Pensioni Prodi non molla sui tagli

Oggi riparte la trattativa con i rappresentanti sindacali, domani i primi incontri tecnici Oggi riparte la trattativa con i rappresentanti sindacali, domani i primi incontri tecnici Pensioni, Prodi non molla sui tagli Ma Bertinotti avverte: «Così il governo rischia il suicidio» ROMA. «Non si tratta di tagli all'esistente ma di rimodulare il futuro in modo che sia coerente con 10 sviluppo del reddito nazionale. 11 problema è di far si che le future generazioni non si trovino a pagare disattenzioni che possono essere compiute dalla presente generazione». Con queste parole un po' levantine e assai diplomatiche, il ministro del Tesoro Ciampi annuncia lo Stato sociale prossimo venturo, e tenta di placare l'ira di Bertinotti che - solo pochi minuti prima - aveva dichiarato che «i tagli alle pensioni sarebbero un suicidio per il governo. Prodi stia attento a non darsi la zappa sui piedi». Così, in questo clima da «pace armata» riprendono oggi le trattative sulla riforma del Welfare, sospese a fine luglio. Al di là delle formule minacciose (di Bertinotti) o accomodanti (di Ciampi), Prodi si trova in mezzo al guado: se non taglierà le pensioni secondo i suoi tecnici non porterà l'Italia nell'unione monetaria, ma se le taglierà accenderà la miccia che Rifondazione e sindacati hanno piazzato sotto la sua poltrona. Comunque, il presidente del Consiglio, in serata ha assicurato a «La Stampa» che non ci sarà alcun rinvio oltre la data del 30 settembre della riforma. La linea che dunque il governo si è data, è quella di tenere basso il liveUo di conflittualità, e proprio per questo ha deciso di sminuzzare e dilazionare la complessa materia e di separare gli incontri tecnici da quelli politici. Oggi il sottosegretario alla presidenza Enrico Micheli e il ministro del Lavoro Tiziano Treu incontreranno i leader sindacali di Cgil, Cisl e TJil. Formalmente dovrebbero solo fissare un calendario dei lavori, ma è ovvio che l'esecutivo intende sondare gli umori. Ieri, per analoghi intenti, Prodi ha incontrato il direttore generale di "Confindustria, Innocenzo Cipolletta, e il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio. Quanto alle trattative in senso stretto, dovrebbero iniziare domani, ma a «livello tecnico»: delegazioni delle forze sociali, incaricate di affrontare specifici temi saranno coordinate dalla sottosegretaria al Tesoro Laura Pennacchi. La scelta «tecnica» è stata interpretata come un deliberato «understatement» che consenta di dirimere a tavolino questioni che verrebbero così sottratte al fuoco dello scontro politico. E comun¬ que, le questione tecniche sono tutt'altro che secondarie, perché è in quella sede che si parlerà di cifre. Tutto questo lavoro previo - ha detto ieri Cipolletta uscendo dall'incontro con Prodi - dovrebbe essere concluso entro la prima settimana di settembre per lasciare poi spazio al dibattito. E anche qui si apre un altro fronte: quanto dovrebbe durare questo «dibattito»? «C'è tempo fino al 31 dicembre ha detto il leader della Cisl Sergio D'Antoni - cioè il termine entro il quale la Finanziaria deve essere approvata dal Parlamento». Ma il commissario europeo Mario Monti replica che «un rinvio dell'accordo sarebbe un grosso problema nei confronti dell'Europa e dei mercati» e dunque oltre la data del 30 settembre non si potrà andare. Come Monti la pensano in molti sia nel Polo che nell'Ulivo: da Enrico Letta (ppi) a Beppe Pisanu (Fi), da Pietro Armani (An) a Lanfranco Turci (pds), da Nicola Rossi (consigliere di D'Alema) a Innocenzo Cipolletta (Confindustria). Ma non Franco Giordano, responsabile di Rifondazione per le politiche del lavoro, che invece plaude all'indicazione di D'Antoni per il 31 dicembre. E Gloria Buffo, della minoranza della Quercia, ricorda che «il prc non è isolato ma le sue posizioni sono condivise da molti dirigenti del pds». Quanto al merito della trattativa, secondo D'Antoni che ha parlato al meeting di Rimini, «sulla riforma pensionistica il sindacato si atterrà al documento di programmazione economica e finanziaria che prevede ima manovra da 25 mila miliardi, di cui 10 mila di entrate e 15 mila di uscite. Quest'ultima cifra non è stata mai scomposta in nessuna sede. E quando la realtà convincerà tutti che le scelte fatte nel '95 sono equilibrate la situazione prenderà un'altra piega». La sua è sostanzialmente la posizione del sindacato tutto, tant'è che Pietro Larizza (Uil) ha confermato che «se la posizione del governo è quella dei suoi tecnici, allora si prepara lo scontro». Le cose dunque si mettono molto male anche all'interno della maggioranza, per questo assume un carattere cruciale l'incontro che Prodi avrà il 3 settembre con Bertinotti. Raffaello Masci IL "PIANETA PREVIDENZA" ECCO IL QUADRO COMPLESSIVO DELL'ANDAMENTO DEL NUMERO DELLE PENSIONI (PER CATEGORIE) E DEL RELATIVO IMPORTO (ANNUO E MEDIO). NELLA VOCE "VECCHIAIA" SONO COMPRESE ANCHE LE PENSIONI DI ANZIANITÀ' CATEGORIE VECCHIAIA INVALIDITÀ' SUPERSTITI COMPLESSO Var.% '95 su '94 VECCHIAIA INVALIDITÀ' SUPERSTITI COMPLESSO VECCHIAIA INVALIDITÀ' SUPERSTITI COMPLESSO PENSIONI VIGENTI A FINE D'ANNO 1994 1995 1996 NUMERO DELLE PENSIONI 7.555.024 7.798.463 8.105.502 3.773.241 3.601.431 3.423.852 3.609.511 3.675.648 3.691.063 14.937.776 15.075.542 15.220.417 IMPORTO ANNUO COMPLESSIVO (in milioni di lire) 104.479.856 34.534.185 28.749.560 167.763.601 99.026.143 35.665.764 27.555.200 162.247.107

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