Battaglia sulla sposa bambina

La madre l'aveva affidata a una famiglia siciliana, ora l'ha promessa a un uomo: deciderà il giudice La madre l'aveva affidata a una famiglia siciliana, ora l'ha promessa a un uomo: deciderà il giudice Battaglia sulla sposa bambina Undicenne tunisina si rifiuta di tornare in patria CALTANISSETTA NOSTRO SERVIZIO «Fatima», 11 anni, tunisina, per un «patto d'amore» mai supportato da ancoraggi legali, da quando aveva pochi mesi ha vissuto con una famiglia di Caltanissetta: adesso la madre naturale vuole riportarla in patria, dove, a suo dire, un giovanotto avrebbe pattuito l'esborso di una somma pari a 10 milioni di lire per farne la regina della propria casa. «No» più che deciso della bambina e della donna (madre già di sei figli) che l'ha accudita in tutti questi anni: domani sarà il tribunale dei minori di Caltanissetta a pronunciarsi sulla richiesta di affidamento presentata, dopo l'intervento del genitore naturale, dalla donna che Fatima considera a tutti gli effetti come «mamma». La storia di Fatima nelle parole della madre «adottiva»: «La bambina l'ho vista per la prima volta in una scatola di cartone, dove i genitori la tenevano mentre vendevano oggettini per le strade: ho subito proposto di occuparmene e loro hanno acconsentito di buon grado». Mantenendo sempre i contatti con la famiglia d'origine, Fatima cresce, sente come propria la casa in cui vive, va a scuola. Ancora la «nuova» mamma: «Qualche giorno fa, inaspettatamente, sua madre, che nel frattempo è rimasta vedova, mi comunica l'intenzione di rientrare in Tunisia con la figlia, dicendomi che è stata promessa in matrimonio. Sono incredula, stupefatta; Fatima ha l'età per giocare con le bambole, non per maritarsi: confido nei giudici». Fatima dal canto suo ha le idee chiarissime: «Io voglio, fortissimamente voglio restare con la mia mamma adottiva, lo dirò pure ai giudici quando mi chiederanno cosa vorrei fare. Io amo questa città, la mia nuova famiglia e i miei amici. Perché mai dovrei andare in Tunisia, e a fare che cosa?». L'avvocato Giuseppe Perricone, che assiste la madre putativa della bambina: «La cosa assurda è che in tutti questi anni la mia cliente non ha mai chiesto alla madre naturale niente di scritto, tutto si è svolto nella più assoluta sincerità, per cui non c'è mai stata una richiesta di adozione o affidamento. Adesso ci siamo rivolti ai giudici e credo che alla fine prevarrà la ragione e che la piccola Fatima possa continuare a rimanere con la sua famiglia e i suoi numerosissimi amichetti». La bimba, da quando si è trovata coinvolta in quello che potrebbe essere un corto circuito irreversibile, ha perso il sorriso e non esce più di casa, nel timore addirittura di un rapimento orchestrato dalla donna che l'ha data alla luce. Nel quartiere che l'ha vista fiorire giorno dopo giorno, dov'è conosciuta per l'allegria e l'esuberanza, tutti «fanno il tifo» per lei. Sulla vicenda interviene Melita Cavallo, giudice del tribunale dei minori di Napoli: «I colleghi di Caltanissetta non possono che prendere una decisione che rispetti l'interesse della bambina». Secondo il magistrato, «il giudice che si trova a decidere in casi del genere deve tenere conto del vissuto del minore, dell'ambiente familiare in cui è cresciuto e dei suoi affetti». «Il tribunale non potrà che salvaguardare la vita di Fatima, ad esempio accertandone lo stato di abbandono da parte dei genitori naturali - aggiunge il giudice -. I problemi cui la famiglia che l'ha cresciuta senza regolarizzare l'affido è andata incontro, però, devono far riflettere. Non sono poche le coppie italiane che prendono in casa bambini stranieri affidati loro dai genitori natu¬ rali. Questi affidi "di fatto" vanno scoraggiati perché la famiglia d'origine può in ogni momento tornare a reclamare il figlio». Melita Cavallo comunque appare speranzosa sulla sorte della piccola tunisina anche perchè, conclude dicendo che: «Il presidente del tribunale di Caltanissetta è una donna, ed è una donna in gamba». Giancarlo Mirane A destra: Melita Cavallo, giudice del tribunale dei minori di Napoli Bambini in un quartiere di Tunisi

Persone citate: Giancarlo Mirane, Giuseppe Perricone, Melita Cavallo

Luoghi citati: Caltanissetta, Napoli, Tunisi, Tunisia