I vescovi: Don Mazzi straparla
Rai, Mediaset e Tmc sono favorevoli alla rete cattolica satellitare Rai, Mediaset e Tmc sono favorevoli alla rete cattolica satellitare I vescovi; Don Mozzi straparlo Replica dopo l'attacco alla tv della Cei ROMA. Don Mazzi si è attirato le ire dei vescovi con la sfuriata contro la tv legata alla Chiesa. Con piglio deciso aveva sentenziato: «E' uno sperpero di soldi e di idee». Ieri il quotidiano «(Avvenire» ha dedicato un lungo corsivo sotto il titolo significativo: «Sperperi mentali di chi parla a vanvera». Il destinatario è il prete di «Domenica in», ricordato più volte nella sua veste di telepersonaggio in attesa di «uno squillo da parte di Tantillo, capo della prima rete Rai, o addirittura di Iseppi, direttore generale dell'azienda», precisando anche che «con meno, uno come lui, non tratta», anziché in quella di sacerdote impegnato nel sociale. Come a dire che si è montato la testa? Neppure tanto fra le righe, la risposta: «L'astinenza da video può fare brutti scherzi». Il corsivo, siglato «AV», si rivolge a Don Mazzi con toni caustici. Lo invita a pazientare, per un ruolo di primo piano in tv: «Qualcosa, chissà, uscirà anche per lei». Salvo, di seguito, rimarcare: «Sempre che l'impegno assiduo che lo lega ai suoi ragazzi glielo consenta». Don Mazzi ha criticato i costi finanziari del progetto di ima tv patrocinata dall'episcopato italiano. «Nessuno sa ancora - replica il quotidiano dei vescovi - i contorni dell'iniziativa, che palinsesti si allestiranno, di quali investimenti si disporrà, comunque all'osso. Quando don Mazzi apre bocca c'è sempre di mezzo il soldo. Una fissazione». A tentare di placare gli animi, ci hanno provato Sodano (Canale 5), Tantillo (Rai), e Balassone (Tmc) intervenendo al Meeting di Rimini, dove in serata è arrivato anche Don Mazzi. Tutti d'accordo nel dare il benvenuto alla nuova rete. Per Giampaolo Sodano, direttore di Canale 5, è singolare «che un grande movimento che appartiene alla cultura e alla storia non abbia ancora imo strumento di comunicazione come questo. Mi auguro che per il Giubileo la Chiesa comunichi al mondo direttamente le sue idee». Stefano Balassone, amministratore delegato di Tmc, ha detto di vedere con favore il progetto di «una tv a cui ti colleghi per l'identità e la cultura che esprime». Per Giovanni Tantillo, direttore di Raiimo, il progetto della Cei va verso il futuro del¬ la televisione, «che sarà sicuramente diversa» e «dovrà fornire, ad esempio, informazioni su aspetti specifici visti da angolazioni particolari. «Avvenire» ha puntualizzato che la tv della Chiesa italiana «si pone non al posto ma accanto a tv generaliste da lei amate». Il «pubblico stufo di tv-marmellata» sappia che gli studi ultramoderni, sul modello di Saxa Rubra, sono pronti e si trovano all'inizio della via Aurelia a Roma, a un centinaio di metri dalla sede della Conferenza episcopale italiana. La nuova televisione dei vescovi dovrebbe cominciare a. trasmettere entro l'anno. La News Press, l'agenzia ecclesiale di informazione televisiva, che già oggi trasmette via satellite alcune ore di programmi per le tv diocesane e locali, dovrebbe costituire il «nocciolo duro» della nuova struttura. La Cei è in trattative, dalla scorsa primavera, con Telepiù, ma è già deciso che i programmi saranno non a pagamento. Entrerà con ogni probabilità in quel pacchetto di canali supplementari gratuiti che Telepiù offre ai suoi abbonati, in aggiunta ai «basic». Nel palinsesto, rubriche, un notiziario quotidiano, approfondimenti specifici, dirette su eventi partico- lari. L'investimento attingerà al fondo di 100 miliardi di lire destinati al «progetto culturale», e ricavati dall'otto per mille Irpef degli scorsi anni. Per i ruoli dirigenti si fa il nome del regista Pupi Avati, con il quale le trattative sarebbero già a buon punto, e dell'ex direttore di TeleMontecarlo e di Raiuno, Emmanuele Milano. Paola Cavaliere» Don Mazzi ha criticato i costi finanziari del progetto di una tv patrocinata dall'episcopato italiano. «Nessuno sa ancora - replica l'Avvenire - i contorni dettagliati dell'iniziativa, quali palinsesti si allestiranno, di quali investimenti si disporrà: e saranno comunque ridotti all'osso» Bob Dylan non pareva sicuro del concerto in Vaticano
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