Lewis mette in banca il suo addio di R. Con.

Atletica: Fredericks, El Guerrouj e la Szabo si dividono 20 lingotti d'oro Atletica: Fredericks, El Guerrouj e la Szabo si dividono 20 lingotti d'oro Lewis mette in banca il suo addio Tante «ultime gare» a 100 mila dollari il colpo: a Berlino si è congedato dall'Europa vincendo la staffetta 4 x 100 BERLINO. Gli strabilianti corridori africani hanno avuto rispetto del Mito. Un record mondiale (l'ottavo di questo agosto che ha riscritto la storia del mezzofondo) avrebbe inevitabilmente tolto spazio alla celebrazione di Cari Lewis e della sua impareggiabile carriera (9 ori olimpici, 8 mondiali) nella notte del suo addio europeo. Così Berlino ha avuto grandi gare ma nessun primato da festeggiare. Due erano gli attacchi programmati ai primati. La sfida El Guerrouj-Komen avrebbe dovuto produrre il record del mìglio, ma il 3'44"39 di Morceli ha tremato solo per metà corsa. Alla fine il marocchino si è accontentato di vincere (3'45"64) e di allungare le mani sui lingotti d'oro in palio per i re delle 4 tappe del Golden Four {Oslo, Zurigo, Bruxelles e appunto Berlino). Gebrselassie voleva riprendersi il primato dei 5000 che Komen gli aveva strappato 5 giorni fa a Bruxelles, ma le «lepri» lo hanno lasciato solo troppo presto e l'etiope si è limitato a battere il keniano di turno, Koech in 12'55"16. E allora, sfumati i record, ecco che la stella del meeting è stata a pieno titolo Lewis che, 16 anni dopo il debutto di Firenze, ha voluto chiudere la serie delle apparizioni in Europa presentandosi a Berlino, nel ricordo del suo idolo Jesse Owens, eroe nello stesso stadio delle Olimpiadi '36. L'ex Figlio del Vento ha cominciato a raccogliere applausi prima delle gare sfilando in pista, a bordo di un'auto, tutto di bianco vestito. Poi si è ripreso la ribalta per la staffetta che ha concluso la serata. Ultimo frazionista di una 4x100 battezzata Dream Team e composta dal campione olimpico Bailey, da un altro grande che lascia, Christie, e da Fredericks, Cari dell'Alabama con la sua nuova capigliatura rasta non ha proprio potuto fare a meno di coronare la sua ultima galoppata con l'ennesima vittoria. Ma Lewis aveva smesso di fare atletica sul sèrio già dopo l'ultimo dei suoi ori olimpici, quello conquistato il 29 luglio '96 ad Atlanta con 8,50 nel lungo. Di lungo, ora, gli è rimasto solo questo passo d'addio, diluito per raggranellare quanti più soldi possibile (100 mila dollari è la tariffa per ingaggiarlo) da aggiungere ai circa due miliardi che la Nike gli versa ogni anno dall'89 (e fino a Sydney 2000). Così, Lewis è andato a far passerella a Stoccolma (ne supporta la candidatura per l'Olimpiade 2004), poi a Zurigo (triste figura nella serie juniores dei 100, chiusa al 4° posto in 10"51) e quindi a Berlino. Ora, salvo ripensamenti che potrebbero portarlo a fine mese in Sicilia per il Festival dello Sprint organizzato come contorno alle Universiadi, King Cari ha dato l'addio alle piste europee. Ma il suo congedo dorato non è finito: lo vedremo ancora a Tokyo e, il 13 settembre, nella sua Houston, nell'intervallo di una partita di football. Solo allora comincerà davvero un'altra vita: «Non farò il commentatore tv, piuttosto l'attore. E poi mi piacerebbe aiutare in qualche modo l'atletica americana, finora gestita da dilettanti, a uscire dal suo ghetto e magari a lanciare un altro Lewis». Berlino era anche l'ultima tappa del ricco Golden Four che distribuisce 20 lingòtti d'oro da un chilo a chi fa l'en plein di 4 successi. Il poker è riuscito ai tre che avevano già fatto centro a Oslo, Zurigo e Bruxelles: di El Guerrouj abbiamo detto; Fredericks (9"99) è stato il primo a correre i 100 in meno di 10" all'Olympiastadion; la romena Szabo si è confermata nei 5000 (14'44"30). In soldoni, hanno intascato 130 milioni a testa. Schiacciati fra assalti ai record, Lewis e lingotti, gli italiani hanno fatto le comparse. Roberta Brunet, sempre flagellata dal dolore ai piedi, è stata addirittura sul punto di ritirarsi nei 5000. Ha tenuto duro ed è finità quinta in 15'03"87. Dopo lo sfogo post-Atene, Fiona May ha ritrovato serenità e sorriso ma non ancora le misure che le competono e si è fermata a 6,64 (seconda dietro la Drechsler, 6,83) pur con due balzi da 7 metri, nulli per un'inezia. Di Napoli, nel miglio, si è visto solo alla partenza, [r. con.]