Prodi: nessun rinvio sulle pensioni

«Bertinotti dica quello che vuole». Scontro fra Monti e sindacati sui tempi della trattativa «Bertinotti dica quello che vuole». Scontro fra Monti e sindacati sui tempi della trattativa Prodi: nessun rinvio sulle pensioni «Riforma necessaria per entrare nell'Euro» PIÙ'AMARO IL RIMEDIO TARDIVO LA prossima - ma già più volte rimandata - ripresa delle trattative sullo Stato sociale, e in particolare sulle pensioni, appare ormai come un rito periodico che si ripete pressoché immutato da anni. E' bene staccarsi dalle notizie dell'ultima ora per porre la questione in una prospettiva più ampia. La storia del nostro sistema previdenziale può riassumersi in circa 35 anni (dal 1955 al 1990) di sconsideratezza e di miopia, seguiti, nel decennio corrente, da un processo di rinsavimento incentrato sulle riforme Amato (1992)eDini(1995). Nel periodo della sconsideratezza, si sono progressivamente aumentate le basi di calcolo delle pensioni e diminuiti i requisiti necessari per ottenerle. Poiché le pensioni si pagano agli anziani grazie ai contributi degli attivi, lasciando intendere a questi ultimi che essi potranno a tempo debito beneficiare di un analogo meccanismo, il gioco può proseguire soltanto se non si promette più di quanto sia ragionevolmente possibile mantenere. I governi e i Parlamenti del passato non hanno rispettato questa regola elementare; prima o dopo, qualche giocatore sarebbe stato costretto a dichiarare forfait. I governi Amato e Dini, e i Parlamenti che li avevano eletti, hanno trovato il corag gio per arrestare questa caduta nel baratro e per iniziare a risalire la china. Quasi tutte le misure adottate vanno nel la giusta direzione: freno agli eccessi di generosità; armonizzazione delle normative, e in particolare di quelle che Onorato Castellino CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA ROMA. Prodi a muso duro contro Bertinotti. «Tagliare le pensioni sarebbe un suicidio per il governo» aveva detto il segretario di Rifondazione. «Vado avanti lo stesso, la riforma è necessaria per rispettare gli impegni europei» è stata la risposta del presidente del Consiglio. Il governo non intende interrompere il carnrnino di riforma del Welfare State e il ministro del Tesoro Ciampi precisa la strategia: «Non si tratta di tagli all'esistente - spiega - ma di rimodulare il futuro in modo che sia coerente con lo sviluppo del reddito nazionale». Il commissario europeo Mario Monti si schiera con Prodi («un rinvio sarebbe un problema per l'Euro») e i sindacati ribadiscono la minaccia di uno sciopero contro i tagli alla previdenza. Intanto si allarga a macchia d'olio la polemica sugli sprechi di Stato sulla base del rapporto della commissione Pennacchi che boccia anche l'ufficio acquisti dello Stato, incapace di spuntare prezzi buoni e gestire le scorte con oculatezza. SERVIZI ALLE PAti. 2 E 3 Il presidente del Consiglio, Prodi

Persone citate: Bertinotti, Dini, Mario Monti, Onorato Castellino, Pati, Prodi

Luoghi citati: Roma