«Lo psicologo deve tacere» di Daniela Daniele
«Lo psicologo deve tacere» «Lo psicologo deve tacere» La Schelotto: troppe verità sbattute in prima pagina ROMA. E' di moda mettere «il lettino» (dello psicologo) in piazza. Ci si permette di parlare in pubblico di «sensi di colpa», «paura del padre» e «pianti liberatori» di una ragazza, sconvolta dalla tragedia. E' accaduto per Silvia Olivetti. Oppure di visitare carcerati, per poi tracciarne, pubblicamente, l'identikit psicologico. Oggetto in questo caso: il pastore macedone accusato di omicidio. Gianna Schelotto, psicologa e scrittrice, esprime la propria indignazione. Dottoressa Schelotto, che fine ha fatto il segreto professionale nella vostra categoria? «E' sempre valido, per quel che ne so io. Ma devo riconoscere che, purtroppo, alcuni di noi si stanno rendendo responsabili di azioni perlomeno discutibili». Che cosa è lecito dire e che cosa non lo è, quando si ha a che fare con casi di cronaca con risvolti psicologici? «Una conto è parlare, in modo generale, dei fatti per cercare una spiegazione, un'interpretazione generale a quanto è accaduto. Tutt'altro è riferire, come ha fatto la psicologa che ha in cura la ragazza scampata alla morte sulla Maiella, quanto lei stessa le ha confidato, tutto quello che rappresenta l'oggetto del segreto professionale. Non so se la ragazza abbia autorizzato la psicologa a farlo, ma mi riesce difficile crederlo. Martedì sera la tv ha trasmesso l'intervista alla psicologa che ha riportato passaggi delicatissimi della vicenda di Silvia. Mi ha molto turbato sentir raccontare certe cose 'in esclusiva". E allora mi chiedo: tutto questo giova alla paziente, oppure a chi rende queste pubbliche dichiarazioni?». Qualcuno, tra i suoi pazienti, ha commentato il fatto? «Tutti quelli che ho visto la mattina dopo. Temono che quegli psicologi che hanno dimestichezza con i media possano mettere in piazza le loro sofferenze». Va di moda anche andare a psicoanalizzare i carcerati... «Altro bel discorso! Parlamentari, consiglieri comunali ed esponenti politici hanno la facoltà di visitare i detenuti per verificare che non siano compiuti abusi su di loro, non per curiosare nella loro psiche e poi farne un'intervista. E' successo di recente con il pastore accusato di aver ucciso la sorella e l'amica di Silvia Olivetti. Quel ragazzo era in carcere da poche ore...». Insomma, gli indagatori della psiche si stanno facendo un po' troppo disinvolti? «Mi sembra evidente. Poi ci sono quelli che, a ogni pie sospinto, stilano classifiche, dai film ai giochi, compilano elenchi sui "buoni" e sui "cattivi". Ma non si accorgono che, in questo modo, tradiscono lo spirito della nostra professione? Gli psicologi dovrebbero sapere quant'è complessa la natura umana e fare elenchi di buoni e cattivi è compito, semmai, dei moralisti. Meglio, dei censori». Daniela Daniele Gianna Schelotto
Persone citate: Gianna Schelotto, Schelotto, Silvia Olivetti
Luoghi citati: Roma
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