Gerard padre della Patria

Gerard padre della Patria Gerard padre della Patria Nel nuovo lavoro sarà de Gaulle anche se non gli somiglia affatto PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Gerard Depardieu è decisamente l'attore più impegnato del cinema francese. Non ha ancora finito di girare il «Conte di Montecristo», una serie televisiva per il primo canale tv diretta da Josée Dayan, si prepara a portare in scena, a Parigi, una pièce teatrale di Jacques Attali, l'ex consigliere di Mitterrand, e già per lui si profila un nuovo ruolo. Impegnativo quant'altri mai. Certo, Depardieu è avvezzo a interpretare le glorie della storia e della letteratura francese, da Danton a Cyrano de Bergérac, dal musicista barocco Marin Marain al colonnello Chabert. Ma questa volta si tratta di interpretare il padre della patria, Charles de Gaulle. A cui, per giunta, Gerard manco somiglia. Pingue quanto il generale era secco, il volto rotondo e non affilato, l'unico tratto che l'attore potrebbe avere in comune con il capo di Stato è il naso, non propriamente breve. Ma gli mancano le orecchie a sventola. L'atteggiamento marziale e imperioso. Soprattutto, l'allure del mito. Nessun attore, francese o no, ha mai incarnato de Gaulle sul piccolo o sul grande schermo. Troppo profonda è ancora la carica simbolica legata alla figura del Generale, nella Francia che l'anno scorso gli ha tributato celebrazioni solenni per il venticinquennale della morte. Finora, al cinema o in tv, de Gaulle è sempre stato una voce alla radio - magari quella del¬ l'appello del 18 giugno -o una figura allampanata di spalle. La sceneggiatura del film, un lungometraggio a puntate per la televisione, è stata affidata a Jean Cosmos, l'autore di «La vita e niente altro» e «Capitarne Conan», l'avventura di un commando alla fine della Prima guerra mondiale nei Balcani, magistralmente diretta da Bertrand Tavernier. Al progetto lavora il produttore René Cleitman, amico personale di Depardieu, che ha già collaborato con lui in molte pellicole. Il film sarà ambientato nel 1940, l'anno della disfatta della Francia e della svolta nella vita di de Gaulle, da ufficiale sconosciuto, amico e protetto di Pétain, a simbolo della Francia libera. Per il momento il regista non è ancora stato scelto. Si tratta infatti di un progetto a lungo termine: a causa degli impegni di Depardieu, la lavorazione non potrà cominciare prima della fine del prossimo anno. Ma i francesi già ne parlano. Molti, spiega il «Parisien», avrebbero preferito vedere nell'uniforme del Generale Alain Delon. Altri avrebbero visto meglio Philippe Noiret, per una questione di somiglianza fisica. «Magari la parte di "tante Yvonne" (zia Yvonne, la signora de Gaulle, anti-first lady per modestia e timidezza, ndr) potrebbe andare a Beatrice Dalle», ironizza il settimanale satirico «Le Canard enchaìné». Il produttore spiega di aver pensato a Depardieu dopo aver visto Anthony Hopkins in «Nixon» di Oliver Stone: scarsa somiglianza fisica, ma grande appeal. Un de Gaulle troppo simile all'originale sarebbe stato ridotto a caricatura. Depardieu ne farà un personaggio diverso ma vivo, e forse è meglio così. Aido Cazzullo

Luoghi citati: Cyrano De Bergérac, Francia, Parigi