Bossi federalismo impossibile di G. Ce.

Bossi Bossi «Federalismo impossibile» Onorevole Bossi, Massimo D'Alema nel suo libro la definisce «capo di una tribù straniera che veniva a trattare con Roma». Ha ragione? «No, perché è riduttivo. Non siamo una tribù, siamo gli schiavi di Poma». Lei e Roberto Maroni, davanti a D'Alema, eravate i protagonisti di «un dialogo tra sordi». Come è andata? «Proprio così. Noi non abbiamo mai creduto a questa Bicamerale, e dunque non abbiamo mai preso in considerazione le parole del suo massimo presidente D'Alema. Se non può intervenire sulla prima parte della Costituzione, a quali cambiamenti potrà mai portare questa Bicamerale? A nessuno». Il libro di D'Alema lo leggerà? «Un libro si può sempre leggere...». Altro riferimento a lei: «Non gli importavano affatto gli esiti del dibattito sul federalismo». Commento? «Ma per forza, il federalismo è impossibile. Ne parlano, ma non lo mettono in pratica. Ne parlano da anni, ma sono in grado di spiegare ai cittadini della Padania quale passo avanti è stato compiuto? No!». Sicuro? «Sicurissimo, perché sono loro ad impedire il federalismo: sanno che il loro stato centralista con il federalismo andrebbe a catafascio. E D'Alema, capo del Partito-Stato non se lo può permettere. Deve ga rantire le rendite dei "Vescovoni", del sindacato assistito, di Berlu sconi, delle sue tv e dei suoi prò cessi». Altra citazione: «La sua era un'incursione piratesca». Si ritrova in quel «pirata»? «Boh? Non direi proprio: se pirata è quello che porta via qualcosa è piuttosto D'Alema il pirata: è lui che porta via i soldi alla Padania, è lui che tiene le fila di un sistema che sta crollando». D'Alema scrive che, grazie al la sua piratesca incursione, il voto in Bicamerale avrebbe convinto Gianfranco Fini a lavorare «per il buon esito»... «E' un'interpretazione malvagia La verità è che Fini ha fatto i suoi conti: o diamo la libertà alla Padania oppure facciamo in modo che nulla cambi. Ovviamente ha scelto per la seconda strada, quella del Gattopardo». Insomma, questo libro noA le piace. «Mi sembrano tutti matti. E i matti, si sa, si tirano in testa il mondo». Rientrato da Ponte di Legno, come annunciato, sta «covan do» la Padania? «Certo e mi sto occupando della manifestazione del 6 settembre, quando i lavoratori del Nord stracceranno le tessere della triplice per iscriversi al sindacato padano». Andrà davvero così? «Vedo che i matti ci stanno aiutando. Vogliono fare la loro manife stazione contro la Padania, si accomodino. Chissà quanti treni e au tobus dal Sud, carichi di gente che aspettai soldi...». Vi aiutano? «Certo che sì. E mi fanno venire in mente Bettino Craxi che nel '90 portò i suoi quattro gatti a Pontida, e poi si mise a rincorrerci a Brescia dove vincemmo le elezioni. L'anno dopo, a Mantova, la rincorsa la fecero Occhetto, Martelli e Vizzini: rivincemmo le elezioni. L'ho detto, sono matti: si tirano il mondo addosso e non se ne rendono conto. Meglio, molto meglio essere il capo di una tribù straniera, che avere a che fare con il "magnamagna" di quei margniffoni lì». [g. ce.]

Luoghi citati: Brescia, Mantova, Ponte Di Legno, Pontida, Roma