«Ed ecco perché ci riusciremo» di Emanuele Novazio

«Ed ecco perché ci riusciremo» «Ed ecco perché ci riusciremo» Parla il responsabile economico della Cdu INTERVISTA GUNNAR ULDALL OBONN NOREVOLE Gunnar Uldall, lei è responsabile economico della Cdu al Bundestag. Stamane sarà a Bonn il capo del governo francese, Lionel Jospin: parlerete di Europa, di moneta unica, di criteri di Maastricht. Quale sarà il messaggio del governo tedesco a un Paese in difficoltà europee? «Che i due Paesi devono continuare assolutamente gli sforzi per soddisfare in pieno i criteri di Maastricht: tutto il resto sarebbe negativo per l'Europa. Considerata la posta, mi aspetto che anche il nuovo governo francese mantenga la rotta verso un Euro puntuale e stabile». Kohl ha per l'appunto detto che l'Euro sarà stabile. Ma in Europa crescono i dubbi sulla possibilità della Germania di rispettare veramente i criteri di Maastricht. Il buco di bilancio diventa sempre più grande. «I nostri partner devono tener conto che il deficit pubblico tedesco risente fortemente degli sforzi per far fronte alle conseguenze della riunificazione. Senza questo fardello, se si ehminano cioè le spese dovute alla ricostruzione delle regioni orientali, i conti pub- blici della Germania sono positivi. Gli altri Paesi europei devono tener conto che questo carico, del tutto speciale, si ripercuote sulla situazione attuale: ed è un carico che né l'Italia né la Francia né la Spagna hanno dovuto sopportare. Entro l'anno prossimo comunque ce ne saremo liberati: i criteri di Maastricht, perciò, saranno rispettati». L'Spd sostiene al contrario che il deficit è molto più alto di quello annunciato da Waigel. «Lo so, ma l'Spd non ha fornito nessuna prova. Nel bilancio del '98, che discuteremo fra due settimane al Bundestag, al contrario di quello che sostiene l'Spd ridurremo il deficit riducendo le spese». Sarà difficile tuttavia ridurre quelle per i sussidi di disoccupazione: il mercato del lavoro non mostra segni sostanziali di miglioramento. «Quest'anno, è vero, il conto è stato molto salato e abbiamo dovuto mettere a bilancio una cifra superiore al previsto. Questo naturalmente ha provocato un aumento del deficit, nel corso del '97. Ma per il '98 le previsioni dei nostri esperti prevedono un'inversione di tendenza, con ripercussioni positive sul bilancio». Resta l'instabilità politica che il caso Waigel ha clamorosamente messo in evidenza, e che potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sul fronte delle finanze pubbliche. «Non credo. Il processo politico in Germania si svolge lungo la linea che la coalizione si è prefissa: due anni fa abbiamo messo a punto un programma in cinquanta punti nel quale sono fissate le condizioni generali per migliorare la crescita, gli investimenti, l'occupazione. Queste condizioni vengono sistematicamente seguite e rispettate. All'interno di un governo possono esserci occasionalmente dei contrasti, senza che la politica economica tedesca debba risentirne». Ma Kohl ha detto che non ci sarà nessun rimpasto di governo, e ha chiesto con fer¬ mezza ai partiti della coalizione di chiudere una discussione che lo «irrita». Non tutti gli hanno obbedito: non soltanto nella Csu, ma perfino all'interno della Cdu, 0 partito del Cancelliere, dove il leader della Bassa Sassonia, Wulff, ha detto che non basta un ordine di Kohl per chiudere la discussione. «In democrazia non ci sono mai ordini, né del Cancelliere né di un capo di partito. Ma adesso il Cancelliere ha deciso che non ci sarà un rimpasto di governo, e non cambierà opinione. Se un rimpasto ci sarà o no, non lo possono decidere né l'Spd né la Csu né qualche leader regionale della Cdu. La decisione spetta soltanto al Cancelliere». Emanuele Novazio Qui accanto il cancelliere tedesco Helmut Kohl e in alto il premier francese Lionel Jospin

Persone citate: Gunnar Uldall, Helmut Kohl, Kohl, Lionel Jospin, Waigel, Wulff