreto dell'incontro di poco più di un'ora svoltosi ieri a Palazzo Chigi tra i leaders dei sindacati confederali, il sottosegretario alla presidenza Enrico Micheli, il ministro del Lavoro Tiziano Treu, e il presidente dell'Inps Gianni Billia. Molto critici i commenti espressi dai rappresentanti dei metalmeccanici alla ripresa della trattativa. «Sulle pensioni, Prodi rischia di fare la fine del governo Berlusconi», ha affermato Claudio Sabattini, segretario generale della Fiom. «E' necessario - ha avvertito - che Prodi capisca che non potrà essere tranquilla una situazione in cui i lavoratori che da due-tre anni hanno dovuto ritardare di andare in pensione, ora si sentano dire che le pensioni d'anzianità saranno tagliate». Il ministro del Tesoro, Ciampi

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